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11.07.07

lavoro repubblica Violo' la zona rossa, condannata

Repubblica Genova

Valerie Vie, quarantenne francese, venne arrestata e subi' il trattamento
di molti nella caserma di Bolzaneto

Violo' la zona rossa, condannata

Cinque mesi all´attivista che sfidò il blocco. E fu malmenata

MASSIMO CALANDRI

VALERIE sgattaiolò tra le grate sistemate in piazza Dante. Era a braccia
alzate. Alle due di venerdì pomeriggio, 20 luglio 2001. Fu arrestata con
l´accusa di danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Finì nella
caserma di Bolzaneto, dove venne picchiata e rimase per ore in piedi,
senza mangiare e tantomeno bere. Le guardie le sfilarono dal portafoglio
le fotografie dei tre figli, per poi sventolargliele sotto il naso:
«Questi non li vedi più», le ringhiarono in faccia.
Ieri Valérie Vie è stata condannata in appello a cinque mesi di reclusione
dalla terza sezione del tribunale. Il suo avvocato, Antonio Lerici, aveva
giustamente eccepito che il decreto di citazione era nullo perché non
tradotto in francese. Inutile ricordare che in passato l´imputata era
stata regolarmente interrogata con un´interprete, inutile precisare che
tutti gli atti precedenti erano stati trascritti nella sua lingua. Questa
volta il documento in italiano era sufficiente: in fondo - hanno spiegato
i giudici - si trattava semplicemente di ricordarle il suo appuntamento
con la giustizia italiana. Ma forse non è finita, perché il legale farÃ
ricorso in Cassazione. E nel frattempo chissà che non arrivi un´altra
sentenza, quella del processo per i soprusi e le violenze a Bolzaneto, in
cui Valérie si è costituita parte civile.
Quarant´anni, impegnata nel sociale, assistente di bimbi disagiati,
Valérie Vie sei anni fa fu la prima ed unica «contestatrice» a violare la
Zona Rossa. Aderiva alla rete no-global Attac. Prese di sorpresa le forze
dell´ordine ed evitò i getti degli idranti, ma non le botte successive.
Provò a difendersi, ricorda. Quel giorno il pomeriggio era ancora appena
cominciato. Poco dopo il corteo delle Tute Bianche sarebbe partito dallo
stadio Carlini, e la polizia avrebbe lanciato la carica di via Tolemaide,
e la guerriglia avrebbe avuto inizio, e Carlo Giuliani sarebbe stato
ucciso da un colpo di pistola esploso da un giovane carabiniere, Mario
Placanica. Ma alle due del pomeriggio c´era solo un sole cocente su piazza
Dante, e una donna francese a braccia alzate. Prima a varcare il muro di
ferro costruito per "proteggere" gli Otto Grandi, prima ad essere
arrestata e condannata. Nel giugno di due anni fa la prima sentenza,
pronunciata dal giudice monocratico Giovanna Galliano: cinque mesi con le
attenuanti generiche e la libertà condizionale. Il pm Anna Canepa ne aveva
chiesti sei.
È stata definitivamente rinviata l´udienza per il processo alle 25
presunte Tute Nere, prevista per venerdì prossimo. Si slitta a dopo la
pausa estiva, il prossimo appuntamento con il procedimento è previsto per
il 18 settembre. E in quella settimana riprenderanno anche gli altri due
grandi dibattimenti legati ai fatti del vertice internazionale: il
processo per la sanguinaria irruzione della polizia alla Diaz riprende il
19, quello per Bolzaneto il 17. Se saranno depositate le previste
trascrizioni, i pubblici ministeri Anna Canepa e Andrea Canciani
potrebbero cominciare la requisitoria nei confronti delle persone imputate
di aver devastato e saccheggiato la città di Genova. Secondo le
previsioni, il giudice potrebbe pronunciarsi entro la fine dell´anno in
corso.
Si svolgerà sabato mattina presso il tribunale di Genova l´interrogatorio
di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, recentemente indagato per
aver istigato la falsa testimonianza di Francesco Colucci, nel 2001
questore di Genova e a sua volta destinatario di un avviso di garanzia. De
Gennaro era stato convocato in un primo tempo all´inizio di giugno, ma
aveva chiesto e ottenuto di rinviare l´appuntamento.

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