SCUOLA DIAZ, 21 LUGLIO 2001: FATTI E MENZOGNE

Scheda riassuntiva a cura del Comitato Verita’ e Giustizia per Genova – www.veritagiustizia.it

I FATTI

Nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001 un gruppo di agenti delle forze dell’ordine ha fatto irruzione nei locali della scuola Pertini/Diaz per effettuare una perquisizione ai sensi dell’articolo 21 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

Quella perquisizione si e’ conclusa con 93 arresti e 82 feriti con tre prognosi riservate: la tedesca Melanie Jonasch (trauma cranico cerebrale, con fattura della rocca petrosa sinistra, ematomi cranici vari, policontusioni al dorso, spalla e arto superiore destro, frattura della mastoide sinistra, ematomi alla schiena e alle natiche), il tedesco Karl Wolfgang Baro (trauma cranico con emorragia venosa) e l’inglese Mark Covell (perforazione del polmone, trauma emitorace, spalla e omero e trauma cranico).

Degli 82 feriti 63 sono stati condotti in ospedale, e i rimanenti 19 sono stati condotti direttamente nel “carcere temporaneo” allestito all’interno della caserma di Polizia di Genova Bolzaneto durante i giorni del G8.

Tutti le persone ospitate all’interno della scuola sono state tratte in arresto con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie molotov.

Il 22 luglio il presidente del consiglio Silvio Berlusconi dichiara alle telecamere che “ho avuto questa mattina una telefonata del ministro degli Interni, che mi ha rappresentato il ritrovamento di armi improprie all'interno del Genoa Social Forum e la individuazione di 60 persone appartenenti alle squadre violente che si erano occultate, a dire del ministro, con la connivenza degli esponenti del Genoa Social Forum tra gli esponenti stessi del Genoa Social Forum. […] La notizia mi è stata data come una notizia tendente a chiarire che non c'era una distinzione tra coloro che hanno operato la violenza e la guerriglia e gli esponenti del Genoa Social Forum che anzi, per la notizia che mi è stata data, avrebbero favorito e coperto questa loro presenza''.

Lo stesso giorno la Polizia di Stato organizza una conferenza stampa nel corso della quale i giornalisti non possono fare domande, ma solo ascoltare la lettura di questo comunicato:

Anche a seguito di violenze commesse contro pattuglie della Polizia di Stato nella serata di ieri in via Cesare Battisti, si è deciso, previa informazione all'autorità giudiziaria, di procedere a perquisizione della scuola Diaz che ospitava numerosi giovani tra i quali quelli che avevano bersagliato le pattuglie con lancio di bottiglie e pietre. Nella scuola Diaz sono stati trovati 92 giovani, in gran parte di nazionalità straniera, dei quali 61 con evidenti e pregresse contusioni e ferite. In vari locali dello stabile sono stati sequestrati armi, oggetti da offesa ed altro materiale che ricollegano il gruppo dei giovani in questione ai disordini e alle violenze scatenate dai Black Bloc a Genova nei giorni 20 e 21. Tutti i 92 giovani sono stati tratti in arresto per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e saccheggio e detenzione di bottiglie molotov. All'atto dell'irruzione uno degli occupanti ha colpito con un coltello un agente di Polizia che non ha riportato lesioni perché protetto da un corpetto. Tutti i feriti sono stati condotti per lecure in ospedali cittadini.

Il 12 maggio 2003 il Gip Anna Ivaldi dispone l'archiviazione delle indagini per il reato di resistenza, con un'ordinanza di archiviazione in cui si afferma che “non può affermarsi, neppure con un minimo grado di certezza, che coloro che si trovavano nella Diaz e che vennero poi arrestati abbiano lanciato oggetti sulle forze di polizia”.. Deve poi escludersi essi abbiano posto in essere atti di resistenza nei confronti del personale di polizia, una volta che questo riuscì ad accedere all'interno della Diaz”.. Il 3 febbraio 2004 vengono archiviate anche le accuse di associazione a delinquere.

LE MENZOGNE

Il PRESIDENTE DEL CONSIGLIO HA MENTITO: nella scuola non c’erano violenti.

IL CAPO DELL’ANTITERRORISMO HA MENTITO: Non c’e’ stata una pattuglia aggredita.
Il 5/9/2001 Francesco Gratteri, oggi capo dell’antiterrorismo, ha dichiarato al comitato parlamentare d’indagine che “le pattuglie andate in ausilio all'altezza della scuola Diaz-Pascoli, occupata da rappresentanti del Genoa Social Forum, vennero colpite dal lancio di oggetti. Le pattuglie, dirette dal dottor Di Bernardini della Squadra Mobile di Roma, dovettero far uso di segnali di emergenza per sottrarsi a tentativi di aggressione con possibili gravi conseguenze”. Queste affermazioni non hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Di Bernardini durante l’interrogatorio effettuato Il 17 dicembre 2001 con il Pm Enrico Zucca.

