Home Page

21.02.04

Liberazione: amo genova ma provo vergogna per lei

Il Comune parte civile contro i manifestanti anti G8. Interviene Haidi
Giuliani
Amo Genova, ma provo vergogna per lei
«Per attirare il piccolo Dioniso nel loro cerchio, i Titani agitano
certi ninnoli. Sedotto da questi oggetti scintillanti, il bambino si fa
avanti e il cerchio mostruoso si richiude su di lui. Tutti insieme, i
Titani assassinano Dioniso; dopodiché lo fanno cuocere e lo divorano»
(René Girard, "Il capro espiatorio", Adelphi, Milano 1987).

No, non ho letto Girard: la citazione si trova all'inizio de "Il
paradiso dagli orchi" di Daniel Pennac (Feltrinelli, Milano 1992): tra i
libri che oggi raccolgono polvere sulle pareti di casa, ci sono quelli
che mi sono particolarmente cari perché mi riportano la risata di Carlo
ragazzino. Così ho tirato giù dallo scaffale il primo dei romanzi del
signor Malaussène, quando si è avuta la conferma del processo che
inizierà il due Marzo, e l'ho sfogliato con tenerezza fino alla pag.105:
«?Il movimento delle sopracciglia mi indica che cercherà di farsi capire
bene: - Vede, il Capro Espiatorio non è solo quello che, all'occorrenza,
paga per gli altri. E' soprattutto, e anzitutto, un principio
esplicativo, signor Malaussène.

(Io sono un "principio esplicativo"?)
- E' la causa misteriosa ma evidente di qualsiasi evento inspiegabile?»
Già, ventisei capri espiatori.

Ventisei principi esplicativi per un evento che non si vuole spiegare
davvero.

A costo di bugie, falsità, nascondimenti, come per l'archiviazione
dell'assassinio di Carlo.

A costo di esporsi al ridicolo.

Nemmeno il Consiglio Comunale di Genova ha temuto di esporsi al
ridicolo, quando ha deciso di costituirsi parte civile contro i
ventisei. «Un atto dovuto», ha ribadito, «una scelta tecnica, non
politica». Una scelta che arriva due anni e mezzo dopo suscita di per sé
un po' di ilarità, quantomeno fa pensare ad una gestione della cosa
pubblica, come dire, al rallentatore, da bradipi? Ma limitiamoci ai
conti: il Comune ha lamentato danni per quindici miliardi di vecchie
lire; ne ha pagati tredici e mezzo: tra questi la cancellata di piazzale
Kennedy abbattuta (senza motivo alcuno, come è testimoniato dalle
immagini dei filmati e da Giovanna Botteri) da un mezzo corazzato; le
finestre distrutte dai lacrimogeni; l'ingresso, la palestra e le aule
della Diaz devastate dai poliziotti di Canterini; le auto prese di mira
dai blindati, le persiane della signora di via Tolemaide che, avendone
avuta una danneggiata, ha pensato bene di rifarsele tutte? (ho fatto
solo qualche esempio ma potrei continuare, è tutto documentabile).
Quindici miliardi.

Dei ventisei accusati, come ho già ricordato, alcuni si sono
semplicemente difesi, esasperati da ore di cariche e di violenze da
parte delle Ffoo; alcuni sono andati all'assalto della targa del carcere
di Marassi (abbandonato al loro arrivo e senza una scusa valida dai
numerosi mezzi di carabinieri che avrebbero dovuto presidiarlo); due
giravano per Genova con un motorino preso "in prestito" (e pare che non
avessero nulla a che fare con le manifestazioni) ?
Dove sono i temibili Black Bloc che hanno devastato la città?!

Se tra di loro c'è chi ha rotto una vetrina bene, che la ripaghi. Ma
possiamo davvero credere che siano loro i responsabili di quindici
miliardi di danni? Possiamo davvero accettare che su di loro vengano
scaricate tutte le responsabilità per i danni materiali - per non
parlare di quelli morali - subiti dalla città di Genova? Possiamo
guardarli finire in galera per dieci, quindici anni, con l'accusa di
devastazione e saccheggio? ("neanche uno stupratore! ", mi ha fatto
osservare qualcuno).

Da più di due anni, ormai, chiediamo che si apra un'inchiesta, che si
costituisca una commissione parlamentare, con i poteri della
magistratura, sui fatti che hanno sconvolto tante vite e offeso la
democrazia nel Luglio del 2001.

Da più di due anni chiediamo di conoscere i nomi di chi ha organizzato
la repressione, di chi ha ordinato di ferire e di uccidere, di chi ha
sparato.

Nessuno di noi ha paura della verità.

Chi ha paura della verità archivia.

Chi non vuole la verità getta in pasto all'opinione pubblica
disinformata ventisei capri espiatori.

Non sono nata a Genova: ci sono arrivata ventitré anni fa, con una
figlia di otto anni e uno di due. Mi sono subito innamorata di questa
città e ho continuato ad amarla, con i suoi abitanti.

Continuerò ad amarla; confesso però che l'altro giorno, in Consiglio
Comunale, per la prima volta ho provato vergogna per lei.

La mamma di Carlo

.
.