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28.03.08

secolo xix Luperi: «Non potevo pensare che fosse tutto falso»


Luperi: «Non potevo pensare che fosse tutto falso»

«Sono sinceramente addolorato per questa vicenda, per le persone ferite e
per gli arrestati. Sono un uomo delle istituzioni e attendo percio' con
fiducia il giudizio della magistratura». Lo ha detto questa mattina
Giovanni Luperi, all'epoca del G8 vice capo Ucigos, uno dei vertici della
Polizia imputati nel processo per la sanguinosa irruzione nella scuola
Diaz.

Luperi ha reso stamani spontanee dichiarazioni davanti al Tribunale.
Dapprima ha spiegato il suo ruolo durante i giorni del G8 a Genova, che
non era di polizia giudiziaria, ma solo di coordinamento e di natura
informativa.

In particolare la notte della Diaz, Luperi ha raccontato che si trovava
davanti alla scuola solo per organizzare la perquisizione. «Poi
cominciarono a uscire i feriti - ha raccontato - e a quel punto potevo
anche pensare che fossero stati atti di violenza gratuita da parte delle
forze dell'ordine oppure di una certa resistenza da parte degli occupanti
l'istituto».

«Ad un certo punto - ha aggiunto - un agente ci ha raccontato anche di
essere stato accoltellato da un no global dentro la scuola. Poi i
poliziotti incominciarono a portare fuori della scuola gli oggetti
sequestrati: mazze, bastoni, e le due bottiglie molotov». Luperi ha
aggiunto: «Francamente non potevo pensare che fosse tutto falso».

Il pm Francesco Cardona Albini, al termine dell’udienza del processo Diaz,
ha annunciato di aver depositato in segreteria i brogliacci delle
telefonate intercettate che hanno coinvolto in un nuovo procedimento l’ex
questore di Genova Francesco Colucci con l’accusa di falsa testimonianza,
l’allora capo della Digos Spartaco Mortola e il capo della polizia Gianni
De Gennaro, accusati di induzione alla falsa testimonianza. Per i tre
imputati, che hanno già ricevuto l’avviso di conclusione indagini
preliminari a fine novembre scorso, a breve ci sarà la richiesta di rinvio
a giudizio. L’accusa stamani ha anche depositato un filmato inedito del
free lance inglese Mark Cowell, ferito a terra davanti alla scuola Diaz,
mentre veniva soccorso da due militi del 118. Cowell è una delle parti
lese nel processo Diaz.

De Gennaro, raggiunto dall’ `avviso´ a fine novembre scorso, è indagato
per aver indotto, secondo l’accusa, l’ex questore di Genova Francesco
Colucci a rendere falsa testimonianza durante l’udienza del 3 maggio del
2007 nel processo per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, in cui
sono imputati 29 poliziotti, tra alti funzionari e dirigenti. L’ex capo
della polizia, ora commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in
Campania, aveva depositato il 18 gennaio scorso in procura una memoria
difensiva in cui aveva ribadito di non aver mai indotto Francesco Colucci
a rendere falsa testimonianza. I suoi difensori, avv. Franco Coppi e Carlo
Biondi avevano infine chiesto ai pm l’archiviazione della posizione del
loro assistito. Nel corso dell’udienza di oggi, dopo la deposizione
spontanea di Giovanni Luperi, è stato sentito anche Paolo Elia Capra,
direttore sanitario dell’ospedale San Martino, che ha dichiarato che, a
quanto gli risulta, dopo l’ irruzione della polizia nella scuola, erano
andate a farsi curare negli ospedali genovesi 62 persone, 34 erano stati
ricoverate, di cui due in codice rosso.

Il processo riprenderà il 2 aprile.

IL CONTENUTO DELLE INTERCETTAZIONI.
Sono numerose le telefonate intercettate all’ex questore di Genova,
Francesco Colucci, a colloquio con Spartaco Mortola, ex capo della Digos
di Genova, e con altri colleghi, contestate all’ex capo della Polizia
Gianni De Gennaro, imputato di induzione alla falsa testimonianza con
l’aggravante di «aver determinato a commettere il reato persona a lui
sottoposta e con abuso della funzione pubblica esercitata quale direttore
generale del Dipartimento della pubblica sicurezza». Della stessa accusa
deve rispondere Mortola, mentre Colucci di aver reso falsa testimonianza.

I brogliacci delle telefonate, già contenuti nell’avviso di conclusione
indagini preliminari ed in parte già noti, sono stati depositati oggi in
segreteria dai pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, perché il
tribunale conosca gli atti da cui sono scaturite le accuse nei confronti
dei tre indagati, per cui è stato aperto un fascicolo a parte. A giorni
sono attese le richieste dei pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini di
rinvio a giudizio. Il dettaglio, secondo l’accusa, su cui De Gennaro
voleva che Colucci cambiasse la sua deposizione, cosa che fece durante la
testimonianza, è su chi aveva inviato Roberto Sgalla, direttore
dell’ufficio pubbliche relazioni del dipartimento di polizia, nella scuola
Diaz la notte dell’ irruzione. Colucci perciò in aula corresse la sua
versione precedente dicendo di essere stato lui ad aver inviato Sgalla e
non il capo della polizia. Secondo gli inquirenti questo dimostrerebbe che
anche i vertici romani erano a conoscenza del blitz della polizia deciso
in questura a Genova.

Una delle telefonate risale al 26 aprile dell’anno scorso, prima
dell’audizione del 3 maggio di Colucci come teste nel processo per la
sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, in cui l’ ex questore dice: «Ho
parlato con il capo, devo rivedere un po’...e fare marcia indietro». In
un’altra telefonata, del 28 aprile, Mortola dice a Colucci, che gli
chiedeva di ricordargli cosa era successo la notte della Diaz perché aveva
ricordi confusi «Devi dire solo quello che ricordi, devi dire la verità ».
Colucci poi incalza Mortola per sapere cosa era successo durante il G8 e
gli fa una sfilza di domande: quanti sono stati gli arrestati alla Diaz? E
nei vari giorni del G8? C´ è stato anche un assalto al carcere? Chi c’era
alla riunione in questura dove si decise la perquisizione? Insomma Colucci
pare che non ricordi più niente del G8 e si fa imbeccare da Mortola per
paura di non saper rispondere alle domande degli avvocati e dei pm.

Infine il 5 maggio, dopo la deposizione in aula che gli costerà l'accusa
di falsa testimonianza, Colucci commenta soddisfatto: «Sono andato bene,
ho detto le cose giuste». Dal 4 maggio in poi Colucci chiama a raffica
Mortola e altri colleghi, rivendicando l'appoggio del capo, esprimendo il
desiderio che De Gennaro venga nel processo a deporre. Invece il pm Enrico
Zucca comunica in aula a sorpresa di rinunciare a sentire come teste De
Gennaro. Mortola parlando l'8 maggio con Colucci della revoca della
citazione del «capo», aggiunge: «Il capo comunque si è detto disposto,
perché mi ha chiamato ieri Luperi (ex numero due Ucigos, a sua volta
imputato nel processo, che oggi ha fatto spontanee dichiarazioni) a
testimoniare a nostro favore. E allora praticamente tutti gli avvocati
fanno opposizione alla revoca di citazione di Zucca e lo citeremo come
testimone a nostra difesa».

Ma la cosa non avverra' in quanto il capo della polizia era gia' indagato
per induzione alla falsa testimonianza. Il 22 maggio Colucci riceve
infatti l'avviso di garanzia della procura per falsa testimonianza, a cui
fanno seguito quelli per De Gennaro e per Mortola.

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