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23.09.09

Repubblica Genova G8, la condanna della Ue apre l´ora degli appelli

Repubblica Genova

G8, la condanna della Ue apre l´ora degli appelli
Dal 2 ottobre i processi bis. La Corte europea: "Ancora non Ãe' stata fatta
giustizia"
Durissima censura di Strasburgo: "Nessuna chiarezza sulle vere
responsabilita' "
Il primo verdetto riguardera' i Black Bloc, poi a giudizio l´ex capo della
polizia De Gennaro
MASSIMO CALANDRI

«LE INCHIESTE sul G8 non sono state rigorose, ne' approfondite. Tantomeno
imparziali. Non si e' fatta chiarezza sulla responsabilita' di chi doveva
gestire le operazioni di polizia e mantenere l´ordine». La Corte Europea
dei Diritti dell´Uomo ha richiamato la giustizia italiana, esprimendo un
inequivocabile e imbarazzante giudizio sui fatti del luglio 2001. Perche'
giustizia non e' stata fatta, dicono a Strasburgo. Non ancora. La
magistratura non giudica delle scelte politiche, precisa la giuria
internazionale. Ma dovrebbe concentrarsi sui doveri di chi - in quei
giorni, e su diversi livelli – comandava le truppe. I vertici delle forze
dell´ordine, i cosiddetti superpoliziotti: protagonisti neppure sfiorati
dalle sentenze di primo grado.
Alla vigilia di una nuova stagione giudiziaria per i fatti del G8, la
sentenza emessa lo scorso mese a Strasburgo pesa come un macigno. La Corte
Europea, riconoscendo che il carabiniere Mario Placanica uccise Carlo
Giuliani per legittima difesa, ha fatto una serie di precise affermazioni.
Parole in un primo tempo passate in secondo piano, forse perche' l´emozione
per il giudizio sull´omicidio di piazza Alimonda era troppo forte. Ma che
a partire dai prossimi giorni potrebbero giocare un ruolo decisivo nei
processi d´appello. I tre maxi-procedimenti del G8 stanno per riprendere.
Il 2 ottobre tocca per primo al dibattimento che vede imputati 25 presunti
Black Bloc, le Tute Nere italiane accusate di aver devastato e
saccheggiato la citta' di Genova, condannate complessivamente ad oltre un
secolo di prigione e con pene singole equivalenti in alcuni casi a quelle
che nei nostri tribunali vengono comminate agli assassini (11 anni di
reclusione per Marina Cugnaschi, 10 anni e 6 mesi per Vincenzo Vecchi e
Francesco Puglisi). Parleranno alcuni difensori, quindi la seconda sezione
del tribunale (Maria Rosaria D´Angelo, Paolo Gallizia, Massimo Cappello)
si ritirera' in camera di consiglio: la sentenza potrebbe arrivare nella
stessa giornata di venerdi', anche se e' presumibile che si dovra' attendere
la settimana successiva.
Sempre il 2 ottobre riprende l´udienza nel procedimento contro Gianni De
Gennaro, l´ex capo della polizia ora al vertice del Dipartimento per le
Informazioni sulla Sicurezza, accusato di induzione e istigazione alla
falsa testimonianza. La procura ha chiesto due anni di reclusione per il
superpoliziotto, che avrebbe convinto l´ex questore Francesco Colucci a
mentire su alcune fasi del blitz alla scuola Diaz. Un anno e quattro mesi
e' la richiesta per Spartaco Mortola, gia' numero uno della Digos. I due
hanno chiesto il rito abbreviato a differenza di Colucci, che sara'
giudicato con l´ordinaria scansione.
Il 20 ottobre comincia l´appello del processo per i soprusi e le violenze
nella caserma di Bolzaneto. La sezione del tribunale e' la stessa che un
paio di settimane prima deciderà dei Black. Gli imputati – tra funzionari
di polizia, agenti, carabinieri, generali e guardie, ufficiali dell´Arma,
medici - sono 44. Il verdetto del luglio 2008 fu per molti versi
sorprendente: 15 condanne per 23 anni e 9 mesi complessivi di reclusione,
meno di un terzo di quanto chiesto dai pm. Sul procedimento e' calata la
coltre nera della prescrizione, resta da vedere chi per primo la tirera' in
ballo in aula.
Il 28 ottobre e' invece il giorno dell´appello per l´arresto illegale e il
pestaggio davanti alla questura di un adolescente preso a calci in faccia.
Un episodio che al vicequestore Alessandro Perugini e' costato una condanna
a 2 anni e 3 mesi di reclusione.
A breve sara' infine fissata la prima udienza per l´appello relativo
all´assalto della scuola Diaz, una delle pagine più nere nella storia
della Polizia di Stato. Una pagina che la giustizia italiana, forte di
quelle parole provenienti da Strasburgo, potrebbe un giorno riscrivere.

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