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30.11.07

Repubblica Nazionale G8, la difesa di De Gennaro "Mai suggerito parole a Colucci"


Repubblica Nazionale

G8, la difesa di De Gennaro "Mai suggerito parole a Colucci"

Il capo dice: tu devi, bisogna che tu un po´ aggiusti il tiro sulla stampa
Incontrai il questore di Genova ma non l´ho ringraziato per la sua
deposizione

MASSIMO CALANDRI

GENOVA - «Nego di aver mai "ringraziato" Colucci. Al limite, posso aver
espresso compiacimento dopo la sua deposizione, ma solo perché aveva detto
la verità ». Ma vi siete visti prima del processo. «E´ vero, l´ho
incontrato prima che andasse a testimoniare. Abbiamo scambiato qualche
impressione. E´ stata una conversazione breve, fugace. Occasionale». Lei è
indagato di induzione alla falsa testimonianza, prefetto. «Non ho mai
detto a nessuno di cambiare versione».
Gianni De Gennaro risponde ai magistrati genovesi: è l´interrogatorio del
14 luglio scorso. Indagato per induzione alla falsa testimonianza,
assistito dagli avvocati Franco Coppi e Carlo Biondi esordisce con un:
«Prendo atto della contestazione, che respingo integralmente». Per quattro
ore i pm gli chiedono conto della «marcia indietro» di Francesco Colucci,
che durante il G8 era questore di Genova e che il 3 maggio a sorpresa
aveva ridimensionato il ruolo del "capo" nel drammatico blitz della scuola
Diaz. De Gennaro, che solo da qualche settimana ha lasciato il posto ad
Antonio Manganelli, davanti agli inquirenti sembra cadere dalle nuvole:
«Non ho fornito suggerimenti, non ne avevo interesse». «Non ho diretto, né
comunicato, né indotto Colucci a rivedere il contenuto della sua
testimonianza». I pubblici ministeri insistono: l´ex questore sostiene che
lei, dopo la deposizione, gli avrebbe fatto i complimenti. «Posso aver
fatto qualche commento, ma non di quel tipo». E quando Colucci ha ricevuto
l´avviso di garanzia? «Ho cercato di rasserenarlo e di raccoglierne lo
sfogo. Posso avergli detto di non presentarsi in procura. Gli ho suggerito
di difendersi come meglio poteva, ho consigliato l´Avvocatura dello Stato
e qualche buon legale. Tutto qui».
Ma i pm genovesi sono comunque intenzionati a chiedere entro Natale il
rinvio a giudizio del prefetto, accusato insieme a Colucci e a Spartaco
Mortola, che sei anni fa era il dirigente della Digos del capoluogo ligure
ed è uno dei 29 imputati per l´irruzione nell´istituto. Sono quattro, in
particolare, le telefonate intercettate sulle quali la procura imbastisce
la sua tesi. Nella prima, del 26 aprile, Colucci rivela a Mortola: «Il
capo nelle sue dichiarazioni ha fatto marcia indietro... io allora devo
rivedere un po´ il discorso di quello che ho dichiarato io di Sgalla...
Sgalla, stampa, eccetera. Questo serve per aiutare i colleghi». Il punto e¨
che in commissione parlamentare De Gennaro aveva sempre detto di non
sapere nulla del blitz alla Diaz, ma in un interrogatorio del 2002 aveva
un po´ corretto il tiro. Negando però di aver ordinato a Colucci di
avvertire Roberto Sgalla, responsabile delle pubbliche relazioni. Invece
Colucci aveva sempre confermato questo episodio. Ma in aula ci ripensa -
«Il capo dice: tu devi, bisogna che tu un po´ aggiusti il tiro sulla
stampa», confessava al cellulare - e giura di aver avvertito Sgalla di sua
iniziativa. Nei giorni successivi alla testimonianza, Colucci si gode il
trionfo: «M´ha chiamato il capo: Ciccio, li hai sbaragliati, li hai smessi
alla sbarra. Non lo ascolteranno più, a processo, perch' sono stato
dirompente. Ho dato una mano a tutti i colleghi. Poi ho chiamato
Manganelli, dice: complimenti, so che e¨ andata bene. Ho dato una svolta al
processo. Che passa a favore nostro, diciamo».

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