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28.06.07

G8, la promozione di DeGennaro infiamma il processo

Secolo XIX

MANIFESTAZIONE DAVANTI A PALAZZO DI GIUSTIZIA
G8, la promozione di DeGennaro infiamma il processo
Dure polemiche per il trattamento riservato all’ex capo della polizia
indagato dalla procura genovese
GENOVA. Se fosse stata un’udienza di un paio di settimane fa non sarebbe
successo nulla. Invece tutti hanno i nervi a fior di pelle, dopo l’invito
a comparire all’ex capo della polizia Gianni De Gennaro.E così la polemica
esplode dopo le dichiarazioni dei testimoni ascoltati ieri mattina in aula
nel processo per il blitz nella scuola Diaz. Ramon Mantovani (deputato di
Rifondazione) e Luigi Malabarba (ex parlamentare dello stesso partito, che
si è dimesso per far posto ad Haidi Giuliani) gi vanno più di machete che
di fioretto davanti ai giudici. Ma è subito dopo, davanti alla stampa, che
rincarano la dose. Parte Malabarba: ««La nomina di Gianni De Gennaro a
capo di Gabinetto di Amato? Se l’avesse fatta Berlusconi il centrosinistra
sarebbe insorto e l’avrebbe definita un golpe». Ancora: «Non è stato
rimosso, ma promosso anche al di l delle sue aspirazioni. È diventato un
paraministro di polizia ». La chiosa: «Se poi assumer anche la funzione
di capo dell’ intelligence, avremo una situazione alla Negroponte, un
blocco di potere su antiterrorismo, ordine pubblico e missioni militare
come mai in un Paese occidentale». Anche Mantovani non va per il sottile:
«Ritengo De Gennaro responsabile di quello che è avvenuto al G8. Penso che
a Genova ci sia stata una regia internazionale che abbia by passato il
governo e che all’interno di questa struttura internazionale ci fosse
anche il capo della polizia». Apriti cielo. Perché Mantovani e Malabarba
sono due esponenti di Rifondazione tra i più autorevoli. E perché il via
libera al complesso mosaico di sostituzioni al vertice della polizia
(Manganelli numero uno,De Gennaro capo gabinetto di Amato) ha avuto
l’avallo del partito, con il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore. Così
dal centrodestra partono le bordate. Luca Volontè, Udc: «Mantovani,
solitamente prudente,oggi si è lasciato andare, forse per via del caldo
torrido, a esternazioni infamanti per l’intera polizia italiana»; «Non si
utilizza un’aula di giustizia per declamare proclami politici», tuona la
forzista Jole Santelli. Giampiero D’Alia, Udc: «Il governo censuri subito
Mantovani ». E lui si risente: «Se c’è una vittima del caldo torrido non
sono io, visto che a Genova c’erano circa dieci gradi centigradi in meno
rispetto a Roma». E incalza: «Queste cose le sostengo fin dall’epoca dei
fatti di Genova e l’andamento del processo le sta confermando pienamente».
Fatti di Genova che Malabarba descrive a tinte fortissime: «L’unica mia
esperienza paragonabile al blitz Diaz è stata in Salvador durante
l’irruzione dell’esercito in una universit ». Racconta che un
dirigente,poi identificato come Francesco Gratteri, ex capo dello Sco,
«come un disco rotto gridava “fate largo, fate spazio”, senza guardare in
faccia nessuno e senza rispondere alle mie richieste da parlamentare
».Arrivato davanti alla Diaz, a mezzanotte e mezza, il primo impatto con
una ambulanza,poi un infermiere sconvolto. «Subito dopo sono usciti dei
sacchi neri, esposti con grande platealit . Alcuni subito pensarono che
dentro ci fossero dei morti». Era stato raccontato sui giornali (fu
anticipato all’epoca dai cronisti del Secolo XIX) che prima del vertice
furono acquistati 200 body bag, contenitori d’emergenza per riporre
cadaveri. Altro capitolo: lanuova inchiesta per falsa testimonianza,
quella che accomuna l’ex questore di Genova Francesco Colucci e l’ex capo
della polizia De Gennaro. I difensori hanno chiesto di acquisire agli atti
anche le dichiarazioni di Colucci in fase di indagini preliminari.
Vogliono dimostrare che non ha mai, sostanzialmente, cambiato versione o
ritrattato. I pm hanno dato il via libera,ma hanno chiesto anche di
acquisire il racconto dell’ex questore al comitato parlamentare
d’indagine. Un’altra battaglia si profila anche sulle telefonate. I
difensori vogliono che siano sentite in aula le chiamate dei cittadini al
113 primadell’irruzione alla Diaz. Voci concitate chiedono aiuto per la
presenza dei black bloc nella zona. Dicono: «Li vediamo, stanno
nascondendo caschi e spranghe nei cassonetti». Un’altra telefonata:
«Stanno fuggendo calandosi dalle impalcature sul retro della scuola Diaz,
venite immediatamente». Ancora: «Fanno barricate e incendiano cassonetti
vicino alla scuola Diaz».Anche in questo caso i pm hanno dato l’ok.
Curiosa è poi la conversazione dell’autista di una camionetta della
polizia al centralino,dopo le 2dinotte. L’agente lamenta di aver perso
Pietro Troiani (imputato nel processo per aver introdotto nella scuola le
due molotov, ndr)e tutta la squadra.«Io adesso sono nella piazza
antistante e sta arrivando... diciamo... il corteo di queste persone che
stanno manifestando. I carabinieri... il resto del VII (il reparto
diVincenzo Canterini,a sua volta imputato, ndr) sono andati tutti via...
Voi dove siete? Siete andati via? Devo aspettare il resto della squadra?».
Troiani gli risponde: «Rientra sotto la nave di Napoli, porta il Magnum
sotto... rientra in porto».
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