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24.06.11

secolo xix Misteri sul G8 di Genova? No, tutto e' chiaro

Magari fate finta anche voi di non saperlo, ma sono gia' passati 10 anni dal G8 di Genova, la zona rossa, le tute bainche, il blocco nero, tutti i colori del mondo. E poi piazza Alimonda, la scuola Diaz, Bolzaneto: luoghi familiari ai genovesi, ma ormai entrati a viva forza nella mitologia altermondialista.
Ecco, forse proprio perche' non ho dimenticato nulla di quei giorni, mi sono sforzato di cadere dalle nuvole, quando mi hanno proposto di preentare - martedi prossimo da Feltrinelli - il numero di Micromega in edicola, con un'ampia sezione dedicata all'anniversario.
Dieci anni? Ho farfugliato. E poi, sempre piu' debolmente, ma perche' proprio io?
Non sono ne' un reduce, ne' un dietrologo.
Insomma, non sono riuscito a dire di no: anche perche', benche' al G8 fisicamente non ci fossi - ero al mare con la famiglia, figuratevi - tutto quel che e' accaduto dieci anni fa e' ancora vivo dentro di me, come fosse ieri.
Sara' perche' lo scempio della Diaz e' avvenuto proprio accanto a casa mia, mentro ero via; ma da allora, per mesi, non ho fatto altro che pensarci, e' diventata un'ossessione, mi sono documentato, ci ho anche scritto due saggi su due riviste serissime, Ragion Politica e il Mulino; eppure non riuscivo a liberarmene.
Poi, finalmente, mi sono reso conto che avevo capito tutto sin dall'inizio, e che anzi non c'era proprio nulla da capire, come spero di mostrarvi subito.
Una mattina, a trecento chilometri da Genova - c'era gia' stata la morte di Carlo Giuliani - torniamo dal mare e alla radio sentiamo che c'e' stata un'irruzione in una scuola di Genova, la Diaz, in realta' Pertini.
E' stato li' che, dal modo imbarazzato e reticente con cui veniva data la notizia, abbiamo capito tutto.
Non c'era bisogno di una Commissione parlamentare di inchiesta, comunque mai fatta, ne' di migliaiai di indagini giornalistiche e neppure di decine di processi ormai avviati alal prescrizione.
Bastava ascoltare la radio quella mattina, tornando gocciolanti dal mare.
La settimana dopo siamo tornati a casa.
Appena rientrati in citta', uno dei miei figli, allora piccolo, ha detto, incollato ai vetri della maccchina: ma l'hanno gia' ricostruita.
Poi abbiamo cominciato a chiedere ai vicini cautamente, perche' sapevamo di correre un rischio enorme.
E se avessimo scoperto che la lattaia, il verduraio, il tabaccaio all'angolo erano tutti complici e tifavano per l'omicida di Giuliani, per i macellai della Diaz, per i torturatori di Bolzaneto: come avremo fato, poi, a comprarci ancora il latte, la verdura, i francobolli?
Bene, complici non ce n'erano: erano rimasti tutti svegli, la notte della Diaz, a sentire le urla dei ragazzi massacrati nelal scuola Diaz.
A quel punto, restava solo da mettere insieme i pezzi del puzzle, ma non era cosi' difficile: perche' non c'era proprio niente di nascosto, nulla che non possa vedere chiunque, se vuole.
Nessun complotto, nessuna cabina di regia: il mondo non funziona cosi'.
Semplicemente poliziotti e carabinieri mandati al macello da un governo di centrodestra appena entrato in funzione e che ovviamente si mostrava disposto ad avallare qualsiasi loro fesseria, avevano pensato di cavarsela prendendosela con i piu' deboli, ossia manganellando i pacifisti e evitando accuratamente i black block: come si e' sempre fatto in casi del genere, chiedete a un aprente carabiniere, se ne avete uno.
Solo che, quando questa brillante strategia aveva prodotto una figuraccia di dimensioni planetarie - la prima di una lunga serie, se ci pensate - allora le forze dell'ordine, vertici in testa, hanno avuto la brillante idea di fargliela pagare, sempre ai pacifisti, mica ai black block - inventandosi l'irruzione alla Diaz - Pertini con annessa Bolzaneto.
C'e' qualcosa da capire in tutto questo?
E' tutto molto semplice, direi elemntare.
I veri misteri sono altri.
Perche' a dieci anni di distanza il premier e la maggioranza di governo sono ancora gli stessi?
E i vertici delle forze dell'ordine, pluricondannati in due gradi di giudizio?
E come mai l'unico funzionario di polizia che non sia stato ancora promosso con lode e' proprio quello che parlo' incautamente di "macelleria messicana", ottenendo uno sconto di pena, ma giocandosi la promozione?

Mauro Barbieri e' professore ordinario di filosofia del diritto all'Universita' di Trieste

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