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19.02.04

dal Secolo xix Genova: rottura sul G8

Tursi, rottura sui no global
LA POLITICA Dopo che il Comune si è costituito parte civile contro i black
bloc fallisce l'incontro fra il partito e il sindaco
Rifondazione comunista pronta a uscire dalla giunta

Rifondazione comunista è con un piede fuori dalla giunta. Per l'altro si
attende la decisione del comitato politico federale, che potrebbe riunirsi
all'inizio della prossima settimana. Giusto qualche giorno, in attesa di un
"miracolo" politico che però gli stessi esponenti del partito di Bertinotti
sono i primi a faticare ad immaginare. E' questa l'aria che si respira al
termine dell'incontro (un'ora e venti) avvenuto ieri pomeriggio a Palazzo
Tursi fra il sindaco Giuseppe Pericu, rientrato in mattinata da Roma, e la
delegazione di Prc composta dal segretario politico Bruno Pastorino e dai
consiglieri comunali Roberto Delogu, capogruppo, Patrizia Poselli e Laura
Tartarini (assente Arcadio Nacini, influenzato). Oggetto, la costituzione
di parte civile del Comune al processo contro 26 manifestanti del G8
accusati di devastazione e saccheggio. Dice Pastorino: «Abbiamo chiesto al
sindaco di assumere un atto unilaterale che possa ricomporre la frattura
che si è creata non con Rifondazione, ma con una parte importante della
città e della società che ha contribuito anche alla sua elezione, il
movimento, l'Arci, don Gallo, Giulietto Chiesa, esponenti politici dei
Verdi e gli stessi compagni dei Ds».
Ma la richiesta di Prc di ritirare la costituzione di parte civile è stata
respinta dal sindaco senza lasciare margini di trattativa. Per Pericu
l'atto è stato «doveroso e opportuno». Il sindaco ha ribadito che considera
la delibera un atto amministrativo, in cui si riconosce pienamente, e non
un provvedimento politico. Una retromarcia è dunque da escludere, anche se
Pericu scriverà una lettera all'avvocato Giovanni Salvarezza, legale del
Comune, per puntualizzare che la costituzione è circoscritta all'aspetto
dei danni materiali. Pericu ha spiegato di non voler subordinare l'attività
amministrativa ai partiti e alla politica (e si è dimostrato anche molto
irritato per l'invasione dei "disobbedienti" giovedì scorso in consiglio
comunale), ma dall'altra parte la delibera ha scoperto un nervo sensibile
di Prc, il suo rapporto con il movimento: anche per gli equilibri interni,
appare estremamente difficile un ammorbidimento della linea che l'altra
sera il comitato politico federale ha votato (32 sì su 44): il ritiro
dell'atto.
«Se le due posizioni, la nostra e quella del sindaco, non si muovono, si va
verso la crisi - ammette Pastorino - ma noi auspichiamo che nei prossimi
giorni possano ancora arrivare proposte di ricomposizione: le ascolteremo
tutte». Dice Mario Tullo, segretario dei ds, con un diavolo per capello per
la posizione assunta dai consiglieri del Medio Ponente («Sbagliata e
ingenerosa verso Pericu e la giunta»): «L'atto non aggiunge e non toglie
nulla alla nostra posizione politica, alla richiesta di verità e giustizia,
ma sono pronto a chiedere al sindaco e alla maggioranza di puntualizzarla
di nuovo».
L'uscita dalla giunta, dove Prc ha due assessori di riferimento, Valter
Seggi e Dante Taccani, non dovrebbe però intaccare il "vincolo elettorale"
che lega Pericu e la sua maggioranza a Rifondazione e quest'ultima agli
elettori del centrosinistra a Palazzo Tursi. Lontano dalla giunta, un po'
meno dalla maggioranza (che ha comunque i numeri per governare), per il
partito di Bertinotti a Genova si avvicina il tempo della resa dei conti.

Andrea Plebe

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