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08.02.04

La Padania: il proscioglimento un fatto grave

http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=15057,1,1

Voilà, è bastato un colpo di spugna

Ecco le "motivazioni" con cui il Gip ha "assolto" i 93 dall'accusa di associazione a delinquere
Dunque, sono stati assolti prima ancora di arrivare a pensarlo, un processo. Poche indagini su di loro, perché i colpevoli sono altri, si sa. Una decisione grave, molto grave.I 93 no global arrestati il 21 luglio 2001 dopo l'irruzione della polizia nella scuola Diaz sono stati prosciolti dall'accusa di associazione a delinquere perché ''non sono emersi a loro carico elementi che facciano presumere la sussistenza di rapporti associativi
con chi devastò e saccheggiò la città''. Per questi motivi il gip Anna Ivaldi, condividendo le tesi dei pm Canepa e Canciani, ha accolto la richiesta di archiviazione per i 93 no global che dormivano nella scuola Diaz durante il G8.
È caduta così l'ultima accusa per i 93 no global che erano già stati prosciolti dal gip - su richiesta di archiviazione del pm - dalle accuse di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e altro.
In quel caso specifico, ricorda il gip nell'ordinanza, ''la richiesta di archiviazione venne accolta non solo per l'impossibilità di attribuire agli indagati condotte specifiche, ma anche per difetto di prova in ordine ai reati attribuiti''.
Sono parole che rendono la misura di quanto sia difficile, in un contesto di guerriglia urbana, raccogliere prove e fatti da portare nell'aula di un tribunale. Di fronte a una situazione di caos generale, le forze dell'ordine non pensano certo a "raccogliere prove". Fanno quello che possono. E non è nemmeno pensabile che ogni squadra, ogni
pattuglia si porti dietro un gruppo di esperti operatori di telecamere, di fotografia, magari muniti di registratore e, perché no?, di Testimoni.
Restava solo da decidere in merito all'accusa di associazione a delinquere, l'unica che potesse dare una spiegazione logica alla strana presenza di armi improprie, maschere antigas, passamontagna, cartine strategiche e quant'altro alla Diaz. L'unica che consentisse di
interrogare, capire. Invece, scrive il gip: ''Il materiale sequestrato nel corso della perquisizione alla scuola Diaz (al di là dei dubbi circa l'acquisizione di parte del materiale originanti dall'attuale pendenza di procedimenti nei confronti di chi eseguì la perquisizione, pendenza
cui si fa riferimento nella richiesta di archiviazione oggi in esame), non costituisce di per sé elemento sufficiente a fondare l'ipotesi di sussistenza del reato associativo, attribuito ad un gruppo di 93 persone, di provenienza geografica diversa, di età diversa, di appartenenza ad associazioni politiche diverse''. Che scoperte. Infatti,
era qui che avrebbero dovuto lavora gli inquirenti. Tra l'altro, scrive il gip, ''non sono stati acquisiti elementi ulteriori dai quali possa emergere la partecipazione degli indagati o di alcuni di essi ad una associazione finalizzata al compimento di atti di devastazione e
saccheggio nei giorni immediatamente precedenti il loro arresto''.
Ma allora perché il filone meridionale dell'inchiesta sui no global ha avvertito proprio del contrario? Nessuno dice di sbattere in galera chi c'entri poco con l'associazione a delinquere, ma almeno risalire a legami e connivenze, questo sì, era doveroso farlo.
Il pubblico ministero su questo punto, afferma che "nel dare conto delle indagini svolte, l'esito delle quali lo porta ad escludere la partecipazione degli indagati ad un sodalizio criminoso, sulla base di un duplice ordine di considerazioni: l'azione dei Black bloc, in
relazione alla quale al momento dell'arresto era stato ipotizzato il reato associativo, non pare indicativa dell'esistenza di un sodalizio criminoso che con tale Blocco si identifichi, non essendo individuabile
una struttura di riferimento ed apparendo le condotte poste in essere in modo spontaneo da individui o da associazioni''. Capito? Semplicemente non sono stati individuati elementi di collegamento fra gli occupanti la
Diaz e i Black bloc? Non è che si dica: "No, il collegamento è assolutamente da escludere, questi signori sono degli agnellini ingiustamente perseguitati dalla giustizia e dalle forze dell'ordine".
Il dubbio resta tutto.
Il punto finale riguarda proprio la qualità delle indagini, dalle quali, afferma il gip, ''non sono emersi a carico degli indagati elementi che facciano presumere la sussistenza di rapporti associativi coinvolgenti
gli indagati o alcuni tra essi e la partecipazione degli stessi a fatti di devastazione e saccheggio''. Eppure le armi improprie c'erano, basta dare un'occhiate alle fotografie che pubblichiamo in questa pagina. Come
la mettiamo? Mica ci sono arrivate da sole, no?
R. S.
[Data pubblicazione: 08/02/2004]
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http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=15056,1,1
INTERVISTA ALL'AVVOCATO CHE DIFENDE I POLIZIOTTI DELLA DIAZ
«No global liberi di sfasciare tutto»
«La decisione di prosciogliere i 93 no global fermati la sera della perquisizione apre la strada ai violenti»
nostro inviato roberto schena Adesso i no global che hanno sfasciato Genova esigono le scuse del governo. «Visto? Avevamo ragione noi del Comitato Verità e Giustizia, ora vogliamo una commissione parlamentare e le dimissioni dei vertici della polizia».
