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07.11.04

Secolo xix: Molotov alla Diaz cellulare misterioso innesca un caso

Molotov alla Diaz cellulare misterioso innesca un caso
G8 Nuova udienza in aula

Il ritrovamento delle molotov nella Diaz, durante i fatti del G8 genovese,
potrebbe essere nuovamente ricordato in aula. Ieri mattina, infatti,
durante l'udienza preliminare nell'ambito della quale il gip Daniela
Faraggi era chiamata a decidere se rinviare o meno a giudizio i 28
poliziotti che presero parte all'irruzione nella scuola, è stato chiesto un
incidente probatorio in tal senso. L'avvocato Carlo Di Bugno, difensore di
Giovanni Luperi, all'epoca del G8 braccio destro del prefetto Arnaldo La
Barbera, capo dell'Ucigos, ha chiesto di poter assistere all'interrogatorio
di Pietro Troiani e di Michele Burgio, suo assistente. «Sono troppe - ha
detto - le incongruenze emerse negli interrogatori fatti dalla pubblica
accusa. Desidero poterli sentire a mia volta». Il gip Faraggi si è
riservata di decidere a proposito. Troiani e il suo diretto sottoposto
Burgio sono accusati di aver ritrovato le molotov che, secondo l'accusa,
non erano originariamente all'interno della scuola, ma vi erano state
portate dalla stessa polizia per incriminare i no global.
Nel procedimento spunta poi il mistero di un secondo telefono cellulare,
usato quella sera dal vicequestore Pietro Troiani, da cui sarebbe partita
una telefonata diretta alla questura. La chiamata sarebbe avvenuta proprio
durante il famoso "conciliabolo" dei poliziotti fuori della scuola, davanti
al sacchetto azzurro contenente le due bottiglie molotov. A parlare del
misterioso cellulare è lo stesso avvocato Carlo Di Bugno: «A chi telefonò
Troiani in quel frangente, dopo aver mostrato le due bottiglie? Perché i pm
non hanno allegato agli atti del processo i tabulati o anche solo i
brogliacci delle telefonate fatte da Troiani dal secondo cellulare usato
quella sera? A quanto mi risulta - aggiunge Di Bugno - una di queste venne
fatta a un poliziotto in questura.


07/11/2004
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