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05.03.07

Repubblica Lavoro G8, lŽispettore di Bolzaneto "Violenze? LŽho lette sui giornali"

Repubblica Genova

Ieri lŽinterrogatorio del magistrato Alfonso Sabella, allŽepoca in forza al Dap

G8, lŽispettore di Bolzaneto "Violenze? LŽho lette sui giornali"

«Bolzaneto non fu un problema per me fino a quando non lessi gli articoli sui giornali».
Lo ha detto ieri il magistrato Alfonso Sabella, allŽepoca del G8 di Genova ispettore del Dap ed oggi in servizio alla Procura di Firenze, nel corso del suo interrogatorio al processo per le presunte violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto contro i manifestanti detenuti.
Il magistrato ha spiegato ai giudici di aver saputo solo in seguito, dalla lettura dei giornali, dei soprusi ai manifestanti e del clima di tensione e di paura che si respirava nella struttura.
«Di Bolzaneto - ha aggiunto - mi porto dietro lŽimmagine di un agente che si lacca le unghie e parla al telefono cellulare con il suo fidanzato».
Sabella per i fatti di Bolzaneto venne in un primo tempo indagato, ma la sua posizione poi e’ stata archiviata dal gup, su richiesta degli stessi pm. Il magistrato ha ammesso di aver visto in almeno due occasioni che i
detenuti venivano tenuti in piedi e con le mani al muro e di cio’ chiese spiegazione allŽispettore Biagio Gugliotta (uno degli imputati) il quale affermo’ che si trattava di misure di sicurezza.
Sabella, raccontando della visita a Bolzaneto dellŽallora ministro della Giustizia Castelli, ha detto che anche il ministro chiese perche’ i detenuti erano in piedi contro la parete e le donne sedute per terra. Io gli risposi che era per dividere i perquisiti da chi perquisiva.
Parlando dellŽinfermeria, Sabella ha denunciato che una sua disposizione precedente ai giorni del G8 venne disattesa dal personale sanitario.
I medici secondo la sua indicazione, avrebbero dovuto tenere una sorta di diario dei manifestanti arrestati, chiedendo loro dove si fossero procurate le ferite e da parte di chi, da accludere poi alla cartella clinica.
AllŽinizio di febbraio erano stati sentiti, anche il direttore generale dellŽufficio che si occupa dellŽequipaggiamento della polizia penitenziaria, generale Enrico Ragosa, e il generale Nicola Agnano.
Avevano riferito che alla polizia penitenziaria non erano in dotazione, ne’ erano state autorizzate, bombolette spray al peperoncino, come invece sostenuto da alcuni manifestanti.
I due dirigenti avevano elencato cio’ che faceva parte dellŽequipaggiamento: sfollagente, manette, guanti di gomma con i polpastrelli rinforzati antipuntura, manganello classico. Aveva poi deposto, Salvatore Montanaro, prefetto di Catanzaro, allŽepoca incaricato
di fare unŽindagine ispettiva sui fatti.
Montanaro aveva riferito che cŽerano state carenze organizzative e che non era stato coordinato bene il
servizio di vigilanza.

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