Che cosa li rende tanto baldanzosi è presto detto: i 93 no global arrestati il 21 luglio 2001 dopo l'irruzione della polizia nella scuola
Diaz sono stati prosciolti dall'accusa di associazione a delinquere perché "non sono emersi a loro carico elementi che facciano presumere la sussistenza di rapporti associativi con chi devastò e saccheggiò la città».
All'avvocato Pietro Porciani, che difende diverse decine di poliziotti indagari per i fatti della Diaz, abbiamo chiesto se si aspettava una conclusione del genere. «Certo», risponde. «Era prevedibile».
Avvocato, in pratica, a parte i 25 no global rinviati a processo, sembra che nessun altro abbia sconvolto Genova. Niente responsabilità.
Non sono affatto stupito dall'ordinanza di proscioglimento per i 93 non global. Dimostra ancora una volta la mancanza di obiettività della
magistratura genovese. Ormai la convinzione è diffusa. Speriamo che questo modo di procedere non si estenda al resto d'Italia, purtroppo ci sono brutti segnali.
Quali?
Voglio proprio vedere che provvedimenti saranno presi nei confronti dei centri sociali che sono una vera minaccia per tutti. A Milano i centri "Orso" e "Area" hanno stilato un elenco di persone, di locali, tra cui due librerie e un paio di ristoranti, di esponenti politici, di An e
della Lega, da colpire.
Da Genova paiono giungere "segnali forti", molto forti, ma in una sola direzione.
Appunto. C'è da annotare tristemente che nel caso dei 93 le indagini, semplicemente, non sono state fatte. E si trattava soltanto di andare a vedere che tipo di materiale c'era dentro la Diaz per comprendere che non erano tutti giovanotti usciti da un convento. Un incoraggiamento per
i violenti.
Quasi tutti i fermati della Diaz erano stranieri. Il gip dice che non erano Black bloc.
Ah si? In base a quali indagini? Oltre i tre quali erano stranieri. Ma, per fare un esempio, mentre a tutti i poliziotti indagati è stato ritirato il tonfa, il manganello sfollagente, non i risulta neppure
mezza inchiesta sulle decine di strumenti atti ad offendere trovati nella scuola. Se non altro per vedere se qualcuno le abbia maneggiate.
Adesso cosa succederà? I no global chiedono la testa dei poliziotti.
Gliela daranno?
Succederà che andrà avanti la tesi dei poliziotti violenti contro manifestanti angioletti, che si scaricherà sulla polizia la responsabilità dei disordini al G8 di Genova. La cosa grave è nessuno degli occupanti della Diaz risulta indagato di niente, gli unici a subire indagini sono i poliziotti e le loro intenzioni di difendere la
città. Gli altri non rispondono.
È come se le forze dell'ordine avesse fatto malissimo anche solo a pensare di entrare a vedere cosa c'era alla Diaz e perché qualcuno, proveniente dai suoi paraggi, aveva lanciato sassi contro una camionetta di passaggio.
Esatto. Come si sono permesse? Né si è cercato di comprendere i rapporti fra la Diaz e la Pascoli, l'edificio scolastico situato di fronte, che ospitava il quartier generale del Genoa global forum, lo stesso che lo
aveva ricevuto in affido dalla Provincia per qualche giorno. Non dimentichiamo, infine, che è la prima volta, o una delle pochissime volte in cui è violato il concetto di extraterritorialità dei centri sociali. I quali ultimi, adesso, ormai, si stanno spingendo a stilare elenchi di persone e cose da punire.
[Data pubblicazione: 08/02/2004]
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http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=15058,1,1
La Questura di Roma denuncia Disobbediente per falso
«La Digos mi sevizia» ma se lo era inventato
ROMA - La Digos della Questura di Roma ha denunciato per diffamazione e calunnia il giovane no global Gabriele Greco, che dopo essere stato scarcerato nella giornata di mercoledì, aveva denunciato di essere stato sottoposte a sevizie dopo il suo arresto avvenuto martedì durante una
manifestazione.La Digos ha denunciato anche il consigliere capitolino Nunzio D'Erme e il leader dei Disobbedienti romani Guido Lutrario che avevano sostenuto e rilanciato le accuse di Greco chiedendo le dimissioni del prefetto di
Roma Achille Serra. In una nota, la Digos ricorda che le accuse di Greco, Lutrario e D'Erme hanno avuto eco sulla stampa e spiega che "all'esito di approfonditi accertamenti, ad opera della Digos, le affermazioni sono risultate infondate e, per ciò stesse, diffamanti e
calunniose nei confronti del personale della polizia preposto al controllo dell'arrestato".
Quindi, "ravvisando gli estremi di reato, questa mattina, la Digos ha provveduto a inoltrare dettagliata denuncia all'autorità giudiziaria a carico di Lutrario, D'Erme e Greco". Gabriele Greco aveva partecipato martedì alla manifestazione di protesta organizzata da "Action". Durante l'intervento delle forze dell'ordine il giovane, veneziano, era stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, e D'Erme era stato denunciato. Scarcerato il Greco, l'udienza è fissata per il prossimo 18 giugno. Nel pomeriggio, durante un'assemblea, Gabriele Greco ha affermato, tra l'altro, che dopo l'arresto, nel commissariato Prenestino, un poliziotto lo aveva insultato, preso a pugni in testa e colpito con un asciugamano bagnato.

[Data pubblicazione: 08/02/2004]

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