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22.06.04

Primo poliziotto alla sbarra

lavoro repubblica

MENTRE Genova si prepara ad affrontare il momento clou dell'inchiesta sulle
violenze e i falsi della Diaz, è ad Alessandria che si celebra 'il primo
processa contro un rappresentante delle forze dell'ordine per i fatti dei
G8. La settimana scorsa si è, infatti, tenuta la prima udienza contro un
agente della polizia penitenziaria del carcere di Alessandria, imputato per
il reato di lesioni. Secondo le accuse formulate dal sostituto procuratore
Marcello Maresca, l'agente avrebbe malmenato alcuni dei detenuti che, tra
il 22 e il 23 luglio 2001, vennero trasferiti dalla caserma di Bolzaneto
negli istituti piemontesi e lombardi, in attesa degli interrogatori di
garanzia.
Anche se molti "reduci" dalle umiliazioni e dalle violenze di Bolzaneto
spiegarono che arrivare in un "carcere normale", fu come passare
dall'inferno al paradiso, al loro ingresso a parecchi manifestanti non fu
risparmiata un'accoglienza a suon di calci, insulti e manganellate.
Ci fu chi ebbe il coraggio civile di denunciare anche questi abusi.. Come
Evandro Fornasier, psicologo quarantenne torinese. Attraverso le sue
dichiarazioni e le testimonianze di altri arrestati del G8, vennero
individuati due poliziotti penitenziari. La posizione di uno venne
archiviata, mentre il secondo, rinviato a giudizio, si è seduto nei giorni
scorsi sul banco degli imputati.
Proprio quello che cercheranno di evitare, a cominciare da sabato, i 29
funzionari della polizia di stato per i quali i pm del pool G8 hanno
chiesto il rinvio a giudizio. Tra di loro i capi di settori strategici come
Franco Gratteri, responsabile dell'antiterrorismo o Giovanni Luperi,
rappresentante italiano del pool europeo di investigatori che coordinano le
indagini sugli integralisti islamici.
Le udienze preliminari (il calendario prevede diverse date fino a
quest'autunno) davanti al giudice Daniela Faraggi si annunciano
particolarmente tese. Anche se la pretattica non lascia trapelare molto,
sembra logico aspettarsi dagli avvocati difensori dei, poliziotti qualche
colpo a sorpresa per tentare di bloccare, rinviare o trasferire il processo
in altra sede. Soluzione, quest'ultima, già intrapresa nei mesi passati, ma
bocciata dalla Cassazione. Le accuse nei confronti dei 29 vanno dal falso
ideologico, all'abuso d'ufficio, alle lesioni, alla calunnia. Reati
commessi nel corso della sanguinosa irruzione, la notte dei 21 luglio 2001,
nel dormitorio del Genoa Social Forum allestito nella scuola di via cesare
Battisti. Quella notte, gli uomini della celere romana diretta da Vmcenzo
Canterini pestarono senza pietà tutti gli occupanti; un agente e un
funzionario portarono all'interno dell'edificio due molotov sequestrate in
corso Italia il giorno prima; alcuni tra i più noti superpoliziotti
italiani firmarono verbali in cui attestavano il ritrovamento degli ordigni
ed utilizzavano quindi dei falsi per attestare la pericolosità degli
arrestati (contestazioni poi tutte archiviate) e sostenere così l'accusa di
associazione a delinquere. Tra i presunti "bidoni" rifilati da appartenenti
alla polizia di stato quella notte, anche le coltellate inferte da un
aggressore, mai individuato, al corpetto di un agente della celere. Tagli
che, secondo la procura, l'agente si sarebbe _provocato da solo, come
conferma una perizia eseguita dai carabinieri dei Ris di Parma.
Un ricordo, quello della Diaz, che da ancora fastidio. Venerdì, infatti,
arriveranno a Genova 33 ragazzi stranieri che quella notte si trovavano
nella Diaz. Sono tutti parti offese del processo, e vengono dalla Germania,
dall'Inghilterra e dalla Spagna. Il Comune si sta dando da fare per
ospitarli, ma il loro desiderio più grande spiega l'avvocato Laura
Tartarini "sarebbe quello di poter tenere una conferenza stampa all'interno
della Diaz, ma nonostante le mie numerose richieste e solleciti la preside
Carla Castelli non mi ha mai risposto".

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