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05.10.07

lavoro repubblica Processo G8, il giallo dell´ispettrice sempre in aula, ma senza un perche'

Repubblica Genova

Mistero sulla presenza di un´investigatrice dello Sco, il servizio di cui
era responsabile Gratteri

Processo G8, il giallo dell´ispettrice sempre in aula, ma senza un perché

Durante il vertice telefonò decine di volte al suo capo

Spese legali, ora Rifondazione chiede conto degli esborsi dello Stato per
le difese
Legal forum all´attacco "Basta cortine di fumo per coprire le evidenti
responsabilità "

MARCO PREVE

Come non bastassero quelli legati ai volti dei picchiatori e degli
ideatori delle false prove, la vicenda Diaz si arricchisce di un nuovo
mistero. Il "giallo" è quello legato alla presenza in aula, in varie
udienze del processo contro 28 tra alti funzionari e agenti di polizia, di
un ispettore donna in forza allo Sco. Quest´ultimo è il Servizio Centrale
Operativo di cui era, nel 2001, responsabile Francesco Gratteri, uno degli
imputati, e che è un reparto d´elite, l´intelligence che sovrintende alle
squadre mobili territoriali.
Gratteri dalla fine del 2006, quando lasciò la poltrona di questore di
Bari è a capo del Dac, il Dipartimento Centrale Anticrimine, una sorta di
numero 3 della polizia italiana visto che ha sotto di sé lo Sco, la
polizia scientifica e il servizio controllo del territorio.
Torniamo all´ispettore e al suo ruolo a Genova, argomento che potrebbe
confluire in un´imminente interrogazione parlamentare riguardante le
parcelle liquidate dal ministero dell´interno agli avvocati difensori dei
poliziotti.
Due sono le ipotesi. La prima, è che l´ispettore appartenga alle scorte
che ormai da tempo sono state concesse ad alcuni legali degli imputati
perché oggetto di minacce (scritte sui muri, lettere anonime) e che
accompagnano gli avvocati negli spostamenti tra Genova e le loro città di
residenza. Un tipo di lavoro al quale, però, abitualmente, non vengono
destinati investigatori di alta qualifica come quelli dello Sco. La
seconda eventualità è che i suoi compiti siano altri, magari di raccordo
tra gli avvocati e i suoi superiori. L´ispettore, tra l´altro, risulta
aver prestato servizio per un determinato periodo anche a Bari, dove non
solo Gratteri è stato questore fino a dicembre dello scorso anno, ma dove
il capo della sezione omicidi è un altro imputato, il vicequestore Alfredo
Fabbrocini. Infine, dell´ispettore c´è traccia anche nell´inchiesta Diaz.
A cavallo tra i giorni 21 e 22 luglio 2001 (la notte del blitz) Gratteri e
l´ispettore - che non è presente a Genova - si scambiano 24 telefonate.
Per venire a capo dei dubbi non è escluso che il caso dell´ispettore dello
Sco venga inserito nell´interrogazione parlamentare che deputati della
sinistra - potrebbe trattarsi di Graziella Mascia di Rifondazione - si
apprestano a presentare per chiedere conto delle spese fin qui sostenute
dallo Stato per pagare i difensori dei poliziotti imputati.
Un´iniziativa che arriva il giorno dopo la mossa di due legali della
polizia, Maurizio Mascia e Marco Corini, che avevano presentato un esposto
denunciando presunte anomalie nei pagamenti di interpreti e consulenti
della procura nell´inchiesta Diaz.
Una mossa che ha provocato la dura presa di posizione di altri avvocati,
quelli che tutelano le decine di ragazzi massacrati e ingiustamente
arrestati alla Diaz. «In questi giorni viene portato un attacco
violentissimo sul lavoro della procura - dicono i legali del Genoa Legal
Forum-. Con motivazioni del tutto pretestuose ed infondate si tenta di
delegittimare non solo un singolo magistrato ma un intero procedimento
penale. Quasi a dire che le vittime di reato nn hanno diritto ad un
processo sereno e giusto quando gli imputati sono dirigenti di polizia».
Gli avvocati ricordano poi gli ultimi eventi giudiziari favorevoli alla
pubblica accusa come il pronunciamento della cassazione che ha annullato
l´archiviazione per due poliziotti ordinando, come chiedevano i pm
genovesi, una nuova inchiesta per falso. E i legali del Glf criticano,
infine, l´ultima iniziativa dei loro colleghi della difesa che ieri hanno
chiesto copia di un dossier dei carabinieri del Ros che, nel 2002,
individuano nella Diaz il possibile rifugio di alcuni black bloc. Un
rapporto che non venne preso in considerazione dai pm Anna Canepa e Andrea
Canciani che in questi giorni stanno concludendo la requisitoria nel
processo contro 25 imputati per le devastazioni.

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