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04.10.03

Lavoro - Repubblica: A Bolzaneto ero il capo e non e' accaduto nulla

"A Bolzaneto ero il capo e non e' accaduto nulla"

I pm gli contestano soprusi e violenze : "Non li ho visti".

Tra le 43 persone destinatarie di altrettanti avvisi di conclusione delle indagini preliminari sui soprusi alla caserma di Bolzaneto, dove transitarono oltre 300 manifestanti, insieme a 4 medici, c'e' anche il vice questore Alessandro Perugini che nella notte tra sabato e domencia fu il funzionario piu' alto in grado presente all'interno della struttura e quindi il primo responsabile della gestione. Ai pm che gli chiedono conto delle tante violenze ai danni dei fermati, il funzionario risponde cosi': "Io materialmente non ho fatto nulla, non ho assistito, ne' avuto percezione o sensazione che si siano verificati episodi di questo tipo. Io il 99% del tempo che ho passato a Bolzaneto l'ho passato in una stanza."
E quando e' uscito come erano gli arrestati? "In piedi e ce n'erano molti con la faccia rivolta verso il muro, le mani in alto". Ad un certo punto il pm gli chiede dell'episodio dello spray urticante o del lacrimogeno lanciato dentr ouna cella. "Effettivamente sono andato li' ho constatato che c'era questo liquido, questa cosa che dava fastidio agli occhi e mi sono reso conto della cosa e ho detto a un tenente di carabinieri: 'Guardi, secondo me forse e' meglio che lei metta un carabiniere a vigilare che non buttino roba dalle grate.', perche' queste celle essendo al piano terreno avevano delle finestre che pur avendo le sbarre erano molto ampie, quindi arrivavano quasi a terra e quindi le tenevan oaperte, per cui ho suggerito di mettere un carabiniere all'esterno."
Pm.: "Lei di urla non ne ha mai sentito?"
Perugini: "Mai sentito urlare, mai sentito lamentarsi, mai sentito assolutamente nulla."
I magistrati insistono, citando testimonianze di pestaggi, soprusi violenze, insulti.
Perugini: "Se queste circostanze fossero state note io avrei fatto il mio dovere."
Il funzionario racconta di aver comprato delle bottiglie di acqua ("24.000 lire, ma non e' mica per il denaro... anche se le ho spese di tasca mia") poi distribuite tra gli agenti e anche in una cella, ricorda gli assembramenti e la confusione ("Ci volevano 2 ore per una foto - segnalamento" spiega che n un'occasione un detnuto lo aveva ringraziato per averlo aiutato a mettersi in contatto con il proprio avvocato.
"Io la notte di sabato ero affacendato in altre cose, molto impegnato. Ho appreso di questa situazione c'e' stato un articolo, se non ricordo male su Repubbilca, il martedi: ho fatto una relazione, un'annotazione dove ho detto che a quanto era a mia conoscenza non mi risultava che quello che riprotava l'articolo fosse vero, perche' io non ho assolutamente avuto quella sensazione."

LE CONFESSIONI DI PERUGINI
"Sferrai quel calcio al ragazzino, volevo ch si rialzasse"