IL PORTAVOCE DELLA POLIZIA HA MENTITO: Le ferite non erano “pregresse”.
Alle 2:17 del 22 luglio il portavoce della Polizia di Stato Roberto Sgalla parla ai microfoni di RaiNews24 di “una decina di feriti, la maggior parte erano feriti che non si erano fatti curare precedentemente”. Lo stesso concetto viene confermato nel comunicato stampa del giorno successivo. Dai certificati medici risulta che durante l’irruzione delle forze di polizia nella scuola Diaz/pertini sono state ferite 82 persone, tre delle quali in modo molto grave.

IL CAPO DELLA DIGOS GENOVESE HA MENTITO: Dalla scuola non e’ partita una “sassaiola”..
Spartaco Mortola, il numero uno della Digos di Genova, ha negato l’evidenza dei filmati girati al momento dell’irruzione dalla scuola Pascoli, l’edificio antistante alla scuola Diaz/Pertini. Mortola. In una nota inviata al capo della Polizia il 5/8/2001 mortola ha dichiarato che “poiché l'immagine è concentrata soprattutto sul portone d'ingresso ed a a causa dell'oscurità, non si nota apparentemente il lancio di oggetti contundenti dai piani superiori all'indirizzo delle forze dell'ordine, anche se lo scrivente conferma, anche in questa sede, che il lancio di oggetti ci fu”.

IL CAPO DELLA MOBILE DI ROMA HA MENTITO: Nella scuola non c’e’ stata resistenza.
Il 4 settembre 2001 Vincenzo Canterini, comandante del VII nucleo sperimentale antisommossa del I Reparto Mobile di Roma, ha dichiarato al comitato parlamentare d’indagine che nella scuola Diaz/Pertini “vi sono state persone che, entrando, hanno visto lanciarsi contro delle sedie e quindi hanno reagito”. Uno degli uomini di Canterini, invece, descrive pestaggi immotivati, compiuti in assenza di reazione. Nella relazione di servizio consegnata al questore Colucci il 22 luglio 2001, il vice sovrintendente della Polizia di Stato Vincenzo Compagnone ha dichiarato che nella scuola “notavo operatori ed altri accanirsi e picchiare come belve dei ragazzi, uno di questi era a terra in una pozza di sangue e non dava segni di vita”.

IL QUESTORE DI GENOVA HA MENTITO: Nella scuola non c’e’ stato un tentato omicidio.
Nel "telefax urgentissimo" del 22 luglio con cui il Questore Francesco Colucci ha notificato al ministero dell'Interno i risultati dell'operazione di polizia effettuata nella notte precedente, si descrive "una squadra" di poliziotti affrontata da "un giovane tuttora non identificato" che ``si confondeva con le altre persone rintracciate della scuola'', ma solo “dopo essere stato immobilizzato''. Nel documento di Colucci, inoltre, si sostiene che una delle cause che impediscono all'agente Massimo Nucera di identificare il suo aggressore, oltre al buio e alla concitazione, è il "contestuale intervento di numeroso personale", come dire che sul posto c'erano troppi poliziotti. Questa versione dei fatti, e il racconto dello stesso Nucera, sono stati smentiti dai Carabinieri del RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) di Parma, con due perizie consegnate alla Procura di Genova il 25 maggio e il 7 ottobre 2002..

13 ALTI FUNZIONARI DI POLIZIA HANNO MENTITO: Nella scuola non c’erano molotov.
Nel verbale di perquisizione corredato da tredici firme di alti funzionari della polizia di Stato, si descrive il ritrovamento di due bottiglie molotov, ma le indagini successive hanno rivelato una verita’ differente. Il Vicequestore aggiunto Pasquale Guaglione, infatti, ha dichiarato ai PM genovesi Enrico Zucca e Francesco Pinto che quelle bottiglie sono state in realta’ ritrovate da lui sul lungomare di Corso Italia nel pomeriggio del giorno precedente. Adesso tutti riconoscono che quelle due bottiglie sono delle “prove fasulle”, ma nessuno vuole ammettere la propria responsabilita’ nell’accreditarle come prove vere.

Durante il processo per i fatti accaduti nella scuola Diaz/Pertini non si dovra’ stabilire SE sono state falsificate delle prove, SE sono stati commessi dei pestaggi gratuiti, SE sono stati compiuti degli abusi, ma si dovra’ dire CHI e’ responsabile di questi reati in forma diretta o per omesso intervento..

 

 

 

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