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23.04.06

Secolo xixG8, testimone fermato dalla Polfer ora la procura di Genova chiede di identificare gli agenti

G8, testimone fermato dalla Polfer ora la procura di Genova chiede di identificare gli agenti
Per minacce contro ignoti: il trentenne era stato bloccato a Principe
Genova La procura di Genova ha aperto un'inchiesta per minacce contro ignoti: minacce che sarebbero state rivolte a Max Valenti, un bolognese di 30 anni che lo scorso 22 marzo aveva deposto nel processo contro i poliziotti accusati della violenta irruzione nella scuola Diaz.
Valenti, arrivato alla stazione Principe per ritornare a Bologna, dopo avere fatto il biglietto era stato fermato da due agenti della Polfer che, secondo quanto esposto dal giovane, l'avrebbero sottoposto ad una minuziosa perquisizione e lo avrebbero minacciato.
Il giovane qualche giorno dopo i fatti ha presentato una denuncia alla procura di Genova. Ora è stata aperta un'inchiesta per minacce e il magistrato inquirente ha incaricato i carabinieri della polizia giudiziaria di identificare gli agenti descritti dal Valenti che nella querela racconta: «Sono stato fermato da due poliziotti in divisa che mi è sembrato mi stessero aspettando presso l'uscita della biglietteria. Erano due agenti in divisa di cui uno di corporatura robusta, capelli scuri tendenti al moro e l'altro più magro, non tanto alto, anche lui con i capelli scuri ma tendenti al castano, con una cicatrice vicino all'occhio: è stato quest'ultimo che ha avuto l'atteggiamento più minaccioso nei miei confronti».
«Mi hanno portato in una stanza dove eravamo soltanto noi tre - continua la denuncia del giovane - mi hanno chiesto se frequento i centri sociali, poi con tono duro e minaccioso mi hanno detto che io appartenevo ai black bloc e che, durante il G8, avevo lanciato oggetti contro la polizia».
Il giovane scrive poi di essere stato perquisito e prima di lasciarlo andare gli era stato detto: «ve la facciamo pagare se continuate così». Continua poi nella denuncia: «Mi hanno anche detto che io e quelli come me dovevamo avere il coraggio di affrontarli a volto scoperto. Poi hanno affermato che sapevano loro come farci smettere. Il tutto è durato circa un quarto d'ora: quando sono stato rilasciato non mi è stato dato nessun verbale, né di identificazione, né di perquisizione».
Max Valenti, che si è costituito parte civile nel processo Diaz, è assistito dall'avvocato Simone Sabattini del Foro di Bologna. Durante l'udienza del 22 marzo, poche ore prima del fermo presso la Polfer, era stato protagonista di una delicatissima testimonianza. Aveva raccontato ai giudici che durante il G8 genovese era venuto nella nostra città per lavorare al media center del Social Forum e si trovava nella scuola Pascoli, quindi di fronte alla Diaz. Grazie quindi alla posizione strategica in cui si era venuto a trovare, aveva avuto modo di filmare molti dei momenti della movimentata irruzione della polizia nella scuola dove avevano trovato rifugio notturno numerosi giovani.
Il teste ha raccontato che il filmato gli era stato sequestrato e che poi era evidentemente tornato alla luce, visto che ieri era stato convocato come teste per commentarlo. Ad un certo punto Valenti rivolto al tribunale ha detto che il video era stato tagliato: era stata cioè tolta la parte che riprendeva un violento pestaggio commesso da un gruppo di poliziotti contro alcuni manifestanti. In aula l'atmosfera tra il gruppo compatto dei legali che rappresentano la parte civile e quelli che difendono i poliziotti imputati era divenuta incandescente.

Elisabetta Vassallo
23/04/2006

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