16.07.08
Repubblica Genova
"Questa eš una sentenza scritta senza coraggio"
I pm: una vicenda finita nel minimalismo
"Depressione? Beh, guardando tutti questi anni di lavoro... Ma cŽe' la
soddisfazione di aver visto accertati abusi gravissimi"
MASSIMO CALANDRI
STUPORE. Amarezza. Delusione. E come una strana sensazione di smarrimento.
Di confusione professionale. Perche' dopo sette anni di inchiesta, i
pubblici ministeri di Bolzaneto â Patrizia Petruzziello, Vittorio Ranieri
Miniati - proprio non riescono a capire come sia potuto accadere. Trenta
assoluzioni, quindici condanne. Meno di un terzo delle pene richieste.
Secondo la terza sezione del tribunale di Genova, un solo imputato avrebbe
"torturato" i prigionieri del G8.
Biagio Antonio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria. Cinque
anni di reclusione, colpevole di abuso di autorita' e dŽufficio e di aver
"compromesso i diritti fondamentali" delle persone offese.
«Appunto. Non si capisce. Ma come: tutti gli altri no, lui invece si'. Non
sembra molto razionale. E alla fine, considerato il metro usato, pare
quasi sproporzionato. Pero' sara' meglio leggere le motivazioni, prima di
commentare».
Subito dopo la lettura della sentenza, ai microfoni dicevate di essere
"tutto sommato soddisfatti".
«E invece no. EŽ andata male, inutile negarlo. Resta la soddisfazione di
aver provato che a Bolzaneto ci furono abusi. Sono stati fissati i
risarcimenti e anche lo Stato dovra' pagare. Tutto questo eš positivo.
Pero'...».
Pero' su tutti i punti in cui poteva esserci motivo di "discussione", il
tribunale vi ha dato regolarmente torto.
«Non eš stato punito il trattamento riservato dai medici ai detenuti, salvo
alcuni episodi. Il ruolo dei carabinieri eš stato valutato in maniera
univoca. I falsi commessi nella redazione dei verbali non sono stati presi
in considerazione. E poi lŽabuso dŽufficio, che era poi il
passaggio-chiave per dimostrare la disumanita' dei trattamenti: eš stato
rilevato solo per lŽispettore Gugliotta».
LŽaltra sera gli imputati sembravano rassegnati. Consapevoli di
unŽinevitabile condanna. PerchĂ© nel dibattimento nessuno ha negato i
fatti. Chi si Ăš difeso, ha potuto dire solo: "Io non ho visto". Invece...
«Il dibattimento in questi anni era filato via liscio. Forse Ăš andato
tutto troppo bene fino a lunedÏ sera».
Che depressione.
«Prendiamo atto della sentenza, ci mancherebbe altro. Certo che dopo tutti
questi anni di lavoro e di sacrifici, soprattutto negli ultimi mesi...
Abbiamo portato avanti il procedimento e lŽinchiesta, ma senza venire meno
ai nostri doveri quotidiani. EŽ stata dura».
LŽappello suona un poŽ come una beffa. Tanto, tra qualche mese sarĂ tutto
prescritto.
«Ma noi restiamo convinti delle nostre tesi, crediamo nel nostro lavoro e
intendiamo essere coerenti. Comunque. Aspettiamo di leggere le motivazioni
della sentenza, il 14 ottobre. E poi vedremo che fare».
Un aggettivo, uno solo, per definire la decisione presa lŽaltra sera dal
tribunale.
«Minimalista».