11.03.08
Repubblica Bolzaneto, arriva la richiesta dei pm "A quegli agenti un secolo dicarcere"
Repubblica Genova
Bolzaneto, arriva la richiesta dei pm "A quegli agenti un secolo di
carcere"
Oggi la fine della requisitoria Le parti civili chiedono cinque milioni di
danni
MASSIMO CALANDRI
GENOVA - Poco meno di ottanta anni di reclusione, questa la richiesta
complessiva di pena. Dai tre mesi ai quattro anni di prigione per ciascuno
dei quarantacinque imputati al processo G8. Ma l´ultima pagina della
requisitoria, che sarà letta oggi in aula, è paradossalmente la meno
importante. Non contano i giorni che qualcuno rischia di passare in
galera, anche perché nessuno andrà mai dietro le sbarre: la prescrizione
scatterà nel gennaio 2009. Quello che conta, nel processo per i soprusi e
le violenze commesse nella caserma di Bolzaneto durante il G8, sono le
testimonianze drammatiche delle 209 vittime. E le conferme ottenute in
questi anni dagli inquirenti, comprese le confessioni di molti tra
ufficiali, funzionari, medici, poliziotti, carabinieri. Furono, secondo i
pm, «trattamenti inumani, crudeli, degradanti. In una parola: torture».
Conta che nella sentenza di primo grado, attesa entro la fine di giugno,
il tribunale dovrà rispondere anche alle istanze degli avvocati delle
parti civili. Che per i loro clienti chiederanno il risarcimento per le
paure e le umiliazioni subite. La provvisionale, e cioè l´acconto in
attesa della liquidazione, potrebbe essere superiore ai cinque milioni di
euro. Se condannati, gli imputati pagheranno con i ministeri della
Giustizia, della Difesa, dell´Interno.
Abuso d´ufficio, violenza privata, abuso di autorità contro detenuti o
arrestati, falso, violazione dell´ordinamento penitenziario e della
convenzione per la salvaguardia dei diritti dell´uomo e delle libertÃ
fondamentali. Questi i reati denunciati dai pm Patrizia Petruzziello e
Vittorio Ranieri Miniati. Rifacendosi ai parametri indicati dalla Corte
Europea dei Diritti dell´Uomo, i magistrati hanno spiegato che «i
trattamenti provati come inflitti a Bolzaneto sono stati inumani e
degradanti». Torture fisiche e psicologiche che «si sono potute realizzare
per il grave comportamento anche omissivo di pubblici ufficiali, o
comunque con il loro consenso tacito o espresso». Ricorda la procura: dita
spezzate, pugni, calci, manganellate su persone inermi, bruciature con
accendini e mozziconi di sigaretta, bastonate alle piante dei piedi; teste
sbattute contro i muri, taglio dei capelli, i volti spinti nella tazza del
water. Ma la procura ha ricordato anche gli insulti, le umiliazioni. «Sono
stati adottati tutti quei meccanismi che vengono definiti di ‘dominio
psicologico´ al fine di abbattere la resistenza dei detenuti e di ridurne
la dignità . Tutto ciò è potuto avvenire grazie a quel meccanismo fatto di
omissioni, per cui i responsabili non vengono puniti e le vittime
terrorizzate hanno paura di denunciare i maltrattamenti subiti. La parola
chiave è stata: impunità ».