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18.11.13

LA MISERABILE RISPOSTA DELLO STATO

L'umiliazione dei cittadini continua. Prima dipendenti dello stato ti pestano a sangue, rischiando di infliggerti lesioni letali, poi ti arrestano costruendo prove false e mentendo all'opinione pubblica, subito dopo il presidente del consiglio in conferenza stampa internazionale ti addita come eversore e violento; e ora, a ben dodici anni di distanza dai fatti, una volta finiti i processi, una volta smontato il castello di menzogne, una volta chiaro al mondo che 93 cittadini furono letteralmente calpestati nel corpo e nello spirito, ecco il risarcimento: 15mila euro, rispetto ai 200 mila richiesti nel primo giudizio civile intentato da uno dei malcapitati ospiti della scuola Diaz, trasformata la notte del 21 luglio 2001 in una sorta di tonnara.

Non è il denaro che ripaga da tante sofferenze fisiche e morali, ma anche le cifre danno la misura della risposta dello stato a fronte di tante ingiuste angherie inflitte a persone inermi da uomini in divisa. Perciò proviamo pena per uno stato così miserabile: non si è mai sentito dalla parte dei cittadini umiliati e violati nel corpo e nello spirito e lo ha dimostrato in ogni momento. Ha evitato di costituirsi parte civile contro gli imputati; li ha difesi, mantenuti ai loro posti e in qualche caso anche promossi; non ha chiesto scusa alle vittime e alla cittadinanza per l'insopportabile caduta di legalità costituzionale, ora non riesce nemmeno a risarcire i cittadini in modo dignitoso.

Non vogliamo né possiamo valutare sul piano tecnico-giuridico la decisione presa dai giudici, ma è impossibile sottacere la sostanza di questa vicenda, anche alla luce dei mancati risarcimenti - pur disposti dai giudici - per le vittime delle torture nella caserma-carcere di Bolzaneto: siamo di fronte a un'atroce beffa, a uno stato che si prende gioco di persone leali e corrette, che hanno detto la verità in ogni momento di questa vicenda, processo compreso (e sono le uniche ad averlo fatto).

Perché lo stato non ha proposto di sua iniziativa risarcimenti adeguati? Perché addirittura nega gli anticipi già decisi dai giudici in sede penale? Perché non dà un segnale di comprensione della gravità di quanto accaduto? Perché non capisce quanto sia nocivo continuare ad ignorare e calpestare la dignità dei cittadini trattati così brutalmente nel 2001?

Ci è impossibile oggi appellarci a chi rappresenta le istituzioni con responsabilità istituzionali e di governo, perché chi ha occupato e occupa quei ruoli ha tradito pervicacemente ogni aspettativa di lealtà e giustizia: non ci aspettiamo quindi più niente da loro. Ci rivolgiamo perciò ai nostri concittadini, affidando loro la consapevolezza che nasce da questa penosa vicenda.

Comitato Verità e Giustizia per Genova

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