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19.11.03

DOTTOR GRATTERI, PERCHE' NON SI DIMETTE?

COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
comunicato stampa

DOTTOR GRATTERI, PERCHE' NON SI DIMETTE?
Il dottor Francesco Gratteri, secondo quanto riportato oggi dai quotidiani, si è detto estraneo a tutti i reati che la procura di Genova gli contesta per la mattanza eseguita alla scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001. "Cosa c'entra Gratteri con tutto ciò? - ha detto il suo avvocato, secondo quanto riportato dall'Ansa - Se egli fosse rimasto a casa a seguire il programma in tv, avrebbe certamente evitato di assumere il ruolo di parafulmine". Il dottor Gratteri ha certamente tutto il diritto di difendersi e di respingere le accuse proclamandosi innocente: saranno i giudici, quando ci sarà il processo (sempre che il dottor Gratteri sia rinviato a giudizio), a stabilire se gli vadano addebitate delle responsabilità.
Vorremmo però ricordare che il dottor Gratteri, quella notte, non era davanti alla tv, ma per l'appunto nel cortile della scuola Diaz. E' il dirigente di grado più alto fra i trenta indagati. Perciò vorremmo fargli qualche domanda, sperando in una risposta pubblica, rivolta non tanto a noi ma all'intera cittadinanza, che ha il diritto di avere spiegazioni sui gravissimi abusi commessi la notte del 21 luglio 2001.
Dottor Gratteri, anche ammesso che lei non c'entri niente con le accuse di falso, calunnia e abuso di ufficio, non ha per caso notato nulla di strano quella notte? Non ha per caso visto qualche decina di barelle sfilare davanti ai suoi occhi al termine di una perquisizione? Ha saputo che le due molotov, principale elemento d'accusa per l'arresto dei 93 occupanti della scuola, sono state portate da agenti della polizia di Stato? E che una perizia dei carabinieri ha messo in forte dubbio l'accoltellamento denunciato da un agente?
Vorremmo sapere che cosa ha fatto lei dal suo alto incarico, oltre a negare ogni sua responsabilità personale e a chiedere lo spostamento dell'inchiesta a Torino (forse per guadagnare tempo?), per identificare gli esecutori del brutale pestaggio eseguito dentro la scuola (80 persone ferite, alcune in modo molto grave); che cosa ha fatto per sapere chi, perché e su ordine di chi ha costruito prove false per arrestare 93 persone appena umiliate nel più completo dispregio dei diritti umani. Non crede che questo sarebbe il compito di un alto funzionario dello Stato, al servizio dei cittadini?
Vorremmo sapere perché lei, come gli altri dirigenti della polizia di Stato presenti quella notte, non ha mai pensato di chiedere scusa ai 93 arrestati e a tutti i cittadini italiani e stranieri scioccati per quanto accaduto dentro la scuola Diaz, una delle pagine più nere nella storia della polizia italiana. Vorremmo anche chiedere a lei e ai suoi colleghi indagati dalla procura di Genova, se non ritenete opportuno fare un passo indietro e lasciare i vostri prestigiosi incarichi, in modo da difendervi in piena libertà senza compromettere la credibilità dell'istituzione che rappresentate: in altri paesi, dove il rispetto delle istituzioni e dei cittadini sono al primo posto, un alto funzionario si dimetterebbe, in attesa della fine delle inchieste e degli eventuali processi, per fatti molto meno gravi di quanto accaduto alla scuola Diaz.

Genova, 19 novembre 2003

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