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11.02.04

Secolo xix: G8, Genova contro i black bloc

dal secolo xix

G8, Genova contro i black bloc
Decisione sofferta della giunta Pericu. Ieri prima udienza per la "mammina"
francese che sfondò la zona rossa
Il Comune parte civile ai processi sulle devastazioni

Genova Il Comune si costituisce parte civile contro i violenti del G8.
Nella prima udienza del processo ai ventisei giovani rinviati a giudizio
per il reato di devastazione e saccheggio, prevista per il prossimo 2
marzo, gli avvocati Giovanni Salvarezza e Pierluigi Chino presenteranno la
richiesta al collegio giudicante.
La decisione della giunta comunale chiude così la polemica nata all'udienza
preliminare. Polemica tutta incentrata sull'assenza dell'amministrazione
comunale nel procedimento contro i cosiddetti black bloc italiani. La
circostanza aveva scatenato una violenta discussione politica. Il sindaco
Giuseppe Pericu, nell'occasione, aveva spiegato che la scelta era ancora al
vaglio: «Decideremo in seguito».
Ora, nel corso dell'ultima giunta, è arrivato il via libera. La notizia è
confermata dall'avvocato Salvarezza: «Ho ricevuto la procura dopo la
decisione della giunta. La costituzione di parte civile riguarderà sia i
danni materiali sia quelli morali. Non toccherà, quindi, solo le
devastazioni avvenute un po' in tutta la città, ma anche l'offesa arrecata
all'immagine di Genova. Mi si consenta un'opinione personale: quel che è
successo in quei giorni è stato vergognoso, rivedere quelle immagini fa
rabbrividire».
Violò la "zona rossa". «Ho fatto resistenza ma solo per salvaguardare me
stessa e tutelare i miei diritti». Valerie Vie, 38 anni, la cittadina
francese arrestata dopo aver violato la "zona rossa" durante il G8, si è
difesa così ieri al processo che la vede imputata di resistenza e
danneggiamento davanti al giudice monocratico Giovanna Galliano.
Valerie Vie, mamma di tre bambini, ha raccontato di essere arrivata a
Genova dalla Francia il 19 luglio 2001 con un autobus dell'associazione
Attac. Quando il pm Anna Canepa le ha contestato che dai verbali di
interrogatorio risulta che aveva ammesso tutto, sia la resistenza che il
danneggiamento, ha risposto che era molto provata quando fu interrogata
«dopo tre giorni di detenzione trascorsi senza mangiare nè bere».
Il racconto: «Il "movimento" aveva previsto che la zona rossa doveva essere
passata simbolicamente. Io sono andata avanti e pensavo che tutti gli altri
mi avrebbero seguita. Ho fatto qualche metro ed un poliziotto mi è venuto
incontro». Poi l'arrivo di altri agenti: «Chiedevo cosa stava accadendo, ma
si sono innervositi. Mi hanno buttata a terra cercando di farmi entrare su
un'auto con la forza. Poi è arrivata una seconda auto dalla quale sono
scesi 4-5 poliziotti in uniforme che mi hanno picchiata sulla schiena e
sulla pancia». La Vie ha anche denunciato di essere stata picchiata,
insultata ed umiliata mentre era in stato di arresto nella caserma di
Bolzaneto dove rimase tre giorni.

Andrea Plebe

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