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08.02.04

Lavoro Repubblica: Soprusi a Bolzaneto partono 48 avvisi

SARANNO notificati nei prossimi giorni 48 avvisi di conclusione delle indagini preliminari - sulla gestione della caserma di Bolzaneto durante il G8. Con l'interrogatorio del pm Alfonso Sabella la fase istruttoria si è chiusa definitivamente, le parti chiamate in causa hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere nuovamente ascoltati, quindi la Procura preparerà quella richiesta di rinvio a ,giudizio che dovrebbe riguardare tutti gli indagati tranne uno: il fascicolo del magistrato, allora responsabile ispettivo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria, sembra infatti destinato all'archiviazione. Sotto accusa ci sono guardie carcerarie, ufficiali dei carabinieri, funzionari di polizia, agenti, militari, quattro medici e un generale. E' stata stralciata la posizione di un ispettore della polizia penitenziaria,-che dovrà anche rispondere anche di false dichiarazioni. Le' ipotesi di reato si nutrono in particolare delle circa duecentocinquanta denunce presentate dagli altrettanti no-global passati per il «centro di detenzione temporanea». A queste, in tempi più recenti s i .;

aggiunte le ammissioni di alcune guardie ascoltate in Procura nello scorso dicembre.Partendo dalle ultime dichiarazioni, e da supposto coinvolgimento de vertici (che erano a conoscenza deí soprusi?) i pm genovesi sono rlsaliti ai gestori formali della caserma: e dopo gli «avvisi» a due capitani si è passati a quelli per Alfonso Sabella - ex braccio destro di Caselli all'antimafia, oggi magistrato a Firenze - e il suo allora più stretto collaboratore generale Oronzo D'Oria.
Ma perché Sabella, a differenza degli altri, non sarà processato? Non per il fantomatico piano di arresti preventivi tirato in ballo dal suo avvocato, Alessandro Garassini: è vero che Sabella ha genericamente parlato nel sui interrogatorio di un progetto anti-Black Bloc studiato prima del G8, ma questo riguarderebbe molto relativamente l'indagine di Bolzaneto. Secondo il presunto piano, le altrettanto presunte
Tute Nere (se armate di mazze

bastoni, temperini o comunque in possesso di simboli che potevano ricondurli al gruppo) una volta individuate dovevano essere m -esse in condizioni di non nuocere attraverso un ermo ed una successiva convalida il più a lungo possibile dilatate. Riconosciuti il 15 luglio, presi il 17 e nella migliore delle ipotesi rimessi in libertà, il 21. Fino a seicento persone avrebbero potuto passare per la caserma, che per questo era attrezzata. Ma prima del vertice i violenti non furono fermati («Perché?, si chiede Garassini), e invece tra il 20 e il 21 vennero scaricati a Bolzaneto oltre trecento no-global: secondo Sabella, l'arrivo per scaglioni troppo numerosi e le lungaggini legate alla redazione dei verbali di polizia avrebbero finito per congestionare la struttura. Ma il pm indagato ha ribadito che, nel poco tempo trascorso nel centro, non ha mai assistito a violenze e tanto meno qualcuno gli ha riferite
di episodi del genere. Ha visto per ben due volte, è vero, fer
mati che stavano in piedi ed a mani alzate. Un ispettore gli spiegò che si trattava di situazioni temporanee e brevissime, necessarie per distinguere gli identificati da quelli che dovevano ancora essere riconosciuti. E lui

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