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09.11.07

Da GrNet - Portale di libera informazione per le forze armate e di polizia G8: CHI HA PAURA DELLA COMMISSIONE DI INCHIESTA?


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G8: CHI HA PAURA DELLA COMMISSIONE DI INCHIESTA?
giovedì 08 novembre 2007
Argomento spinosissimo quello di oggi.

Sono passati più di sei anni, ma la questione tiene ancora banco e non
manca di procurare qualche mal di pancia agli inquilini che hanno dimora
abituale nei palazzi del potere politico. Stiamo parlando ovviamente del
vertice istituzionale dei Paesi maggiormente industrializzati, svoltosi a
Genova nel 2001.
Ancora oggi infatti, apprendiamo da fonti giornalistiche di provvedimenti
giudiziari a carico di appartenenti a forze dell'ordine che prestarono
servizio in quel tragico luglio 2001 nel capoluogo ligure. Il quotidiano
"La Repubblica" di ieri, 8 novembre, racconta di sette carabinieri
indagati perchè - si legge nell'articolo - "mentirono sugli arresti".
Propongo un ragionamento. Posto che in Italia l'azione penale è
obbligatoria e le responsabilità derivanti dalla commissione di reati sono
sempre personali, questo ci porta ad alcune necessarie riflessioni legate
alla vicenda in questione. Nel nostro paese non è "normale" assistere ad
episodi di violenza commessi dalle forze dell'ordine nei confronti dei
cittadini, apparteniamo a ben altra cultura fino a prova del contrario.
Non siamo abituati a vedere carabinieri che pestano ignari cittadini o
poliziotti che seviziano un fermato. La nostra tradizione culturale,
grazie a Dio, ci porta ad avere stima e rispetto verso i tutori
dell'ordine pubblico. Nonostante ciò però, non si può non restare allibiti
di fronte a notizie come quelle pubblicate da Repubblica. Mentre nelle
aule parlamentari la questione dell'istituzione di una commissione
d'inchiesta sui fatti di Genova innesca uno scontro al calor bianco, nelle
aule giudiziare continuano a sfilare carabinieri e poliziotti. Moltissimi
parlamentari sostengono che la commissione di inchiesta intenderebbe
mettere sotto processo le forze dell'ordine, trascurando il fatto che gli
stessi stanno già subendo processi nelle aule dei tribunali. A questo
punto quindi, un sospetto si insinua prepotentemente: non è che, forse, i
bravi parlamentari che si oppongono alla commissione di inchiesta vogliano
in realtà tutelare se stessi? Si perchè vedete, nei giorni immediatamente
successivi al G8, gli italiani scoprirono che i reparti mandati a Genova a
garantire l'ordine pubblico, non erano proprio tutti all'altezza di quel
compito, vuoi per la scarsa preparazione professionale, vuoi per
l'ineguatezza dei mezzi. Insomma una situazione potenzialmente pericolosa
soprattutto se si considera che "notizie di intelligence" riportavano, già
parecchi giorni prima del vertice, di movimenti di black block provenienti
da ogni dove. I fatti raccontati fino ad ora trovano puntuale conferma in
una delibera del consiglio intermedio di rappresentanza (Coir) del comando
interregionale carabinieri "Pastrengo" datata 3 agosto 2001. In quella
delibera si parla chiaramente di mezzi "inaffidabili e inidonei a
resistere agli attacchi" dei manifestanti, e di Land Rover "facilmente
espugnabili" perchè prive di blindatura. Sono altrettanto significative
inoltre le considerazioni espresse in quel documento, dove i rappresentati
si rendono ben conto delle difficili situazioni in cui si sono trovati ad
operare i loro colleghi a causa di "strategie di ordine pubblico
sicuramente inadatte alla guerriglia urbana che si è scatenata". Il
documento poi, evidenziando la preoccupazione che tali fatti "rischiano di
creare una frattura tra le FF.PP. e la società civile", non risparmia
critiche al vertice militare per la "minore attenzione nella fase di
addestramento ed organizzazione".

E' lecito dunque pensare che la commissione di inchiesta porterebbe allo
scoperto responsabilità in capo ai vertici delle forze dell'ordine e della
politica? Probabilmente si, ma mentre in parlamento molti si stracciano le
vesti, nelle aule giudiziare rischiano la galera coloro che, in
definitiva, furono comandati ad eseguire degli ordini superiori.

Giuseppe PARADISO

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