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26.11.07

www.corriere.it G8, Colucci: «Devo fare marcia indietro»

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RIPERCORSE LE VICENDE DELL'IRRUZIONE ALLA DIAZ
G8, Colucci: «Devo fare marcia indietro»
Tre le telefonate intercettate all'ex questore di Genova, a colloquio con Spartaco Mortola, ex capo della Digos

Francesco Colucci (Ansa)
GENOVA - Sono tre le telefonate intercettate all'ex questore di Genova, Francesco Colucci, a colloquio con Spartaco Mortola, ex capo della Digos di Genova, contestate all'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, imputato di induzione alla falsa testimonianza con l'aggravante di «aver determinato a commettere il reato persona a lui sottoposta e con abuso della funzione pubblica esercitata quale direttore generale del Dipartimento della pubblica sicurezza».

La prima risale al 26 aprile scorso, prima dell'audizione del 3 luglio di Colucci come teste nel processo per la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz, in cui l' ex questore dice: «Ho parlato con il capo, devo rivedere un pò...e fare marcia indietro».
In un'altra telefonata, del 28 aprile, Mortola dice a Colucci, che gli chiedeva di ricordargli cosa era successo la notte della Diaz perchè aveva ricordi confusi «Devi dire solo quello che ricordi, devi dire la verità».
Infine il 5 maggio, dopo la deposizione in aula che gli costerà l'accusa di falsa testimonianza, Colucci rivela soddisfatto: «Sono andato bene, ho detto le cose giuste».

Il dettaglio, secondo l'accusa, su cui De Gennaro voleva che Colucci cambiasse la sua deposizione è su chi aveva inviato Roberto Sgalla, direttore dell' ufficio pubbliche relazioni del dipartimento di polizia, sul posto la notte dell' irruzione nella scuola Diaz.
Colucci perciò in aula corresse la sua versione precedente dicendo di essere stato lui ad aver inviato Sgalla e non il capo della polizia.
Secondo gli inquirenti infatti questo dimostrerebbe che anche i vertici romani erano a conoscenza del blitz della polizia deciso in questura a Genova.
Anche sull'irruzione arbitraria nella scuola Pascoli, sede del media center, Colucci in aula ammette:«Abbiamo sbagliato».
Nel voluminoso fascicolo che riguarda i tre imputati ci sono inoltre una miriade di altre telefonate, in cui però non si sentono mai le voci nè di De Gennaro né di Manganelli, all'epoca suo vice.
Secondo la tesi della procura, Colucci, pur avendo il telefono sotto controllo, essendo stato trasferito da Genova a Roma aveva la possibilità di parlare di persona con il capo della polizia ed il suo vice. Invece per parlare con Mortola, rimasto a Genova alla direzione della Polizia Postale, doveva adoperare il telefono.

26 novembre 2007

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