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28.07.04

Imputati e promossi

da carta n. 29

IMPUTATI E PROMOSSI di Lorenzo Guadagnucci

Trentuno poliziotti alla sbarra a Napoli spartire da dicembre; ventinove nell'udienza preliminare per i fatti della Diaz un'altra quarantina di agenti - polizia, carabinieri, penitenziaria- che rischiano il processo per le torture a Bolzaneto. Se non è un terremoto poco ci manca, specie se consideriamo che tra gli indagati ci sono personaggi dl primo piano, a cominciare del capo dell'antiterrorismo Francesco Gratteri protagonista con altri dirigenti della notte dei manganelli alla scuola Diaz. Il terremoto pero' si abbatte su un apparato dello stato che sembra dotato di misure antisismiche prova di bomba. Le inchieste, i rinvii a giudizio, le accuse sembrano lasciare indifferenti í vertici delle forze dell'ordine, per nor parlare dei ministri o dei leader politici di maggioranza come d'opposizione, tutti de voti alla consegna del silenzio.
Arriva un'eco debole perfino sui giornali, e bisogna andare in Gran Bretagna a leggersi il Guardian per trovare un quotidiano nazionale che dedichi una pagina intera all'apertura dell'udienza preliminare per i fattì della Diaz. Per i telegiornali italiani la notizia vale ai massima qualche secondo, come semplice fatto di cronaca. Guai a interrogarsi sulle questioni politiche, etiche, amministrative delle indagini. Nessuno che chieda quanto sia credibile l'istituzione Polizia con le notizie che arrivano dai tribunali. che rammenti la recessita' di ristabilire il primato della garanzie costituzionali.
Stiamo parlando di reati che vanno dalla falsificazione di prove, ai pestaggi, addirittura sequestro di persona [contestato dai pin napoletani]. Eppure tutti restano al loro posti, nessuno viene sospeso, anzi fioccano le promozioni. Nel caso della Diaz i dirîgenti di grado più alto presenziano personalmente alle udienze. Qualcuno sostiene che sia un segno di rispetto verso il giudice e anche un segno dl trantran di fronte alle accuse. Ma sembra piu' un gesto d'arroganza, come dire: siamo qui e nulla ci spaventa, perché nessuno può toccarci.
A Genova per avvocati, giudici, imputati sara' un'estate di riflessione. Sia il processo ai manifestanti che quello ai poliziotti sono stati sospesi. Il
primo riprenderà il 13 settembre: nei frattempo i pm Canepa e Canciani avranno esaminato i memoriali presentati da alcuni difensori e proposto il loro contro memoriale. Ci sara' anche da esaminare un'eccezione di militi dell'intera udienza preliminare per violazione dei diritti della difesa: la procura non avrebbe consegnalo tutti i filmati a sua disposizione ma sola una parte. L'udienza preliminare per la Diaz riprenderà il 23 settembre, nel frattempo saranno inviati tutti gli atti dei procedimento al ministero degli Interni, indicato dai legali delle vìttime come "responsabile civile", quindi tenuto a risarcire in caso di condanna, le parti lese nella "perquisizione" del 21 luglio 2001. A settembre si annuncia una ripreso, politico-giudiziaria caldissima. Ai procedimenti gia' in corso si aggiungera' l'udienza preliminare per i fatti di Bolzaneto:
Il fatto che lungo i tronconi d'inchiesta contro chi organizzava le manifestazioni o vi partecipava, si rincari la dose delle accuse, con il rinvio a gìudizlo a Cosenza dei tredici attivisti della Rete del Sul ribelle, non fa che aggravare il quadro. Le contestazioni sono da brivido: cospirazioni politica, sovvertimento violento dell'ordinamento economico dello stato, associazione sovversiva.
Gli uomini dello Stato pescati a firmare verbali falsi, a partecipare a spedizioni punitive finite con decine di persone in ospedale a pestare ragazzi laser ,restano protetti dal "muro antisismico" e conservano tranquilli rasente i loro posti e le rispettive sicurezza convinti di farla franca anche rispetto ad ac Cure tutto sommato lievi; dall'altra parte tredici attivisti a Cosenza e ventisei a Genova rischiano pene a due cifre e devono fare i corti con vite distrutte o gravemente compromesse. Quando parliamo di giustizia ci riferiamo anche a questo.
Visto Genova, da Napoli, da Cosenza questa è una fase storica senza dlgnita'. Nel senso comune, grazie a migliaia complicità, sta passando l'idea che in queste aule giudiziarie non stia accadendo nulla di grave e d'importante. Si vorrebbe già archiviare l'umiliazione inflitta alla democrazia e alle centinaia di migliaia di persone che partecìparono ai cortei di Napoli e Genova. in corso una pulizia delle menti, dopo la lezione data ai corpi. La ricerca della verità in queste condizioni, fa rima con riconquista della. dignita'..

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