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04.03.04

Lavoro Repubblica: il giallo del quattordicesimo uomo

da lavoro repubblica

NELLE trentasei pagine sottoscritte dai quattro pm che si sono occupati del
famigerato blitz alla Diaz (Patrizia Petruzziello, Francesco Cardona
Albini, ,Francesco Ranieri Miniati ed Enrico Zucca) c'è ancora spazio per
un "giallo". E' quello sulla quattordicesima firma posta sui verbali di
arresto dei 93 no-global: uno scarabocchio che nessuno ha rivendicato, e
questo la dice lunga sulla coscienza di chi intervenne quella notte, per lo
meno su quella del misterioso quattordicesimo uomo. Chi sarà? Se lui non si
fa avanti, non si può certo dire che gli altri tredici _ tutti indagati _
collaborino: nessuno ricorda, nessuno parla.
Nellaprima delle trentasei pagine compaiono sette nomi: manca quello di
Lorenzo Murgolo, allora questore vicario a Bologna ed oggi ai vertici del
Sismi, che nella notte della Diaz non era al vertice di alcuna struttura
operativa e tanto meno ufficiale polizia giudiziaria. E che disse di aver
sempre sentito parlare di bottiglie incendiarie trovate nel cortile e non
dentro la scuola. In testa c'è quello di Giovanni Luperi, recentemente
nominato in testa alla task-force europea che indaga sul terrorismo
internazionale, e allora era
vice-direttore dell'Ucigos: Luperi in pratica era il punto di riferimento
per tutte le Digos operanti a Genova in quei giorni.Subito dopo tocca a
Francesco Gratteri, nel luglio 2001 capo dello Sco (quindi, superiore e
collante di tutte le squadre mobili), oggi protagonista all'Antiterrorismo.
Due tra i poliziotti più noti e stimati, coinvolti nelle indagini piu'
importanti e delica-
te sulle nuove Bierre come sui pericoli del fondamentalismo islamico.
Entrambi, °" secondo l'accusa, avrebbero organizzato l'intera operazione -
compresi, dunque, i falsi._ incolpando i 93 anche se li sapevano innocenti.
Poi è il turno di un altro superpoliziotto, Gilberto Caldarozzi. i nomi che
seguono sono quelli dei firmatari dei verbali d'arresto, che dovranno
rispondere di
falso e calunnia: ci sono anche quelli del vice-questore Spartaco mortola,
oggi responsabile della Polizia postale genovese, e di Nando Dominici, ai
tempi del G8 capo della squadra mobile del capoluogo ligure. Si lesioni
gravissime in concorso" devono invece rispondere Vincenzo Canterini, il suo
braccio destro Michelangelo Fournier e 11 caposquadra della "Celere"
romana: lungi dall'essere ridimensionata, la posizione dell'ormai disciolto
VII Nucleo sperimentale resta delicatissima. E' stato in un certo senso
isolato invece l'episodio della fantomatica coltellata all'agente Massimo
Nucera: per i pm si tratterebbe di un falso architettato dallo stesso
Nucera con la complicità del collega Maurizio Panzieri, i due avrebbero
quindi "concorso" con gli altri nella grande, coni
va menzogna che doveva "giustificare" il pestaggio e le manette.
Depositata al decimo piano, la richiesta di rinvio a giudizio dovrà ora
essere assegnata al giudice per l'udienza preliminari: in base alle
tabelle, il fascicolo dovrebbe toccare a Daniela Faraggi; la decisione
comunque spetterà a Roberto Fucigna, responsabile dell'ufficio Gip.

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FURONO giorni intensi per tutti, quelli del G8. Anche per il dottor
Giacomo Toccafondi, che nel luglio 2001 coordinava il servizio sanitario
per i manifestanti arrestati. Furono giorni intensi, quelli, soprattutto
per il dottor Toccafondi. Detentore del poco invidiabile record di reati
contestati - venti _, il dottore non limitò il suo impegno professionale al
centro di prima - detenzione di Bolzaneto, dove oggi la Procura gli
contesta di aver tratattenuto i no-global fermati in modo "inumano" e
"degradante". Non solo. II nome di Giacomo Toccafondi fa capolino in altre
inchieste dei pm genovesi, a partire-ci credereste? - da quella sul
famigerato blitz poliziesco nella scuola Diaz. Dove 17 agenti rimase ro
feriti a causa Gli attimi precedenti della fantomatica resistenza posta in
atto dai 93 ospiti dell'istituto. Resistenza che, come in seguito accertato
senza ombra di dubbio e attraverso i diversi gradi di giudizio, non c'è mai
stata. Ma se non ci fu resistenza come si ferirono i poliziotti
protagonisti dell'irruzione? Ai magistrati che in più occasioni glielo
hanno contestato, gli agenti non hanno mai voluto rispondere. Chissà
perché. Meglio: quindici dl loro si sono avvalsi della facoltà di non
rispondere. E i due soli che hanno deciso dl parlare, lo hanno fatto per
correggere il tiro: ma quale resistenza, ci siamo fatti male da soli -e
all'esterno della scuola trasportando le barelle con i manifestanti feriti.
Il punto è che i 17 presentarono altrettanti certificati medici, senza
passare per un pronto soccorso: chi li sottoscrisse? In alcuni casi, il
dottor Toccafonrli. Che fece lo stesso con alcuni agenti protagonisti di
un'altra imbarazzante par la Polizia di Stato, un episodio tra l'altro
trasmesso dalle televisioni di tutto il mondo: è la storia del calcione
vibrato dal vice-questore Alessandro Perugini tra l'altro indagato come
Toccafondi per Bolzaneto: era uno dei responsabili della struttura, insieme
al generale Oronzo Doria_,lapeda:a all'lndirizzo di un quindicenne che
viene immortalato con un occhio gonfio di sangue. In quell'occasione, i
poliziotti arrestarono un gruppetto di nolobal: illegalmente, ha chiarito
recentemente il tribunale grazie tra l'altro ad un filmato girato proprio
da un uomo della polizia scientifica. Non cl fu la resistenza denunciata
dalla Digos genovese. E le ferite, e i certificati medici? Chiedete ancora
a Tóccafondl, suggeriscono le carte in mano alla Procura.
Assistito dall'avvocato Alessandro Vaccaro, il medico sl difende dalle
imputazioni e nega che Bolzaneto sia stato trasformato in un lager. Anzi.
"Tutte queste accuse, e nessuna ché corrisponda alla verità. Ma non sono
preoccupato: so di aver fatto il mio dovere, durante il G8. Non ho niente
da rimproverarmi. Al momento del processo chiarirò tutto". Dice dl essere
amareggiato. "E' una vita che faccio questo mestiere, e ci ho sempre
creduto: ma adesso, adesso tutto ml sembra così amaro. Sono due anni che mi
minacciano al telefono, che se la prendono con i miei figli a scuola, che
mi scrivono 'Fascista bastardo: devi morire sul muro di casa. E non ho
fatto nulla". Ma allora chi era, quello dei luglio 2001 a Pontedecimo?
Legga bene: qui dicono che ha costretto i ragazzi e ragazze a restare nudi
e farsi umiliare, li ha picchiati, insultati si e' rifiutato di medicarli
"Io non ricordo i ragazzi uno per uno. Ma so che in quei giorni abbiamo
lavorato bene, aiutando i feriti e ascoltando tutti. Non ho visto picchiare
o insultare nessuno, figuriamoci se io posso avere fatto qualcosa
direttamente."

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