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06.07.07

Repubblica G8, polizia sotto accusa per i nastri choc

Repubblica

Verdi e Pdci: subito una commissione d´inchiesta. Agnoletto: fuori le mele
marce. La madre di Giuliani: perché indossano ancora la divisa?

G8, polizia sotto accusa per i nastri choc

Genova, rischio prescrizione per 300 manifestanti che denunciarono abusi

Ricostruiti con le mappe di Google i movimenti durante gli scontri del 2001

MARCO PREVE

GENOVA - Mentre c´è chi chiede, come l´europarlamentare Vittorio
Agnoletto, di individuare e licenziare i poliziotti che, la notte della
Diaz, si scambiavano via radio macabre battute sui manifestanti e sulla
morte di Carlo Giuliani («speriamo muoiano tutti... tanto uno già ..1 a 0
per noi»), le vicende del G8, sei anni dopo, riservano ancora nuovi
retroscena. Si stima infatti che siano tra i 250 e i 300, secondo il
conteggio di alcuni legali, i manifestanti che presentarono denuncia per
arresti illegali, o per lesioni e abusi avvenuti durante le tantissime
operazioni di fermo nelle strade genovesi. Ma se le loro accuse alle forze
dell´ordine sono già quasi tutte prescritte e per le restanti i termini
dei sei anni e mezzo stanno per scadere, sono invece andati avanti i
fascicoli con i reati loro contestati, quasi sempre quello di resistenza.
«Eppure - dice un avvocato del Genoa Legal Forum - per verificare la
fondatezza dei loro esposti era sufficiente chiamare chi aveva firmato i
verbali». Parallelamente, la prescrizione potrebbe salvare anche i 50
presunti devastatori che vennero identificati e indagati dopo che era giÃ
iniziato il processo contro i 25 giovani accusati di essere dei black bloc.
Ma sulla scena politica tengono banco le telefonate tra poliziotti la
notte della Diaz depositate ieri mattina nel processo per il blitz alla
Diaz dagli avvocati del Glf. «Com´è possibile che la polizia scherzi sulla
morte di Giuliani, che si compiaccia delle violenze, che si auguri altri
morti?» si chiede Agnoletto, all´epoca portavoce del Genoa Social Forum,
che aggiunge «queste mele marce devono essere immediatamente rimosse dai
loro incarichi ed espulse dalla polizia». La vicenda ripropone il tema
della commissione d´inchiesta parlamentare promessa dal programma
elettorale del centro sinistra e poi sempre negata. «Subito la commissione
di fronte ad un quadro estremamente grave, agghiacciante» dice la
senatrice dei Verdi Loredana De Petris. Aleandro Longhi deputato Pdci
scrive a Luciano Violante per invitarlo a sostenere l´istituzione della
commissione anche monocamerale. Sulla stessa linea il capogruppo del Prc
Giovanni Russo Spena, la sua compagna di partito Haidi Gaggio, madre di
Carlo Giuliani: «Non ho parole per commentare, ne ho solo per chiedere
perché queste persone indossino ancora una divisa?». Analoghe richieste da
Mauro Bulgarelli e Paolo Cento dei Verdi, Pino Sgobio Pdci, Leoluca
Orlando dell´Idv. E della necessità di una commissione ha parlato anche
Katia Zanotti deputata ex Ds oggi Sinistra Democratica, che fece parte
della comitato d´indagine parlamentare, e che ieri è stata chiamata a
testimoniare al processo Diaz - 29 poliziotti imputati - dagli avvocati
delle parti offese, cioè i 93 ragazzi pestati e arrestati. «Abbiamo perso
una grande occasione - ha detto - dovevamo andare avanti e chiedere in
modo esplicito una commissione d´inchiesta». Ieri in tribunale a Genova si
è tenuta anche un´udienza del processo contro i 25 accusati di
devastazione e saccheggio. Il consulente della difesa dei presunti
black-bloc, con l´aiuto di mappe scaricate via internet dal software
Google Earth, ha ricostruito i movimenti delle forze dell´ordine e dei
manifestanti in vai Tolemaide. La tesi dei difensori è quella di
dimostrare che le violenze dei manifestanti furono innescate
dall´aggressione immotivata dei reparti antisommossa. E da Alghero, Rita
Sieni la manifestante risarcita per le lesioni subite a Genova dice: «Sono
pronta a scendere in piazza al G8 della Maddalena».
Intanto una perizia della procura proverebbe che 59 moduli fatti firmare
ai no-global stranieri fermati sarebbero stati manomessi per impedire
contatti con le ambasciate.

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