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21.02.04

Il Secolo xix: Agnoletto: il Comune parte civile anche per Diaz e Bolzaneto

dal secolo xix

Agnoletto «Il Comune si costituisca parte civile anche per Diaz e Bolzaneto»


«Occorre un atto di riconciliazione: che il sindaco usi la giornata di sabato prossimo per dare almeno l'annuncio che il Comune si costituità parte civile nei processi riguardanti i fatti della Diaz e di Bolzaneto», dice Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa Social Forum e ora rappresentante del movimento italiano nel consiglio internazionale del Forum sociale mondiale. Agnoletto boccia come incomprensibile e in contrasto con le dichiarazioni fatte dallo stesso sindaco durante i giorni del G8 la delibera della giunta di costituzione di parte civile contro i 26 manifestanti. I Black bloc non solo sono estranei, puntualizza l'ex portavoce del Gsf, ma avversari del movimento, però il messaggio «subliminale» che viene dalla delibera della giunta è chiaro: «il rovesciamento delle responsabilità, un messaggio criminalizzante del movimento ignorando che fu vittima della repressione pianificata dal governo che utilizzò proprio i black bloc per giustificarla». Agnoletto accusa il Comune di essere stato zitto («Un silenzio pesantissimo») sull'archiviazione del caso Giuliani («Genova aveva diritto ad assistere a un dibattimento pubblico, a un confronto delle tesi per individuare le responsabilità») e sulla vicende della Diaz e di Bolzaneto, «che hanno comportato un danno morale e d'immagine assai più grave di altri fatti». Sabato Agnoletto rilancerà la richiesta di organizzare discussioni, dibattiti e iniziative, nell'ambito di Genova 2004 capitale europea della cultura, mettendo al centro i diritti umani e civili, che proprio a Genova vennero calpestati: «Il sindaco non ci ha ancora risposto».
Ieri un documento firmato da varie realtà (il primo è Matteo Jade dello Zapata) insiste: «La delibera della giunta determina una rottura insanabile con quella parte di società civile che da più di due anni chiede verità e giustizia sui fatti del luglio 2001».A cominciare dai giovani, sottolinea Agnoletto.
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