Home Page

08.06.07

Repubblica GenovaG8, lo strano flash back di Canterini

Repubblica Genova

Deposizione sconcertante con tensione in aula: "La resistenza dei
no-global? Frutto di logica deduzione"
"Le mie erano solo sensazioni..."
Sette ore di interrogatorio da parte del pm Enrico Zucca Nervi tesi e
udienza sospesa per due volte
"Chiedersi cosa fosse successo mi sembrava andasse un pochino fuori dalla
mia competenza"

LA LEGGEREZZA con cui Vincenzo Canterini - e cioè un questore, un alto
funzionario dello Stato italiano - ha affrontato in aula l´interrogatorio
per il sanguinario blitz nella scuola Diaz, può forse dare il senso di
quanto pesante sia il tentativo di fare chiarezza su questa pagina nera
della polizia italiana. Leggero e lieve, quello che era il comandante
della «Celere» romana - protagonista della sciagurata operazione - ha ieri
risposto per sette ore alle domande del pm Enrico Zucca. Sorridendo,
chiedendo anche di potersi alzare in piedi perché a stare troppo seduto si
stancava, rispondendo con energia senza farsi troppo condizionare dalle
tante contraddizioni in cui è caduto. Silvio Romanelli, il suo avvocato,
lo ha sostenuto impeccabilmente: interrompendo di continuo per precisare e
battibeccare con il pubblico ministero, col risultato che alla fine - tra
minacce di querele reciproche - sono saltati i nervi un po´ a tutti, tanto
che il presidente Gabrio Barone ha sospeso per due volte l´udienza.
La lievità sta in alcune risposte che per un normale cittadino appaiono
francamente sconcertanti. Canterini firmò una relazione all´allora
questore Francesco Colucci in cui raccontava di una resistenza attiva da
parte dei 93 no-global, poi massacrati. «Due righe basate su sensazioni.
Quello che ho visto è frutto di una logica deduzione, e non di una visione
diretta». L´alto funzionario dello Stato avrebbe cioè sottoscritto un atto
ufficiale basandosi su quelle che ha definito «voci da cortile».
Sensazioni. E quando entrò nella scuola e vide una ragazza inerme, in una
pozza di sangue - era una giovane tedesca cui la polizia aveva frantumato
a manganellate la mascella, facendole cadere tutti i denti: fu ricoverata
in prognosi riservata -, non gli venne in mente di chiedersi cosa fosse
accaduto. Era pur sempre un ufficiale di polizia giudiziaria, un alto
funzionario dello Stato, ma... «chiedersi cosa fosse successo mi sembrava
andasse un pochino fuori della mia competenza». Non era sua competenza.
L´aspetto, diciamo così, deontologico, non lo sfiora neppure. E´ un
questore, ma è anche un imputato. E infatti chiede, con tono che al
pubblico pare quasi arrogante: «Perché, cosa mi sarebbe addebitabile?».
Anche lui, come le persone ascoltate in precedenza, non è in grado di dire
chi fosse il responsabile dell´irruzione. Ma se proprio deve fare un nome,
allora tira fuori - come il questore Colucci - quello di Lorenzo Murgolo,
che fu indagato e la cui posizione è stata successivamente archiviata.
Vale la pena di segnalare poi alcuni passaggi delle dichiarazioni di
Vincenzo Canterini. Come quando lo avvertono che c´era da fare
un´irruzione in una scuola presunto covo di anarco-insurrezionalisti - «Ci
facemmo un simbolico segno della croce, prima di partire» - o quando
spiega quella che era la sua strategia per la Diaz: «Buttarci dentro una
modesta quantità di lacrimogeni, così non si faceva male nessuno». Ha
sottolineato la confusione che regnava prima del blitz: «Trovai una
incredibile macedonia di polizia». Ha ricordato di quando gli dissero che
era stato accoltellato er Flanella, vale a dire l´agente Massimiliano
Nucera: «All´inizio avevamo visto i tagli, sapevano dell´aggressione: ma
non avevamo avuto la sensazione dell´accoltellamento».
(m. cal.)

.
.