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11.02.10

Minacce agli imputati del processo Diaz: 4 domande al capo della polizia e al ministro

COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA
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comunicato stampa

Minacce agli imputati del processo Diaz: 4 domande al capo della polizia e al
ministro

Le affermazioni del procuratore generale Pio Macchiavello al processo d’
appello per le violenze e i falsi alla scuola Diaz non ci sorprendono, perché
la condotta dei vertici di polizia, negli anni seguiti alla sanguinosa notte
del 21 luglio 2001, è stata del tutto inadeguata e ben lontana da criteri di
trasparenza e correttezza istituzionale.
Macchiavello sostiene che le mancate tetsimonianze al processo, o almeno una
parte di queste (solo due imputati su 29 si sono presentati in aula), è “stato
determinato - citiamo dalle sintesi comparse sui quotidiani - da una situazione
generale di coartazione della volontà: l´acquisizione a fini di prova dei
verbali dei loro interrogatori avrebbe riguardato infatti anche e soprattutto
le gravissime responsabilità dei loro diretti superiori gerarchici, fino ai
massimi livelli della polizia».
A questo punto, al di là delle valutazioni processuali, chiediamo al capo
della polizia e al ministro dell’Interno di rispondere ad alcune domande:
pensate o no che uomini della polizia debbano collaborare con la magistratura,
nella massima trasparenza, testimoniando ai processi, a fronte di fatti storici
così gravi, rinunciando alla facoltà di non rispondere che spetta ai normali
imputati?;
le osservazioni del pm Macchiavello meritano o no di essere approfondite con
un’inchiesta interna?;
i pm Zucca e Cardona Albini, nella requisitoria al processo di primo grado,
hanno parlato di comportamento omertoso dei vertici di polizia: questa
osservazione merita o no una approfondita inchiesta interna?;
credete che la condotta tenuta fin qui dagli imputati e dai veritici di
polizia abbia giovato alla credibilità della polizia di stato?

Comitato Verità e Giustizia per Genova
Genova, 11 febbraio 2010

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