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08.05.02

Repubblica, "Quei gas fanno male"

REPUBBLICA - Edizione di Genova - 8 maggio 2002
Polizia e pacifisti d'accordo: "Quei gas fanno male" la politica e il dopo
g8 G8, lacrimogeni nel mirino

MARCO PREVE
UNA eterogenea taskforce, formata da ricercatori universitari e
sindacalisti di polizia, per scoprire i misteri dei gas lacrimogeni,
diventati ormai l'arma principale per sedare i disordini di piazza. Questa
particolare "investigazione" che vede come principale indagato il gas Cs
(ovvero il "chlorobenzylidene malononitrile", la principale componente dei
lacrimogeni) nasce dopo la "battaglia" del G8 genovese. Mai come in quei
giorni di luglio, in Italia, i lacrimogeni hanno avuto un così largo
utilizzo e gli interrogativi e la discussione sui loro effetti collaterali
si sono così moltiplicati. E su diversi fronti. “Perché conoscere le
possibili conseguenze fisiche di questo gas importa ai manifestanti che se
li vedono sparare addosso, ai poliziotti che li devono respirare per
ragioni di servizio per decine di volte nella loro vita professionale, e
soprattutto ai cittadini che per caso, per strada o nei loro appartamenti,
si ritrovano immersi in queste nuvole di fumo”. Così la pensano Edoardo
Magnone, ricercatore al Dipartimento di Chimica dell'Università di Genova e
membro dell'associazione Scienziati contro la Guerra, ed Alessandro
Pilotto, segretario provinciale del sindacato di polizia Silp-Cgil. I due
si sono incontrati ed hanno convenuto che, sugli effetti del Cs, si sa
ancora troppo poco. “Su questi gas non esistono studi o sperimentazioni
effettuate in laboratori universitari - spiega Magnone -, perché non esiste
un ritorno economico, insomma non ci sono aziende interessate al problema e
quindi nessuno investe per analizzarli. Gli unici dati che abbiamo sono
quelli di provenienza militare ma sono, evidentemente, informazioni
limitate. D'altra parte, sono sempre più numerosi i casi di persone che
sostengono di aver accusato gravi danni fisici dopo essere venuti in
contatto con il Cs e questo ci spinge a cercare di raccogliere
informazioni, testimonianze dirette, statistiche”.

“Per gli operatori di polizia - prosegue Pilotto - sono uno strumento di
lavoro e quindi il contatto continuato potrebbe avere, nel lungo periodo,
effetti oggi sconosciuti. Ma penso anche ai molti manifestanti che li
respirano a volte perché coinvolti loro malgrado in tafferugli. E non
dimentichiamo che quello che tecnicamente viene definito il "teatro delle
operazioni", ovvero il luogo in cui solitamente si utilizzano i
lacrimogeni, è quasi sempre un contesto urbano, cittadino, che quindi
costringe migliaia di persone, che camminano per strada o si trovano nelle
loro abitazioni a dover respirare i gas”.
Preoccupazioni condivise anche da un altro sindacalista. Luigi Notari,
della segreteria nazionale del Siulp, che in un convegno al teatro Modena
disse: “So per certo che ci sono colleghi che dopo il G8 hanno denunciato
al nostro servizio medico di aver riportato delle irritazioni alla pelle.
Uno di questi è stato anche operato per togliere delle vesciche che gli
erano venute sul collo visibilmente irritato dopo le giornate di Genova”.
Ma anche sul versante dei manifestanti che scesero in piazza a luglio c'è
fermento per quanto riguarda i lacrimogeni. Una decina di persone hanno
annunciato denunce per le lesioni riportate e tra di loro c'è Laura C., una
docente universitaria di Venezia. I pneumologi che l'hanno avuta in cura
sostengono che la prolungata esposizione ai gas di Genova potrebbe essere
all'origine dell'asma diagnosticata. Prima del G8 quell'asma non c'era, o
per lo meno non si era mai manifestata.
E sempre in relazione agli eventi del summit di luglio, c'è da segnalare
che ieri mattina, in piazza Alimonda, teatro dell'assalto alla jeep dei
carabinieri conclusosi con l'uccisione di Carlo Giuliani, sono tornati i
periti incaricati dal sostituto procuratore Silvio Franz di ricostruire con
precisione al dinamica dell'assalto e dello sparo mortale. Sono state
effettuate alcune rilevazioni, che i consulenti del pm non erano riusciti a
concludere tre domeniche orsono, quando la piazza venne chiusa al traffico
per una ricostruzione dell'episodio effettuata con agenti che impersonavano
manifestanti e carabinieri.

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