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13.07.07

la stampa "La polizia ha caricato? Deve pagare"


http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/tav/200707articoli/23596girata.asp

12/7/2007 (8:7) - L'INDAGINE A TORINO DOPO LE TENSIONI CON I «NO TAV» A
VENAUS
"La polizia ha caricato? Deve pagare"
Le forze dell'ordine a Venaus
DOSSIER Alta velocitÃ

La Corte dei Conti: gli scontri procurano un grave danno d'immagine per lo
Stato
MASSIMO NUMA
TORINO
Il procuratore generale della Corte dei Conti del Piemonte, Ermete
Bogetti, ha «quasi concluso», sono parole sue, l’indagine sul presunto
«danno d’immagine nei confronti dello Stato e degli stessi corpi di
polizia», causato dalle cariche della polizia avvenute a Venaus, in Val
Susa, nel dicembre del 2005, durante lo sgombero di strade e cantieri
dell’Alta Velocità , occupati da giorni da centinaia di manifestanti, tra
cui elementi estremisti e dell’area anarchica, ora imputati dai pm di
Torino, di «resistenza, lesioni, devastazione e saccheggio». «Gli
interrogatori sono conclusi, entro l’autunno chiederò le misure», dice
l’alto magistrato. Giovanni Aliquò, segretario nazionale del sindacato
funzionari di polizia va all’attacco: «Se mai passasse questa linea, ci
sarebbe un cortocircuito. Da una parte, i poliziotti avranno mille remore
a intervenire; dall’altra saranno accusati di lasciare mano libera ai
danneggiamenti. Un’indagine incomprensibile, che si porta dietro
conseguenze pericolose».

Quando, due giorni dopo i fatti, si diffuse la notizia dell’inchiesta
della Corte dei Conti, a molti era parso un ballon d’essai. Invece no. Nei
giorni scorsi Bogetti ha sentito uno dei dirigenti della polizia di Stato
che allora guidarono lo sgombero dei cantieri Ltf di Venaus. Che cosa
rischiano? «Noi abbiamo il compito di individuare i danni erariali. Loro
rischiano di pagare un risarcimento allo Stato, se le loro responsabilitÃ
saranno provate», precisa il procuratore. Le indagini sono state portate a
termine dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di finanza
della Corte dei Conti, e con l’aiuto dello stesso sindaco di Venaus, Lino
Durbiano, incaricato dallo stesso procuratore di produrre materiale
fotografico, film e testimonianze.

Un sindaco-sceriffo che, in tutti questi mesi, s’è dato molto da fare. Il
procuratore ha lavorato su indizi precisi. Per esempio, una foto. C’è una
donna seduta per terra e un poliziotto in tenuta anti-sommossa che la
sovrasta. Il magistrato ha chiesto spiegazioni a un funzionario: «...Ero
io, stavo cercando di aiutarla ad alzarsi, non ho l’abitudine di picchiare
le signore». Ancora: «Il fascicolo, per ora, è contro ignoti - spiega uno
dei vicequestori sentiti da Bogetti - e noi non siamo ancora formalmente
accusati di alcunché. Certo, l’idea di dover pagare, noi, forti somme
perché abbiamo posto fine a un atto illegale, com’era l’occupazione dei
cantieri, delle strade, delle ferrovie, dove tra l’altro molti poliziotti
e carabinieri erano rimasti feriti, ci lascia sconcertati».

Il lungo interrogatorio è stato minuzioso: chi c’era, chi comandava, quali
erano gli ordini e da chi erano stati impartiti: il questore, il prefetto,
il ministro degli Interni Pisanu, il presidente del Consiglio. Che allora
era Silvio Berlusconi. Dottor Bogetti, scusi, ma sarà l’ex premier o il
Viminale a rispondere del presunto «danno d’immagine» causato dalle
cariche? «Non mi sembra probabile perchè, alla fine, le forze dell’ordine
stavano operando contro uno stato d’illegalità . Dunque, sin qui, tutto
regolare. E’ il modo che non va».

Insomma, dal dicembre 2005 al luglio del 2007, il dottor Bogetti non s’è
spostato di un solo millimetro. Allora aveva testualmente risposto, a chi
gli chiedeva se avesse mai avuto «pressioni» per aprire il fascicolo: «No,
nessuna pressione. Sono stato sollecitato dalle immagini viste in tv. Mi
sembra che la polizia debba tutelare i cittadini, non aggredirli
gratuitamente. Uno dei doveri dello Stato è quello di creare consenso
intorno al rispetto delle leggi, ma se qualcuno agisce in modo da spezzare
il rapporto fra cittadini e istituzioni, il pregiudizio è evidente. Non
vedo differenze con il dipendente pubblico che si macchia di reati d’altro
genere e viene condannato dalla Corte dei Conti a risarcire lo Stato per
il danno provocato dal suo comportamento». Il calendario dei prossimi
interrogatori è già stato fissato. E sfileranno altri dirigenti della
polizia torinese, allora responsabili dei reparti che agirono a Venaus.

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