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05.05.07

Lavoro repubblica Processo G8: l´ex questore Colucci in grande difficolta'

Lavoro Repubblica

Udienza "calda" su uno degli episodi chiave del luglio 2001 con la
deposizione dell´alto funzionario
Scuola Diaz, la polizia si arrende
Processo G8: l´ex questore Colucci in grande difficolta'
A distanza di sei anni, quello che allora era il prefetto di Genova
Francesco Colucci, e' caduto ieri in una serie di contraddizioni ed amnesie
che hanno lasciato a bocca aperta i presenti all´interrogatorio sui giorni
del G8. Per sei ore Colucci ha risposto alle domande del pm Enrico Zucca,
smentendo in alcuni casi quando aveva dichiarato a verbale negli anni
precedenti e regalando un´informazione inedita. La notte dell´assalto alla
scuola Diaz, ha spiegato, il funzionario che doveva coordinare gli
interventi era il vice-questore Lorenzo Murgolo.

G8, l´ultima verita' sulla Diaz
L´ex questore Colucci confessa: " Mi sentivo inadeguato"

Sconcertante deposizione dell´alto funzionario sei anni dopo tra smentite
e "non ricordo piu'"

MASSIMO CALANDRI

L´IMBARAZZANTE interrogatorio di Francesco Colucci, che in quei giorni del
G8 era ancora il questore di Genova, ha dato ieri mattina la misura di
quanto difficile sia il compito di chi vuole fare chiarezza sulle
sciagurate giornate del luglio 2001. A distanza di sei anni, quello che
allora era la massima autorita' di pubblica sicurezza presente in citta'
(prefetto escluso) e' caduto in una serie di contraddizioni ed amnesie che
hanno lasciato a bocca aperta i presenti. «Non ricordo». «Forse ho
sbagliato nel parlare». «La mia affermazione forse e' stata un po´
sprovveduta, superficiale». «Non sono sicuro, lo giuro davanti a Dio e
allo Stato italiano». «Mi correggo, forse sono stato impreciso». Per sei
ore Colucci ha risposto alle domande del pm Enrico Zucca, smentendo in
alcuni casi quando aveva dichiarato a verbale negli anni precedenti e
regalando un´informazione inedita. La notte dell´assalto alla scuola Diaz,
il funzionario che doveva coordinare gli interventi era il vice-questore
Lorenzo Murgolo. Che per il massacro e l´arresto illegale dei 93
no-global, cosi' come per le prove fasulle, non e' imputato. «Murgolo era il
coordinatore. Ma c´erano La Barbera e Gratteri accanto a lui... «.
Affermazione che vuole dire tutto e niente, perche' - come l´ex questore di
Genova ha poi ribadito - «non so a che punto poteva contare la scala
gerarchica».
In un´intera giornata passata in aula, Colucci non ha chiarito nulla.
Perche' si decise di intervenire nell´istituto di via Battisti? La versione
è quella del fantomatico attacco in serata alle pattuglie della polizia, e
di quei tipi sospetti - «Non gente gioiosa, gente allegra... ma facce
brutte, con atteggiamenti minacciosi, vestiti di scuro» - davanti alla
scuola. Lui avrebbe voluto lasciar perdere, ormai il G8 era finito, «ma
poi tutti quanti abbiamo deciso l´intervento: identificare gli aggressori
e trovare armi eventuali. Fare una perquisizione». Chi tra i
super-poliziotti spinse per il blitz? Colucci fa alcuni nomi, poi ci
ripensa, alla fine spiega che il prefetto La Barbera - che e' morto - era
d´accordo. «Io mi sentivo un po´ inadeguato», confessa quello che in quei
giorni era il questore di Genova. A suo tempo aveva detto che il capo
della polizia, Gianni Di Gennaro, gli aveva detto di telefonare al capo
dell´ufficio stampa, Roberto Sgalla: ieri ha detto che fu una sua
iniziativa. Lui resto' in questura, chi lo avverti' del ritrovamento delle
molotov? Colucci fa almeno tre nomi, ma non ricorda. Ed e' in difficolta'
quando deve raccontare di quel poliziotto che gli disse di essere stato
colpito dalla coltellata fantasma di un altrettanto fantasma Black Bloc:
«Indossava un maglione di cotone... no... un giubbotto antiproiettile».
Per non parlare di quando spontaneamente confessa di aver saputo di un
equipaggio di una squadra mobile che era entrato per sbaglio nella scuola
di fronte alla Diaz: ma dimentica di aver inviato a Di Gennaro una
relazione in cui scriveva che quei poliziotti stavano facendo una
«verifica».
«Io so solo che quella notte dovevamo fare qualche cosa, dovevamo reagire
a quella cosa. Eravamo un po´ pressati, eravamo condizionati. E decidemmo
di intervenire».

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