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18.01.07

Secolo xix: ProcessoG8, il giallo delle molotov sparite

ProcessoG8, il giallo dellemolotov sparite

GENOVA. Si susseguono i colpi di scena alprocessoper la sanguinosa irruzione
compiuta dalla polizia nella scuola superiore Diaz durante il G8 che si tenne aGenova nel luglio 2001.
Nell’udienzadi ieri sono scomparse le due famose bottigliemolotov che, secondo l’accusa, sarebbero state portate dagli stessi investigatori all’interno della scuolaper giustificare l’arresto dei noglobal.
Dopo la scomparsa delle due molotov, che erano state mostrate ai giornalistidurante la conferenza stampa organizzata in questura la mattina successiva alla violenta irruzione, il tribunale ha disposto che non potranno essere ascoltate le testimonianze dei dirigenti del Viminale fino a quando «le prove» non saranno ritrovate.
Nel frattempo, il processo proseguirà con l’audizione dei testimoni non collegati al ritrovamento delle due bottiglie incendiarie.
Nell’udienza di oggi, i giudici ascolteranno la testimonianza dell’investigatore dei carabinieri del Ris di Parma,Giandomenico Vito, che aveva compiuto gli accertamenti sui computer.
Se lemolotov saranno ritrovate e portate in aula, i giudici e gli avvocati potranno dunque ascoltare l’interrogatorio dei testimoni Donnini, Piccoletti
e di altridirigenti della polizia arrivati a Genovaper la testimoniare. In
caso contrario, saranno ascoltati in udienze successive del processo.
ieri, il colpo di scena della scomparsa delle due prove, lemolotov, appunto.
La questione è stata sollevata dagli avvocati difensori di alcuni dei
ventinove tra agenti e funzionari di polizia imputati, a vario titolo, di percosse,
falso ideologico, lesioni gravi, calunnia, violenza privata, danneggiamenti,
perquisizione arbitraria e furto.
Tra i difensori presenti, gli avvocati Silvio Romanelli, Alfredo Biondi,
Giorgio Zunino, Maurizio Mascia, Carlo Di Bugno, Marco Corini). Ciascun
penalista ha portato le sue argomentazioni
al presidente Gabrio Barone, affinchè fossero presentate in
aula le duemolotov, considerate tra i piùimportanti corpidireatodituttoil
processo.Ma delle due famose bottiglie incendiarie, ieri nessuna traccia.
Il tribunale ha interpellato la questura.
Ein aula si è presentato il vicequestore FrancescoBorrè, che aveva
compiuto una serie di indagini per conto della procura. Anche lui, però,
delle due molotov non ne sapeva nulla. Nessuna traccia neppure al reparto mobile di Bolzaneto e inaltriuffici
di polizia. Compreso il settore
della Scientifica. Proprio in quegli uffici, l’allora dirigente Cosimo Cavallera era stato incaricato di svolgere sofisticati accertamenti, insieme ai suoi
superesperti.
Il tribunaleha allora chiesto lumi al segretario capo dell’ufficio corpi di
reato, Sergio Bruschi.Ma pure da lui, nessun indizio. Ha detto chiaro e
tondo di non avermai visto le due famigerate bottiglie molotov. All’interno
del suo ufficio sono custoditi quaranta cartoni, sigillati e firmati,
che contengono tutto ilmateriale sequestrato
durante il G8 e che sono a disposizione deimagistrati per il processo.
Possibile che le molotov siano finite in qualcuno di questi scatoloni?
Si vedrà.Omeglio: si controllerà.
Il pm Enrico Zucca convocherà anche il questore, Salvatore Presenti, affinchè ordini ai suoi dirigenti di compiere tutti gli accertamenti necessari
per cercare di individuare le due molotov volatilizzate, indispensabili per la prosecuzione del processo.
Durante l’udienza di ieri, non è mancato il tentativo di scoltare comunque i testimoni.Nonostante l’assenza del corpo del reato.Magari basandosi
suvecchi scattidellemolotov,
fotografate e riprese da giornali e tivù di tutto il mondo. L’avvocato Romanelli è intervenuto per affermare che due testi, sentiti durante le indagini, avevano avutodifficoltà a riconoscere le bottiglie incendiarie delle foto.
L’avvocato Biondi ha sostenuto: «Le fotografie di un oggetto non possono sostituire l’oggetto corpo del reato, che deve essere materialmente riconosciuto.
Sarebbe una strana contumacia aggiunta a quella che la legge
prevede per gli imputati, la contumacia del corpo di reato». Altri penalisti
presenti un aula hanno fornito le loro argomentazioni inmerito aquesta inquietante vicenda, sebbene senza la genialità delle “bottiglie in contumacia”.
Tant’è, il tribunale ha ritenuto fondateleeccezionidegliavvocatieha
disposto «il reperimento» delle molotov.
MANLIODISALVO
Per l’avvocatoBiondi con le “bottiglie contumaci” l’udienza nonpuò proseguire.E il giudice ha ordinato di cercarle

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