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22.02.04

Secolo XIX, crisi in Comune

dal Secolo xix

Il Comune e il G8 Processo ai no-global ds in crisi col Correntone

Il Comune di Genova, con un voto di giunta, ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro ventisei manifestanti accusati di devastazione e saccheggio durante il G8. La decisione è stata votata anche dai due assessori di Rifondazione comunista che - dopo la presa di posizione del loro partito fortemente contrario a questo atto - hanno fatto non esattamente marcia indietro ma marcia a zig zag. Valter Seggi prima ha detto di aver votato quello che gli era stato presentato come «un atto dovuto» dando l'idea di prender distanza (zig), poi ha detto che peròè d'accordo su quello che ha votato (zag). Dante Taccani ha detto che si era distratto al momento del voto (zig), ma adesso non è più distratto, è d'accordo con il partito che rappresenta (zag).
Al di là di futuri zig e zag, cerchiamo di ragionare sulla vicenda. Purtroppo, siamo in pieno clima elettorale. Piacerebbe ragionare senza questa zavorra che ti tira verso il basso, ma c'è. Allora, liquidiamola brevemente. Rifondazione deve fare i conti con i suoi elettori - il che per un partito è più che giusto - e poiché nel "movimento" ha sempre più trovato il suo referente per l'urna, la sua posizione gradita ai no global è comprensibile ma diventa difficile da gestire in giunta.
La Margherita è così intransigente sul sì alla costituzione parte civile non perché abbia questo senso estremo della legalità, ma perché non vede l'ora di togliersi Rifondazione dai piedi e avere qualche assessore in più. Il Correntone, che per un po' è stato lì a pensare se era d'accordo o no, ha trovato una sua visibilità politica nel dire che è«per la mediazione». In più, il Correntone non gradisce un surplus di assessori della Margherita, preferisce Rifondazione in giunta.
Benissimo. Ma questo è il gioco dei partiti. Quanto alla questione in sè, ovvero il Comune di Genova che si costituisce parte civile contro i 26 che saranno processati e che potrebbero benissimo, per quel che ne sappiamo, essere tutti assolti, il problema - come si dice - è un altro. E' sicuramente un problema politico e non amministrativo. Da un punto di vista amministrativo è infatti ineccepibile e nessuno, in fondo, lo mette in discussione. Se è stato danneggiato un patrimonio collettivo di cui il Comune ha la tutela, il Comune si dichiara parte lesa nei confronti di chi fosse ritenuto responsabile. Ma, evidentemente, qui si apre un'ulteriore riflessione. Nulla, in realtà, è atto "dovuto", se non quello che si vuole fare. Il fatto è che Rifondazione - e a quanto pare anche il Correntone - ritiene a priori che i manifestanti, anche se avessero commesso atti di violenza (incendio di cassonetti, vandalismi nelle banche ecc.), non sono "responsabili". Perché i veri responsabili di ogni disastro del G8 sono - per Rifondazione - i vertici della Polizia e il governo Berlusconi. Rifondazione nega, in questo caso, la responsabilità penale individuale dei manifestanti.
La posizione dei ds è sempre stata diversa: fin dal primo momento i ds hanno detto che "tutte le responsabilità" dovevano essere individuate e colpite, quelle dei poliziotti violenti ma anche quelle dei manifestanti violenti. Questo concetto teneva a sottolineare la necessità di dissociarsi da qualunque forma di violenza da parte di quelle che vengono chiamate le frange estreme del "movimento". Non si tratta quindi di chiedere i danni "in sede civile", come vorrebbe oggi il Correntone, ma per l'appunto di prendere posizione..
Qui, la questione è che ognuno giochi il suo ruolo apertamente. La posizione espressa dal sindaco Pericu è chiara: sulle responsabilità politiche del G8 vada a fondo una commissione parlamentare d'inchiesta, sulle responsabilità penali individuali dei manifestanti e dei poliziotti si esprima la magistratura, infine il Comune sia presente sia nella forma politica (richiesta di commissione parlamentare) sia nella forma istituzionale come parte lesa in sede giudiziaria. Sarà il Comune parte lesa anche nei confronti di un possibile rinvio a giudizio di esponenti delle forze dell'ordine accusati di violenze contro i cittadini? Rappresentando in questo caso il Comune un altro patrimonio, non quello dei cassonetti bruciati, ma quello del diritto violato dei cittadini, la logica ci farebbe supporre di sì. Scegliere una sorta di "neutralità" del Comune sul piano penale come quella proposta dal Correntone, renderebbe difficile ad esempio sostenere la costituzione parte civile contro eventuali poliziotti rinviati a giudizio. Ridurre poi questa scelta a una sorta di ricattuccio come fa Agnoletto («se il Comune si costituisce contro i no global, allora lo faccia anche contro i poliziotti»), con una modestissima trappoletta politica è veramente svilire la questione.

Erika Dellacasa

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