Home Page

14.10.11

repubblica genova Sbloccato il processo contro i devastatori Se gli atti della Diaz sono ancora in attesa dei "talloncini", il presidente della Corte d´Appello Mario Torti annuncia che «in queste ore si è sbloccato un altro fascicolo. Domani (oggi pe

Se gli atti della Diaz sono ancora in attesa dei "talloncini", il
presidente della Corte d´Appello Mario Torti annuncia che «in queste ore
si è sbloccato un altro fascicolo. Domani (oggi per chi legge, ndr)
partiranno per la Cassazione gli atti del processo per devastazione e
saccheggio». Si tratta del cosiddetto processo contro 25 presunti Black
Block, tutti italiani, dei quali, alla fine del giudizio di secondo grado
(ottobre 2009), ne furono condannati 10 mentre per molti altri la
prescrizione cancellò i reati minori. Rimasero quelli di devastazione e
saccheggio che portarono a condanne pesantissime. La più severa è stata
inflitta a Francesco Puglisi, 15 anni di reclusione; poi Vincenzo Vecchi,
13 anni; Marina Cugnaschi 12 anni e 3 mesi.
Secondo gli avvocati i dieci sono stati usati come capro espiatorio e
puniti con pene mai viste in Italia, specie se si considera che la
violenza era stata indirizzata esclusivamente su cose e mai su persone.
Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ucciso da un carabiniere in piazza
Alimonda durante gli scontri, aveva così commentato la sentenza: «Queste
pene non le danno nemmeno agli assassini. Nemmeno agli assassini».
(m. p.)

Se gli atti della Diaz sono ancora in attesa dei "talloncini", il
presidente della Corte d´Appello Mario Torti annuncia che «in queste ore
si è sbloccato un altro fascicolo. Domani (oggi per chi legge, ndr)
partiranno per la Cassazione gli atti del processo per devastazione e
saccheggio». Si tratta del cosiddetto processo contro 25 presunti Black
Block, tutti italiani, dei quali, alla fine del giudizio di secondo grado
(ottobre 2009), ne furono condannati 10 mentre per molti altri la
prescrizione cancellò i reati minori. Rimasero quelli di devastazione e
saccheggio che portarono a condanne pesantissime. La più severa è stata
inflitta a Francesco Puglisi, 15 anni di reclusione; poi Vincenzo Vecchi,
13 anni; Marina Cugnaschi 12 anni e 3 mesi.
Secondo gli avvocati i dieci sono stati usati come capro espiatorio e
puniti con pene mai viste in Italia, specie se si considera che la
violenza era stata indirizzata esclusivamente su cose e mai su persone.
Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ucciso da un carabiniere in piazza
Alimonda durante gli scontri, aveva così commentato la sentenza: «Queste
pene non le danno nemmeno agli assassini. Nemmeno agli assassini».
(m. p.)

.
.