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06.04.07

Lavoro repubblica: Diaz, il vicequestore accusa "Si, le molotov erano false"

Lavoro Repubblica

L´INCHIESTA
Testimonianza chiave al processo per il blitz nella scuola
Diaz, il vicequestore accusa "Si, le molotov erano false"

"Mi dissero di non scrivere nomi nel verbale, sarebbe stato meglio così"
MASSIMO CALANDRI

«HO acceso la televisione. Ho seguito il servizio sull´irruzione nella
scuola Diaz. La conferenza stampa dopo gli arresti dei no-global, le armi
sequestrate e mostrate alle telecamere. Ed ho riconosciuto le due molotov
che la polizia sosteneva di aver trovato nell´istituto. Le ho
riconosciute, proprio così. Perché erano - senza dubbio - le bottiglie
incendiarie che avevo raccolto in un´aiuola di corso Italia, sabato
pomeriggio. Le avevo raccolte e consegnate al generale Valerio Donnini».
La testimonianza del vice-questore Pasquale Guaglione ha permesso ieri
mattina di acquisire in aula un´inconfutabile prova a sostegno della tesi
della Procura. Le molotov furono falsamente attribuite ai no-global per
«giustificare» gli arresti (e il pestaggio indiscriminato). Perché quelle
bottiglie le aveva la polizia, custodite nel furgone Magnum guidato da
Michele Burgio, l´agente che su ordine del vice-questore Pietro Troiani le
portò fino alla Diaz. E pazienza se nel frattempo la prova-regina - le
molotov, appunto - e' andata distrutta per «errore». La prova resta,
incontrovertibile. Poco importa se qualcuno ha colpevolmente pasticciato
in questura e per cio' e' gia' finito nel registro degli indagati. A questo
proposito, l´europarlamentare Vittorio Agnoletto e Antonio Bruno, del
Comitato Verita' e Giustizia per Genova, hanno commentato la notizia
anticipata da Repubblica: «E´ il primo risarcimento verso quelle persone
che furono assalite nel sonno, massacrate e torturate nella caserma di
Bolzaneto».
Guaglione, oggi gravemente malato, sei anni fa era un funzionario fedele
al suo ruolo e al giuramento fatto prima di prendere servizio. «Fedelta' al
re e al popolo, per cosi' dire», ha ricordato ieri in video-conferenza. «Ma
quando ti rendi conto che il re non e' all´altezza, prevale il senso di
giustizia». In nome di quella giustizia Guaglione denuncio' la vergognosa
bugia delle molotov alla Diaz, e ieri ha raccontato che quando redasse il
verbale di ritrovamento delle bottiglie, gli dissero di non scrivere il
nome del superiore cui le aveva consegnate. «Perche' meno nomi si fanno, e
meglio e'». Ha concluso: «Non rinnego nulla, anzi. La sola cosa che mi
dispiace e' che l´unica testa a cadere e' stata la mia». Ricordiamo che
tutti i super-poliziotti imputati per questa pagina nera della storia
della Polizia di Stato sono stati nel frattempo promossi.

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