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05.05.04

G8: la polizia si rifiuto' di intervenire

G8, l'altra faccia degli scontri
In tribunale, Genova rivive le drammatiche giornate di assalti, devastazioni e saccheggi a banche e supermercati
Una commerciante: «Chiamai il 113, ma rifiutò di intervenire»


Genova Cronache da una città devastata dai black bloc e abbandonata dalla polizia. Testimonianze dalle strade devastate vandalizzate dai violenti del blocco nero, durante il G8; cittadini abbandonati dalle forze dell'ordine alla follia dei vandali. Le due facce degli scontri. Rivissute ieri mattina, nell'aula bunker del tribunale, dov'è in corso il processo contro ventisei manifestanti accusati di devastazione e saccheggio.

I racconti. Parla Nadia D., socia del supermercato Di per Dì di piazza Giusti, saccheggiato durante i disordini: «Ho chiamato il 113, mi hanno detto che non potevano venire e che avevano avuto l'ordine di non intervenire».

Incalza Rolando F., che abita in una strada adiacente: «Ho notato un gruppetto di persone che portava via la merce del supermercato su una macchina. Ho preso il numero di targa, ho visto dei vigili urbani e gliel'ho comunicato. Si sono rifiutati di prenderlo, dicendo che non faceva parte delle loro funzioni». Annamaria P., altra abitante nella zona: «A sfondare gli ingressi del supermercato sono stati una quindicina di black block. Alcuni parlavano tedesco. Ma a saccheggiarlo sono stati vari gruppi di manifestanti normali, cioè non in divisa. In strada volava di tutto, palloni razziati al distributore di benzina, pezzi di carne, lattine, bottiglie di champagne, cosciotti d'agnello».
La banca assaltata. Maurizio B., funzionario dell'agenzia della Banca Popolare di Novara: «Ero appena uscito quando ho visto persone incappucciate che scagliavano sassi e bottiglie contro i vetri della banca, con la chiara intenzione di assaltarla. Allora ho pensato al mio collega che era solo e sono ritornato in ufficio dove sono rimasto a presidiare fino alle 21,30». Giovanni D., agricoltore, partecipava alla manifestazione alla guida di un piccolo trattore che trascinava una mucca di cartapesta: «Quando ho visto altri manifestanti diventare violenti ho cercato di convincerli a desistere, ma non c'è stato niente da fare e quindi mi sono preoccupato di mettere in salvo il trattore».
La polemica. Il rappresentate legale del supermercato saccheggiato, Alessandro A., ha poi innescato un nuovo fronte di recriminazioni: ha sottolineato come, a fronte dei danni subiti, circa 115 mila euro (222 milioni di vecchie lire), ha ricevuto dal Comune un rimborso di 65 mila euro. Il gestore del distributore Ip ha lamentato a sua volta di aver subito danni per 60 milioni, quasi 31 mila euro, e di non essere stato ancora del tutto risarcito. E' stato invece liquidato un gommista, al quale i manifestanti hanno spaccato le insegne del negozio per poi saccheggiarlo.
Guai per Canterini "questore". Nuovo appuntamento giudiziario per Vincenzo Canterini, l'ex capo del reparto mobile di Roma, già sotto inchiesta per l'irruzione alla scuola Diaz. Canterini, proprio nelle ultime settimane, ha lasciato la guida della celere capitolina. La novità: a ottobre inizierà il corso di nove mesi alla conclusione del quale sarà automaticamente nominato questore. Canterini è ora accusato dalla procura di lesioni aggravate e di violenza privata per un episodio accaduto il 21 luglio 2001, a mezzogiorno, all'incrocio tra corso Buenos Ayres e via Casaregis. Dicono i pm: ha spruzzato il contenuto di uno spray urticante negli occhi di un avvocato torinese, Gianluca Vitali, che protestava per un lancio di lacrimogeni ad altezza d'uomo, e ad altri due manifestanti. Canterini, difeso da Silvio Romanelli, sarà ascoltato lunedì alle 10,30. La sua tesi: «Ho intimato a quelle persone di togliersi da lì, anche perché quella situazione era pericolosa per la loro stessa i
ncolumità. Non hanno rispettato l'ordine, non aveva senso caricarli o allontanarli di forza, ho solo agitato quella bomboletta per convincerli».
Diaz e Bolzaneto. Sono ormai pronte le richieste di rinvio a giudizio per le violenze alla caserma-carcere di Bolzaneto: partiranno a giorni, dopo la scadenza di un vincolo tecnico di notifica, l'11 maggio. Nei giorni immediatamente successivi saranno consegnate al gip. Per l'irruzione alla scuola Diaz alcuni imputati, tra i massimi gradi della polizia, sembrano intenzionati a chiedere il rito abbreviato, cioè solo sugli atti, sulle carte. Sono convinti infatti che la documentazione acquisita dalla procura non dimostri la loro colpevolezza.

Marco Menduni

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