Alessandro Perugini, il poliziotto piu' indagato per le violenze al G8 genovese. Sferra un calcio in faccia a un manifestante di 15 anni davanti alla questura nel corso di un intervento che portera' ad una manciata di aresti illegali (almeno secondo laProcura). Ed e' il funzionario piu' alto in grado fra quelli che gestirono la famigerata caserma di Bolzaneto. Allora era il numero due della Digos del capoluogo ligurie, oggi gestisce l'ufficio tecnico-logistico e la Divisione personale della questura. Non ha mai ocmmetanto quei fatti se non davanti ai magistrati. Repubblica e' riuscita a leggere quei verbali di cui per la prima volta e' in grado di riportare passaggi significativi.
Bruno M. e' l'adolescente di ostia la cui fotografia con quell'occhio gonfio di sangue ed una smorfia disperata mentre viene trascinato via dagli agenti ha fatto il giro del mondo.
Lo pestarono alle 14.30 di sabato 21 luglio 2001. Davanti ai pm Francesco cardona Albini e Monica Parentini, il vice questore Perugini ha sostenuto che il ragazzino insieme a centinaia di presunti black block stava per dare l'assalto allaquestura. "(..) siamo i ngrave difficolta', perche' se loro ci attaccano in questo momento sono dentro la questura (..) Da questo gruppo si stacca un'avanguardia composta da una trentina di persone che avanza verso di noi, diversi sono travisati, parecchi lanciano pietre, bottiglie, una pietra credo mi abbia colpito."
Davanti ai poliziotti una sessantina in tutto c'era in realta' non piu' di una decina di persone, cosi' testimoniano tanti filmati, che mostrano un gruppo di ragazzi seduti a terra inoffensivi
"Ad un certo punto abbiamo det oprendiamoli (..) Mi si e' presentata la scena di una persona che urlava e si dimenava, diceva parolacce. Allora, mentre altre persone cercavano di bloccare questo ragazzo, io l'ho preso per la giacca e ho cercatodi trascinarlo. Lui era letteralmente assatanato, molto agitao: si dimenava, urlava, insultava. Lui cade a terra e in quel frangente ho avuto un gesto istintivo, cioe' ho cercato di farlo rialzare facendo i lgesto di dargli un calcio, senza colpirlo peraltro."
Un pm.: "Scusi lei ha cercato di farlo rialzare dandogli un calcio?"
Perugini: "No, e' stato un gesto istintivo per quello e' andato a terra in quel momento, mi e' venuto un gesto istintivo e ho fatto quel gesto."
Pm: "Per farl orialzare. Un calcio?"
Perugini: "No, cie' dotttore era tutto nella mente in quel momento era difficile distinguere l'istinto dalla ragione e' stato un gesto istintivo in quel frangente li', non ne vado assolutamente orgoglioso.."

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E NELLA STESSA STRADA UNO STRANO PESTAGGIO

precedente sconosciuto e inquietante all'inizio del vertice

I magistrati non contestano a Perugini e a un gruppo di suoi uomini il pestaggio dell'adolescente. Non solo, almeno. Contestano l'arresto di persone che, a vedere dai filmati, non fanno resistenza e tanto meno aggredisconogli agenti.
"Sembra quasi che l'atto di resistenza del quindicenne sia fatto per mostrare le sue ferite dopo le manganellate" dice un pm.
"Se la stessa operazione avvenisse duecentomilavolte andrebbe sicuramente in modo diverso da quello che e' avvenuto." si difende Perugini, spiegando di aver avuto "l'ossessione" che le Tute Nere potessero assaltare la questura e poi ammettendo "Io vorrei solo aggiungere una cosa, che in quel frangente li' ero molto, molto stanco e provato e non e' che fossi in pieno possesso delle mie facolta' delal mia lucidita'. Erano state giornate molto .."
Giornate molto difficili e dure. In particolare per Perugini che giovedi 19 luglio - mentre prestava servizio in borghese con alcuni uomini dlela Digos - era stato aggrdito da alcuni sconsciuti durante il corto pacifico dei Migranti "Arriviamo in via barabino (piu' o meno dove verra' pestato il ragazzo ndr.) dicoamo 200 metri prima di piazza Palermo. A questo punto un soggeto dal mezzo del corteo improvvisamente si avvicnia e tira giu' il passamontagna, ci indica come polizia. In pochissimi secondialtre 10 o 15 persone che noi non avevamo visto si calano il passamontagna, ci circondano e quello che aveva gridato "Polizia" si avvicina a me parlando un in lingua straniera, dice "Documentos, documentos" come a provocare e mi tira uno schaiffo in faccia
Pm. "in spagnolo?" Perugini: "Documentos" dice quello che parla con sfida. A mezzo metro di distanza uno che e' a fianco a lui tira fuori una catena e colpisce un ispettore a un braccio l'ispettore che e' a fianco a me (..) Un altro ispettore cercadi allontanarsi ma questi tentano di aggredirci, quelli che ci erano intorno, io invito i miei a lasciare precipitosamente il luogo perche' eravamo circondati e privi di qualsiasi protezione di personale in divisa almeno in un raggio di 500 metri."
Pm." Quanti eravate?"
Perugini: "Quattro o cinque. A quel punto io con un'occhaita faccio capire ai miei di scapapre perche' eravamo in grave pericolo e mentre mi giro e inizio a correre uno mi viene incontro a gamba alzata e cercadi colpirmi con un calcio, iol o devio con un braccio e continuo a correre..."

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