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20.07.06

repubblica: Il G8 merita un´inchiesta via libera alla commissione

Repubblica

I CINQUE ANNI DEL G8

IL PRESENTE

IL PASSATO

Il G8 merita un´inchiesta via libera alla commissione

Partito l´iter in Senato, a fine anno inizio dei lavori

Il Senato respinge le dimissioni di Malabarba, Haidi Giuliani non entra
Oggi il quinto anniversario della morte di Carlo Giuliani

Stop del Senato all´ingresso di Haidi Giuliani
Colpo di scena proprio nel giorno dell´anniversario del lutto, della morte
di Carlo Giuliani al G8. Il Senato ha respinto le dimissioni di Luigi
Malabarba che, eletto nelle file di Rifondazione comunista, si accingeva a
lasciare il suo seggio a Heidi Giuliani, la madre di Carlo.
La scelta di Palazzo Madama a scrutinio segreto sbarra le porte del
Parlamento ad Heidi Giuliani, proprio mentre c´è la conferma del via
libera alla commissione d´inchiesta sui tragici fatti del G8, lungamente
invocata negli anni scorsi e richiesta subito dopo l´apertura della nuova
legislatura.

WANDA VALLI

Si farà , la commissione di inchiesta parlamentare, sui fatti del G8 di
Genova, sui giorni di luglio di cinque anni fa, che sconvolsero una cittÃ
e il mondo. Giorni di Genova blindata, chiusa da grate altissime nella
zona rossa, giorni di morte. Quella di un ragazzo di vent´anni, Carlo
Giuliani, ucciso da un altro ragazzo, Mario Placanica, un carabiniere che
non è andato a processo, è stato congedato, non si è mai più ripreso. I
processi sono stati aperti, contro i black bloc, le tute nere, che hanno
devastato, bruciato macchine, cassonetti, che hanno spaccato vetrine,
divelto pali da usare come armi; e poi per i ragazzi, italiani e
stranieri, picchiati dalla polizia nella notte della Diaz, e per chi è
stato torturato e malmenato, dopo, nella caserma di Bolzaneto trasformata
in un lager. Processi difficili con imputati importanti. Eppure nessuno è
ancora riuscito bene a capire perché a Genova si è scritta una pagina così
brutta e tormentata della storia italiana. Dovrà chiarirlo proprio la
commissione d´inchiesta. Una commissione c´è già stata, voluta dal governo
guidato da Silvio Berlusconi, premier di quel G8, ma è stata una
commissione d´indagine che, a differenza di quella d´inchiesta, non ha gli
stessi poteri della magistratura. Si è chiusa con tre relazioni diverse:
una del centrodestra, allora maggioranza di governo, una del
centrosinistra e la terza di Rifondazione. Adesso si farà sul serio. Il
programma dell´Unione lo aveva annunciato, a Roma, il cammino è giÃ
avviato. Lo conferma Graziano Mazzarello, senatore Ds, uno dei firmatari
della richiesta depositata a inizio legislatura, ai primi di maggio, al
Senato. Dove ha già iniziato il suo iter. Alla Camera, dove analoga
richiesta è stata presentata, se ne occuperà la prima Commissione,
presieduta da Luciano Violante. Che, pure, in un´intervista a "la 7" aveva
dichiarato che la commissione d´indagine poteva essere sufficiente,
provocando la reazione del Comitato verità e giustizia per Genova":
«Violante ha cambiato idea rispetto al 2004». Invece, si prevede il sì
della commissione entro settembre, poi si passerà al voto in aula, alla
Camera e dopo al Senato. «Con un po´ di ottimismo», ragiona il senatore
Mazzarello, «per fine anno dovremmo avere il sì definitivo. Per l´Unione è
uno dei punti del programma da realizzare subito». Sarà un buon augurio
per Haidi Giuliani, la madre di Carlo, che con tenacia insieme con il
marito Giuliano, non ha mai smesso di chiedere la commissione e, anche, di
rivedere il fascicolo della procura sulla morte del figlio, archiviato,
