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23.02.07

Secolo xix G8, al processo occhi puntati sul giubbotto di un agente

Secolo XIX

G8, al processo occhi puntati sul giubbotto di un agente
Genova. Ieri al processo sull'irruzione dei poliziotti nella scuola Diaz
durante il G8 genovese, attenzione puntata sul giubbotto di Massimo
Nucera. Secondo l'accusa, il capo d'abbigliamento era stato volutamente
tagliato dalle forze dell'ordine per incolpare i manifestanti di aver
sferrato coltellate a un poliziotto. Testimone per l'accusa - i pm Enrico
Zucca e Francesco Albini Cadorna - il capo della Digos di Padova, Lucio
Pifferi. Il testimone ha confermato la versione già resa a Zucca durante
le indagini preliminari. Versione che non sembra coincidere con quella
rilasciata all'allora procuratore aggiunto Francesco Lalla, oggi capo
della procura. E cioè che il giubbotto, Pifferi lo aveva visto dentro la
scuola, appoggiato a un muro insieme alle bottiglie molotov. In aula, come
nel verbale già acquisito dall'accusa, il capo della Digos padovana ha
detto invece che gli sembrava di aver visto il giubbotto e le bottiglie
per la prima volta in questura il giorno successivo. Per questo il pm
Zucca ha insistito a lungo durante l'interrogatorio del teste. Il
difensore di Nucera, Silvio Romanelli, ha chiesto e ottenuto che i verbali
sul giubbotto fossero acquisiti agli atti del processo. È stato poi
ascoltato un poliziotto che all'epoca era agli ordini di Lucio Pifferi,
che ha riconosciuto dalle fotografie le due molotov, grazie alle etichette.

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