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22.02.04

Manifesto: Genova crisi a sinsitra

Genova, crisi a sinistra
«Comune parte civile contro i no global» Prc lascia la giunta Pericu, che non cadrà
Processo ai cattivi Il 3 marzo la prima udienza, 26 manifestanti sono imputati di devastazione e saccheggio per i fatti del luglio 2001
AUGUSTO BOSCHI
GENOVA
Se la giunta non ritirerà la delibera con cui il Comune di Genova si costituisce parte civile nel processo contro i 26 manifestanti rinviati a giudizio per devastazione e saccheggio durante il G8, Rifondazione Comunista chiederà ai suoi due assessori di dimettersi. Il segretario provinciale del Prc, Bruno Pastorino, lo ha detto ieri quando ha annunciato che il suo partito presenterà un ordine del giorno in cui verrà chiesto il ritiro della delibera minacciando - in caso che le speranze venissero disattese - di abbandonare la maggioranza di centrosinistra. E poiché sembra certo che la delibera non verrà ritirata, le dimissioni dei due assessori di Rifondazione - seppure non produrranno la caduta della giunta (non ci sono i numeri), potrebbero avere gravi ripercussioni sul prosieguo della compagine di Pericu. Basti pensare a temi quali quello sull'assetto dell'Azienda mobilità e trasporti, che ha sempre visto Rifondazione schierata con il sindaco. Dopo le polemiche e l'occupazione simbolica dell'aula da parte dei no global, con i consiglieri del Prc che distribuivano volantini contro la «loro» giunta, si marcia verso la rottura. «Per il sindaco la delibera sembra irrinunciabile - dice Pastorino - già definitiva. Per noi non è così e ci terrei a far capire che non stiamo chiedendo né che il Comune rinunci ad avere un risarcimento, né che tutto resti impunito. Ma ci chiediamo: è possibile attribuire 15 miliardi (di lire) di danni a 26 persone? Per chiedere il risarcimento, poi, si poteva aspettare la fine del processo». Farlo oggi sembra invece anticipare un verdetto di colpevolezza, oltre che un segnale negativo nei confronti del movimento no global.

Per Mario Tullo, segretario provinciale Ds, la costituzione del Comune come parte civile è semplicemente un atto amministrativo: «Si dà una lettura diversa di un atto amministrativo ma nulla cancella il giudizio che abbiamo su quanto avvenuto durante il G8 e sulle molte ombre che vanno chiarite. Quelle lasciate dal G8 sono ferite ancora aperte e tutto il centrosinistra chiede verità e giustizia e l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta» continua Tullo che rova a fare il pompiere e spera che basti un documento politico per far rientrare la crisi. Ma è difficile, a questo punto. Anche perché dall'altra parte la Margherita butta benzina sul fuoco: l'altro ieri, quando i due assessori di Rifondazione non hanno partecipato alla riunione di giunta, aveva definito il loro comportamento «una sceneggiata» e ora Rosario Monteleone, coordinatore regionale e assessore al patrimonio, ha proposto una verifica di maggioranza su tutti i temi, compresa la delibera incriminata, chiedendo a Rifondazione di approvare o di togliere il disturbo. In palio ci sono i due assessorati che si renderanno vacanti.

E loro due, i dimissionari, cosa dicono? Dante Taccani, assessore alle politiche giovanili, è pronto - dopo l'autosospensione - anche alle dimissioni. Per Valter Seggi, assessore alle acque, il discorso è più complesso. Già al secondo mandato con la stessa delega, è un tecnico al quale Pericu non rinuncia volentieri. E già in passato, sulla vendita delle dighe pubbliche ai privati per esigenze di cassa, si era trovato in conflitto con il suo partito. Dovendo scegliere, potrebbe preferire la giunta.

Il Prc ha convocato un assemblea sul tema al circolo Bianchini di Marassi. A Genova si prepara un convegno del Comitato verità e giustizia sul G8 e una mobilitazione per il 3 marzo, prima udienza del processo ai ventisei.

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