perché il proiettile sparato da Mario Placanica, avrebbe colpito un sasso,
prima di uccidere Carlo. Haidi da ieri avrebbe dovuto essere il nuovo
senatore di Rifondazione eletto a Genova, ma le dimissioni di Gigi
Malabarba, già annunciate al momento della candidatura, sono state
respinte dal Senato a votazione segreta. La Giuliani oggi sarebbe rimasta
a Genova, per partecipare alla lunga manifestazione in piazza Alimonda,
"Per non dimenticare Carlo", dalle due del pomeriggio alle nove di sera,
con musica e poesia. E una commissione d´inchiesta ha richiesto di nuovo
anche il Comune, con il sindaco Beppe Pericu che spiega: «È giusto che la
città sappia la verità , io ho partecipato a quelle giornate e non sono
ancora in grado di ricostruire che cosa è davvero successo allora e nella
preparazione del vertice». Lui, il sindaco, in quei giorni torridi di
luglio di cinque anni fa, divenne il simbolo di Genova, soprattutto il
sabato, il giorno dopo la morte di Carlo, quando tentò, in ogni modo di
mediare con il corteo di protesta che voleva assalire la zona rossa.
L´immagine del sindaco di solito compassato, di poche parole, che vaga per
la città con una giacca bianca, è nella mente di ogni cronista e dei
genovesi. Come mille altri flash di un film, con migliaia di protagonisti.
E dire che tutto era cominciato come una grande festa, giovedì 19 luglio.
Genova è già irriconoscibile, la zona di Palazzo Ducale, sede del G8, e
tutto il centro della città , antico e moderno, sono chiusi da grate che
sbarrano i vicoli, con check point per il controllo documenti. Porto e
aeroporto bloccati, missili pronti. Sembra di essere in guerra. I giovani
manifestanti arrivati a centinaia di migliaia con treni e auto, con
pullman; si ritrovano, in piazza Carignano, per il primo, grande corteo.
Ci sono politici e registi, attori e teatranti di strada, si cammina fino
al corso Italia e poi ancora, con musica, canti. Va tutto bene. Troppo,
pensa qualcuno. Purtroppo avrà ragione. Dopo è solo violenza cercata e
scatenata anche dalla morte di Carlo Giuliani. I primi scontri, venerdì,
tra Cobas e polizia sono in corso Buenos Aires, vicino a piazza Tommaseo.
Intanto, a Palazzo Ducale, i presidenti del G8 sono al lavoro. I
manifestanti vogliono raggiungere la zona rossa, abbatterla; gli scontri
ci sono, niente di grave. Fino a metà pomeriggio. Allora in corso Italia,
in piazza Manin, a Corvetto, i black bloc si scatenano, devastano e
saccheggiano; la polizia interviene con lacrimogeni e getti d´acqua. La
tragedia è alle cinque e mezzo del pomeriggio. Un blindato dei carabinieri
si trova isolato, gli altri non tornano a dar man forte, il corteo
autorizzato viene fermato prima del punto stabilito. Esplode la rabbia, da
quella camionetta parte un colpo di pistola. A terra resta un ragazzo,
Carlo Giuliani. La notizia arriva verso le otto di sera: si parla di un
giovane spagnolo, invece è Carlo e la battaglia appena rimosso il suo
corpo riprende. La notte tra sabato e domenica è la notte della "Diaz",
scuola di via Cesare Battisti usata da molti giovani come dormitorio. C´è
un assalto in piena regola della polizia che picchia e arresta. Dice di
aver trovato bottiglie molotov, qualcuno poi ammetterà che le avevano
messe loro. Perché? E per ordine di chi? Chi riesce viene ricoverato
all´ospedale grazie anche all´intervento dei medici volontari, altri
vengono trasportati a Bolzaneto. Restano lì una lunga notte, malmenati,
offesi, provocati. Domenica, Genova è libera; a sera le grate sono
smontate, la città torna a vivere. Ha pagato un prezzo altissimo. Ha
vissuto uno choc collettivo. Che, ancora oggi, non ha risposte chiare.

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