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05.02.13

Repubblica genova Giornalista massacrato al G8: nessun colpevole

Giornalista massacrato al G8: nessun colpevole
Non identificati i 20 poliziotti. Il gip: “Gli investigatori non hanno
collaborato”

NESSUN colpevole del massacro del 21 luglio 2001. Nessuna prova
sufficiente per provare chi materialmente massacrò il giornalista inglese
Mark Covell durante il blitz delle forze dell’ordine alla scuola Diaz.
Dirigenti e funzionari di polizia non possono essere ritenuti responsabili
di “non avere impedito” il tentato omicidio. Tantomeno per non avere
potuto evitare il pestaggio, le lesioni aggravate ad altri quattro
giovani, anche loro presenti dentro la scuola di via Cesare Battisti.
Scagionati.
Le motivazioni fanno parte dell’archiviazione disposta ieri dal gip
Adriana Petri sullo stralcio che fa parte dell’inchiesta principale. Il
giudice, però, stigmatizza il comportamento della polizia: “censurando
come gravissima la mancata collaborazione degli investigatori con la
Procura di Genova che di fatto ha impedito l’individuazione dei singoli
responsabili”. D’altra parte, di fronte al muro di gomma, pure i pm Enrico
Zucca (nel frattempo passato alla Procura Generale) e Francesco Albini
Cardona avevano chiesto l’archiviazione del procedimento.
C’è di più nel dispositivo firmato da Adriana Petri: da una parte ha
disposto l’archiviazione dei reati di lesioni personali aggravate,
essendosi prescritte già da anni, prima ancora che arrivasse la richiesta
di archiviazione da parte dei pm. In tutto, le posizioni archiviate sono
state 20. Inoltre, il gip ha ritenuto infondata l’eccezione di
incostituzionalità delle norme del codice penale, sollevata da Zucca e
Cardona: avrebbero voluto ricorrere alla Corte Costituzionale, per
dichiarare “incostituzionale la prescrizione dei reati di lesioni gravi
laddove questi siano assimilabili alla tortura”, fatto che i due
magistrati hanno ravvisato nel comportamento degli agenti che ferirono i
quattro manifestanti. Scrive il gip che “la prescrizione dei reati è
materia di esclusiva competenza del legislatore”.
Il fascicolo, a carico dei vertici della polizia e di alcuni funzionari in
servizio per l’ordine pubblico durante il vertice che si svolse a Genova,
puntava a stabilire ed individuare gli autori specifici del tentato
omicidio di Covell, così come chi scaricò la sua violenza inaudita contro
gli altri 4 no-global Ionas Szabo, Engel Iaroslaw, Stefan Brauer, Laura
Jager. A nessuno dei 20 indagati i pm hanno potuto
ascrivere alcun reato specifico. Da questo stralcio di inchiesta ne escono
da “innocenti” Giovanni Luperi, dirigente superiore e vice direttore
Ucigos, a Genova come consulente ministeriale nell’estate del 2001;
Francesco Gratteri, dirigente
superiore e direttore del Servizio centrale operativo (Sco), Gilberto
Caldarozzi, primo dirigente, vice direttore dello Sco, Spartaco Mortola,
all’epoca primo dirigente della Digos di Genova; Vincenzo Canterini e
Michelangelo
Fournier, rispettivamente comandante e vice comandante del Primo Reparto
Mobile di Roma; Lorenzo Murgolo, dirigente aggregato presso la questura di
Genova, Filippo Ferri, dirigente della Squadra Mobile della Spezia;
Massimiliano Di
Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Carlo Di Sarro, Fabrizio
Basili, Ciro Tucci, Carlo Lucaroni, Emiliano Zaccaria, Angelo Cenni,
Fabrizio Ledoti, Pietro Stranieri, Vincenzo Compagnone.

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