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11.07.07

Secolo xix Manganelli e il G8:puniro' le ignobili telefonate

Secolo XIX

Manganelli e il G8:puniro' le ignobili telefonate

MARCO MENDUNI
ROMA. Per la prima volta il nuovo capo della polizia Antonio Manganelli
accetta di parlare degli ultimi sviluppi del caso G8. E lo fa con il
Secolo XIX. «Ho avvertito la necessità di una verifica urgente e accurata
su quelle telefonate. Anche ai fini disciplinari », esordisce. Parla delle
comunicazioni («Speriamo che muoiano tutti »;«E' gia' uno a zero per noi»)
tra alcuni agenti e la questura nei giorni del summit.
G8, telefonate choc
«Li puniremo»
Il nuovo capo della polizia: «Ho voluto io un'inchiesta interna»
Non l'hanno lasciato indifferente, quelle telefonate. Il tono.La
concitazione. Il cinismo che (pure in un momento di grande concitazione) e¨
trapelato da alcune parole. Quando e¨ nata la decisione di un'azione
disciplinare decisa dal capo della polizia in persona?
«In seguito alla
divulgazione di alcune comunicazioni. Sono quelle intercorse nella notte
del 21 luglio2001 tra la centrale operativa della questura di Genova e
alcuni funzionari e agenti della polizia di Stato in servizio nel
capoluogo ligure, all’epocadel G8». E cos’ha deciso, ascoltando quelle
telefonate diffuse dalle radio e dalle televisioni,trascritte sui
giornali? «Ho avverito immediatamente la necessità di disporre una
verifica, un’accurata e urgente verifica». Aggiunge Manganelli: «Anche ai
fini disciplinari ».Chi ha sbagliato, è il senso, pagherà . Manganelli ha
parole ufficiali e posate. Quasi burocratiche. Ma il momento è delicato e
importante. Ogni termine va vagliato, soppesato. Come si articola questa
sua decisione? «Ho disposto, in particolare, un’attivitĂ
ispettiva.Un’azione di vigilanza costante e scrupolosa sulla correttezza e
sulla trasparenza dell’operato dei dipendenti coinvolti ». Sono telefonate
dure, choccanti, quelle che hanno fatto da contrappunto al blitz alla
Diaz. Una poliziotta della centrale operativa incontatto con un collega,
definisce i manifestanti «zecche del cazzo». «Speriamo che muoiano tutti
insiste e comunque (riferendosi alla morte di CarloGiuliani, ndr) siamouno
a zero per noi». «Econquesto spettacolo abbiamo chiuso la giornata»,
commentano in sottofondo a un’altra chiamata, due agenti.Lorenzo
Murgolo,unodei pochissimi dirigenti prosciolti per il raid, è esasperato:
non c’è il pullman per portare via i fermati. Bestemmia almeno quattro
volte, insulta due addetti della sala radio e definisce la centrale di
Genova«un reattore dove c’è troppo casino». Ancora, una conversazione tra
due poliziotti riguarda un giovane ferito in ospedale: «Chi lo piantonava
in ospedale se ne voleva andare perché diceva: tanto questo è morto». Ma,
in ballo, ci sono anche i rapporti della stessa polizia con la
magistratura. Non sempre, in passato, sono sembrati idilliaci, nelle
inchieste sugli abusi della polizia nei giorni delG8. In questo caso
particolare, ha dato delle indicazioni? «Ho invitato personalmente i
responsabili degli uffici ispettivi della polizia di Stato a garantire la
più ampia collaborazione con la magistratura ».Con entrambe le
magistrature: «Inquirente e giudicante». La polizia, sul G8, non è mai
stata con le mani in mano, insisteManganelli. Molte azioni disciplinari e
ispettive sono giĂ state decise da Gianni De Gennaro, che il nuovo capo ha
avvicendato dal 2 luglio. Si è mosso,quindi, in continuità con le
decisioni di DeGennaro... «Sì, questa iniziativa è stata concepita in
piena continuitĂ con la linea tracciata dal mio predecessore. Aveva
assunto analoghe determinazioni quando si era presentata l’esigenza di
esperire accertamenti amministrativi in merito ad altri, controversi
episodi connessi alle vicende del G8. Aveva impartito direttive puntuali,
per sensibilizzare l’attenzione costante degli uffici ispettivi». Quali
sono stati altri episodi precedenti? Alcuni sono avvenuti, chiarisce
Manganelli, anche in epoca recente. Ne cita uno. E’ l’episodio della
“sparizione” delle due bottiglie molotov (quelle introdotte a bella posta
nella scuolaDiaz per accusare i no global), che dovevano essere conservate
tra i corpi di reato. Invece, nel momento in cui le due bottiglie
esplosive dovevano entrare nell’aula dove si celebra il processo, non
c’erano più. Per questo evento la procura della Repubblica ha aperto un
nuovofascicolo d’inchiesta, indagando e sottoponendo alle intercettazioni
telefoniche artificieri e altri responsabili che avrebbero dovuto
conservarle. «Dopo questa vicenda, la polizia ha aperto un’inchiesta
interna per capire che cos’era davvero avvenuto», chiarisce ancora il
nuovo capo della polizia. E l’attività di indagine interna ha portatoanche
a una rivisitazione di tutti i sistemi di custodia dei materiali
esplodenti e dellemodalitĂ di lavorodegliartificieridellapolizia.
Lemolotov della Diaz, d’altronde, sonoilprimopuntodi contatto“ufficiale”
traManganelli e le vicende del G8. E’ dalla scoperta di quel clamoroso
falso che Antonio Manganelli, allora numero due della polizia, inizia
adoccuparsi inprimapersonadei fatti delG8. Si sa anche che cosa confidò
all’epoca ai suoi stretti collaboratori: «Io non sono innocentista a
oltranza spiegò qui è successo qualcosa di grave e dobbiamo esser noi
stessi a capire che cosa». Sulblitz allaDiaznonhamai avuto grossi dubbi.
Fu un’azione sbagliata.
Sentito a Roma, come testimone, dai pm genovesi il
16 dicembre 2002 , Manganelli racconto' le sue conversazioni conDeGennaro
quella sera: «Io credo che tu abbia visto un altro G8,glidissi ...Noine
usciamo male e insomma, a me non sembrano pregresse, quelle ferite ». E
ancora: «Mi e¨ sembrato che alla perquisizione Diaz ci fossero un po’
troppi generali senza contestuale distribuzione di compiti e di livelli di
responsabilitĂ ... debbo dire che la cosa chemi ha colpito di piuě in
assoluto, che non riesco a digerire, e¨ la provenienza illegale delle
molotov.
Ioneho viste tante,mi spiacedirlo al registratore, ma ne ho anche
fatte tante... ma la bustina in tasca allo spacciatore... insomma l'avevo
vista neifilm,ma non credevo potesse succedere ».
Oggi, alle vicende di quei
giorni, si torna a guardare con grande attenzione dopo le ultime novita' uscitedai faldoni giudiziari.Esi torna
aparlare ancoraunavoltadiunacommissione d'inchiesta sui fatti delG8. Qual
E¨ la sua opinione su una nuova commissione parlamentare sul luglio 2001
aGenova? «Guardi,io dico unacosasola.
Qualunquemezzo, qualunque,possa
servire a stabilire la verita' , a capire che cosa e¨ accaduto in quei
giorni, non solo non lo temo,ma lo auspico».
MARCOMENDUNI

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