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20.10.09

Repubblica Genova Le motivazioni dell´assoluzione per l´ex capo della polizia


Le motivazioni dell´assoluzione per l´ex capo della polizia
G8, la verita' su De Gennaro "Prove non sufficienti" Bolzaneto, oggi
processo bis
De Gennaro, assoluzione con tanti dubbi "Le prove su di lui non erano
sufficienti"
I verdetti del G8
Non ci sono abbastanza elementi per ritenere che il prefetto sia stato
l´ispiratore del cambio di versione di Colucci su Sgalla
L´ex capo della Digos Spartaco Mortola è uscito pulito da tutti i processi
ancora in corso. Il 20 novembre parte l´appello per la scuola Diaz
Un´ASSOLUZIONE con tante ombre. Ombre che la motivazione della sentenza
non dissipa. Anzi. Secondo il tribunale, l´ex capo della polizia Gianni De
Gennaro non istigò Francesco Colucci a mentire sul blitz alla Diaz. La
prova è insufficiente, dice il gip. La formula usata per spiegare la
sentenza non soddisfa chi chiede verita' e giustizia sui fatti di Genova.
Nemmeno il prefetto e attuale direttore del Dipartimento delle
Informazioni per la Sicurezza. Perché la mancanza di elementi probatori
non lascia mai tranquilli. Pure, è questo che il gip Silvia Carpanini
scrive, motivando la decisione presa il 7 ottobre scorso: «L´imputato De
Gennaro va assolto risultando insufficiente la prova che sia stato
l´ispiratore del cambio di versione di Colucci su Sgalla o, quanto meno,
che l´abbia fatto nella consapevolezza che il teste avrebbe reso
dichiarazioni almeno soggettivamente false». Altro giudizio invece è
quello adottato nei confronti di Spartaco Mortola, accusato di aver
telefonato al questore il giorno prima della sua deposizione – lui,
Mortola, che era tra gli imputati per la sanguinaria irruzione del G8 -
ricordandogli come erano andate le cose quella notte. Per il funzionario,
un tempo numero uno della Digos genovese e oggi vicario a Torino, «emerge
dagli atti prova positiva della insussitenza da parte sua di qualsiasi
condizionamento delle dichiarazioni testimoniali di Colucci». I pm Enrico
Zucca e Francesco Cardona Albini avevano chiesto due anni di reclusione
per De Gennaro, un anno e 4 mesi per Mortola.
Le 79 pagine sottoscritte da Silvia Carpanini raccontano dell´incontro tra
De Gennaro e Colucci, prima della testimonianza che questi avrebbe dovuto
rendere in aula. Confermano che l´ex questore prese il verbale delle
precedenti dichiarazioni dell´altro, particolare che il prefetto aveva
negato. Descrivono il fitto scambio di comunicazioni tra i due, che in
qualche modo «aggiustano» i loro ricordi: con l´intenzione di meglio
ricostruire quanto realmente accaduto, sostengono. Il gip prende atto
delle telefonate intercettate tra Colucci e Mortola, telefonate che per la
loro genuinità rappresentano «prove» a tutti gli effetti. L´ex questore
che dall´altro capo del filo spiega di aver parlato con De Gennaro - «Mi
ha detto che devo fare marcia indietro» -, che esprime il desiderio di
dare una mano ai colleghi senza nemmeno capire perche' mai dovrebbe dire
una cosa diversa su di un particolare che quasi gli pare irrilevante.
Colucci cambia effettivamente versione: giura che fu lui, di propria
iniziativa, a chiamare il responsabile delle pubbliche relazioni (Roberto
Sgalla) alla Diaz, e che il capo non c´entra nulla. Lasciata l´aula riceve
le chiamate dei colleghi che si complimentano perché ha «sbaragliato»
l´accusa.
Le prove saranno pure insufficienti, come spiega il gip. Ma i dubbi,
legittimamente, restano.
(m. cal.)

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