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04.12.03

Secolo xix: G8, 25 no global a giudizio

G8, 25 no global a giudizio
Genova. Conclusa l'udienza preliminare, processo al via il 2 marzo. I
difensori: «Per il gup l'inchiesta è zoppa»
Tra le accuse devastazione, resistenza e furto

Genova. «Si ritiene necessaria una verifica dibattimentale». Una frase di
rito quella pronunciata nel pomeriggio di ieri dal giudice per le udienze
preliminari Roberto Fucigna dopo tre ore di camera di consiglio. Dunque 25
dei 26 no global per i quali i pm Giancarlo Pellegrino, Anna Canepa e
Andrea Canciani avevano chiesto il rinvio a giudizio, saranno processati.
La data è stata fissata per il 2 marzo con udienze previste tutti i martedì
davanti alla seconda sezione del tribunale presieduta da Marco Devoto. Le
accuse sono devastazione e saccheggio, resistenza aggravata a pubblico
ufficiale, porto e detenzione di materiale esplodente, furto aggravato e
continuato e tentativo di lesioni gravi.
I fatti sono quelli del G8 genovese e riguardano le violenze di strada
nell'ambito delle quali si svolse anche l'assalto alla camionetta dei
carabinieri in piazza Alimonda dove morì Carlo Giuliani. Per quell'episodio
i genovesi Massimiliano Monai e Eurialo Predonzani e il pavese Luca Finotti
sono accusati di lesioni gravi. E' stata stralciata per ragioni tecniche
soltanto la posizione di un giovane iraniano.
Nonostante il rinvio a giudizio i difensori degli imputati, all'uscita da
palazzo di giustizia hanno espresso soddisfazione. Laura Tartarini, legale
del Genoa Legal Forum, ha dichiarato: «Nonostante il rinvio a giudizio ci
sono alcune cose che ci danno particolare soddisfazione: il gup, nella sua
esposizione preliminare, ha sostanzialmente fatto riferimento ad un
processo zoppo nel senso che i pm non hanno fatto riferimento a eventuali
corresponsabilità nella gestione dell'orine pubblico. In sostanza i
magistrati che hanno condotto l'inchiesta, secondo Fucigna, hanno indagato
soltanto sui manifestanti e non sul complesso delle vicende che si sono
verificate in quei drammatici giorni».
Dello stesso avviso l'avvocato Simonetta Crisci del Foro di Roma che,
uscendo dall'Aula Magna, ha annunciato che, dopo le dichiarazioni del gup,
esistono gli estremi per chiedere l'incostituzionalità del provvedimento.
«All'apertura del processo presenteremo un'eccezione in tal senso».
I capi d'imputazione, devastazione e saccheggio, sono rimasti immutati. Ma,
avrebbe aggiunto il gup, spiegano ancora i difensori, che da quanto si
evince dal fascicolo, non è stato spiegato con chiarezza a chi attribuire
le responsabilità delle imputazioni. Per cui, avrebbe detto ancora Fucigna,
pur ritenendo di non poter assolvere gli imputati, ha deciso per il rinvio
a giudizio in modo che sia il giudice, in sede dibattimentale a valutare.
Roberto Fucigna, raggiunto nel suo ufficio al termine dell'udienza non ha
voluto rilasciare alcuna dichiarazione a proposito, affermando che
l'udienza non era pubblica. Dal canto loro non hanno espresso commenti
neppure i pm che hanno condotto l'inchiesta. Sottolineando che per loro,
l'unico dato di fatto che conta è la decisione per il rinvio a giudizio,
decisione adottata, oltrettutto, senza mutare alcuna imputazione e senza
apportare alcuna integrazione.
Non sono mancati, in aula, anche feroci attacchi alla decisione di blindare
palazzo di giustizia in occasione delle quattro udienze. L'avvocato Nesta
del Foro di Napoli ha criticato aspramente la procura generale che ha
deciso per uno schieramento di forze dell'ordine così compatto commentando
che a Napoli non vengono prese misure così eccezionali neppure quando si
celebrano processi per camorra.
Ora gli avvocati hanno un paio di mesi per mettere a punto le loro linee
difensive. Al processo si presenteranno anche le parti offese. L'avvocato
Beppe Gallo che rappresenta il carabiniere Mario Placanica, che venne
prosciolto dall'accusa di aver ucciso Carlo Giuliani, ha commentato: «Siamo
soddisfatti della decisione del giudice. Ora con il mio cliente dobbiamo
decidere circa la sua costituzione a parte civile».
Tra gli imputati figurano gli anarchici Francesco Puglisi, detto Molotov,
Marina Cugnaschi di Lecco, e Vincenzo Vecchi di Bergamo. Nel processo, in
cui ci sono oltre 30 parti offese, si sono già costituiti parte civile i
ministeri dell'Interno, della Difesa e della Giustizia e la presidenza del
consiglio.

Elisabetta Vassallo
04/12/2003

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