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15.06.07

Aprile on line Genova G8, squarci di verità

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Genova G8, squarci di verità

Emiliano Sbaraglia, 15 giugno 2007
Politica

La trasmissione "Primo Piano" dedica una puntata ai fatti del 21 luglio
2001 alla scuola Diaz, dopo la confessione di Michelangelo Fournier. Tra
gli ospiti Gennaro Migliore e un nervosissimo Ignazio La Russa. Anche la
deposizione di Canterini conferma quanto detto dal Vice Questore


Non si placano le polemiche e le reazioni conseguenti alla confessione di
Michelangelo Fournier su quanto accaduto la notte del 21 luglio a Genova.
Tra l'altro, dopo la sua deposizione è arrivata anche quella di Vincenzo
Canterini, all'epoca comandante del reparto celere, che dopo anni di
velate ammissioni e colpevoli silenzi, inizia anche lui a raccontare
qualcosa di interessante, ma soprattutto di maggiormente credibile
rispetto alle centinaia e centinaia di testimonianza raccolte dalle voci
di chi quella notte la "macelleria messicana" la vissuta sulla propria
pelle.

Uno di questi è Lorenzo Guadagnucci, giornalista di QN che ha scritto per
questo giornale proprio all'indomani delle dichiarazioni di Fournier.
Guadagnucci era dentro la Diaz quella notte, e ha ricordato la sua
drammatica esperienza allo speciale di "Primo Piano", collegato insieme a
Giuliano Giuliani, mentre da studio gli ospiti erano il battagliero
Ignazio La Russa, in versione "barricadero", e il capogruppo di Prc alla
Camera Gennaro Migliore, presente anche lui a Genova il 21 luglio proprio
davanti alla scuola Diaz, là dove si era posizionata la redazione di
Indymedia.

L'atteggiamento del rappresentante di An nel corso della trasmissione è
stato rivelatore dei tanti scheletri che ancora devono essere tirati fuori
dall'armadio dell'allora esecutivo di governo. Ed è stato un vero
sollievo, per chi ha a cuore che verità e giustizia finalmente vengano
fuori, riscontrare nelle parole di Migliore la pacatezza e la sicurezza
della ragione.

Ma La Russa, nel suo delirio ansiogeno che già al primo intervento l'aveva
portato a parlare di trasmissione faziosa orchestrata contro la polizia,
un paio di cose serie le ha dette.

La prima rimarcava il fatto che l'attuale capo della polizia, Giuseppe De
Gennaro, ricopriva già nel 2001 lo stesso ruolo: una incongruenza che,
come lo stesso Migliore ha ammesso, in qualche modo dovrà essere risolta
all'interno della maggioranza, divisa tra coloro che ne chiedono le
dimissioni e altri che ne tentano una articolata difesa.

La seconda riguarda l'istituzione di una commissione d'inchiesta,
passaggio non così naturale come potrebbe apparire, dato che per alcuni
esponenti del centrosinistra, come il socialista di Rnp Roberto Villetti,
tale decisione si muoverebbe parallelamente ai processi in corso,
rischiando di inficiare gli esiti degli stessi. Due punti, questi cercati
faticosamente da La Russa nella sua strenua arringa, non così marginali
per giungere al giusto epilogo della vicenda. Vediamo perché.

Sulla commissione chiarisce bene la situazione la risposta del senatore di
Rifondazione Giovanni Russo Spena all'invito di Follini, che aveva
dichiarato "inutile" l'istituzione di una commissione parlamentare su
episodi appartenenti oramai al passato. "Ricordo a Marco Follini che sia
l'istituzione della commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8,
sia l'abbattimento dello scalone fanno parte del programma dell'Unione",
puntualizza il capogruppo del Prc al Senato, che in una nota aggiunge: "Mi
sembra tanto grave quanto irragionevole affermare che la commissione
d'inchiesta su Genova sarebbe inutile dal momento che quegli eventi "sono
ormai alle spalle". Mi chiedo quale concezione della giustizia possa
ispirare una frase del genere, tanto più dopo la confessione dell'ex
vicequestore Fournier. Il rispetto del programma e l'istituzione della
commissione d'inchiesta sono dunque più che mai doverosi". Quindi, una
commissione d'inchiesa sui fatti di Genova è un punto del programma
dell'Unione, ben prima delle ultime rivelazioni emerse dal processo.

Arriva poi (nell'appello lanciato su iniziativa del mensile dei Cantieri
Sociali "Carta") da un numero di persone più o meno direttamente coinvolte
nei fatti di sei anni or sono (da Giuliano e Haidi Giuliani ai vari
portavoce dei movimenti che avevano dato vita al Genoa Social Forum, sino
allo stesso Russo Spena), la richiesta al Governo di rimuovere il capo
della polizia, Gianni De Gennaro, considerato "oggettivo responsabile
della condotta tenuta in questi sei anni dalla polizia di stato". Quindi
non è soltanto una incongruenza di fondo quella di avere lo stesso capo di
polizia di allora: si tratta di comprendere anche il ruolo dello stesso De
Gennaro nel corso di questi sei anni di lunghi silenzi.

I problemi sollevati da La Russa dunque esistono e vanno affrontati;
mentre per quanto riguarda il "come mai non si facciano processi e non si
impostino trasmissioni sui black-block", al vulcanico ex-picchiatore
missino bisognerebbe ricordare che, a parte alcuni che servivano per
infiltrarsi meglio nel cuore dei cortei di quei giorni, la maggior parte
dei black-block a Genova erano agenti in borghese, come dimostrano varie
fotografie scattate fuori le caserme e le questure del capoluogo ligure.

La deposizione in tribunale di Michelangelo Fournier ha messo a nudo, come
si legge anche nell'appello, "la strategia dell'omertà e della menzogna
seguita in questi anni dalla polizia di stato sui fatti di Genova". A
questa confessione si è adesso aggiunta quella di Canterini. Ora speriamo
che gli altri indagati nel processo tornino sui loro passi, dopo aver
comunicato di volersi avvalere della facoltà di non rispondere.

Per il bene e l'onore di tutte le persone oneste che lavorano nelle forze
dell'ordine, e in nome della verità e della giustizia che molti ancora
attendono.

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