24.10.07
lavoro repubblica "Se danno nove anni di galera a me cosa dovrebbero fare con chi ammazza?"
repubblica genova
L´INTERVISTA
Parla Massimiliano Monai, l´uomo della trave: vogliono scaricare su di noi
tutto il marcio di quei giorni
"Se danno nove anni di galera a me cosa dovrebbero fare con chi ammazza?"
"Se non avessero ucciso Giuliani, non ci sarebbe stata tutta questa
attenzione su piazza Alimonda"
"Ho sbagliato, ma ho reagito alla violenza dei poliziotti Sono
terrorizzato all´idea di finire in carcere"
MARCO PREVE
«Quando il mio avvocato mi ha telefonato per avvisarmi, son rimasto dieci
minuti senza parole....Nove anni? E allora a chi ammazza la gente...e
allora a quei poliziotti che alla Diaz hanno ammesso la "macelleria"? Io
che ho tirato quattro pietre e ho preso in mano quella maledetta trave...».
Massimiliano Monai, 36 anni, barista di professione e oggi imbianchino per
necessità , è uno dei 25 imputati del processo per devastazione e
saccheggio, ed è difeso da Gianfranco Pagano. E´ stato riconosciuto nelle
fotografie con il gruppo di manifestanti che, in piazza Alimonda, attacca
il defender dei carabinieri. Lui è tra quelli che sorreggono una trave.
«Sinceramente non mi aspettavo una richiesta così alta- continua Monai -.
Io capisco che i pm devono fare il loro mestiere e se ho sbagliato devo
pagare, ma insomma... Io mi ero costituito e ho sempre ammesso le mie
responsabilità . Ma se poi vogliono caricare addosso a me e agli altri 24
tutto quello che è successo a Genova in quei giorni...».
Qual è la sua ricostruzione di quel pomeriggio?
«Son partito da Cavi di Lavagna dove ero andato al mare. Ho partecipato al
corteo come le altre migliaia di persone, senza pensare che mi sarei
ritrovato in quelle situazioni. Poi è successo che ci hanno attaccato, sì
che hanno attaccato il corteo dei disobbedienti. E allora quando ho visto
pestare senza pietà dei ragazzini...sì insomma io ammetto di aver il
sangue caldo, così mi son ritrovato a tirare delle pietre, a spostare dei
cassonetti e poi a sollevare quella trave. Ho spiegato tutto quando sono
stato interrogato, ma si vede che non mi hanno nemmeno ascoltato».
E´ andato a sentire la fine della requisitoria?
«No. Ero andato in aula la settimana scorsa. Ho sentito il pm che parlava
di me. Sembrava che avessi girato tutto il giorno con la trave in spalla,
mentre io lo dissi che fu solo in quel momento che la presi. E poi, la
verità è che se non avessero ammazzato Carlo Giuliani, non ci sarebbe
stata tutta quell´attenzione su piazza Alimonda».
Comunque, lei dei reati li ha commessi.
«Certo. Ma prima di tutto, e lo ripeto, non è che io quel mattino mi sia
alzato con in testa l´idea di andare a tirare le pietre. Siamo stati
attaccati con violenza e io ho reagito. E poi credo che ci debba essere
una logica. Vogliono dare nove anni a me e ne hanno dati sei a quel rumeno
ubriaco, non c´entra niente la nazionalità io non sono razzista, che ha
investito e ammazzato quattro ragazzi? Vabbè almeno qualche anno me lo
toglieranno grazie a Mastella, all´indulto».
Cosa le fa più paura?
«Eh, il pensiero di dover andare in carcere. Io Marassi lo vedevo solo
quando andavo a guardare il Genoa. Adesso l´idea solo mi mette angoscia,
tanto più che ho un bambino piccolo».
La procura ha spiegato che queste sono le pene previste per i vostri reati
e vi hanno anche concesso le attenuanti.
«E allora grazie. Ma senta un po´, chi e¨ che mi spiega quanto si
beccheranno i poliziotti imputati per la Diaz e Bolzaneto? Io non ho
niente contro la polizia, ma se è stato proprio uno di loro ad ammettere
in aula la mattanza, ha detto "macelleria messicana", allora questi che
pene si meritano per tutte quelle botte, per le torture?».
Ha mai rivisto i ragazzi che erano con lei in piazza Alimonda?
«Un paio di loro, per caso, ci siamo salutati ma non si e¨ parlato di
quella vicenda. Io penso di aver già pagato per il mio gesto. Dopo che ho
chiuso il bar non ho più trovato lavoro. Dicono che bisogna aspettare la
fine del processo. Anche la Coop che mi stava per prendere, ha detto che
non era ancora il momento. Siam tutti compagni, ma con una storia del
genere di mezzo le cose si fanno difficili. Adesso faccio l´imbianchino
con un amico e domani chissà . Intanto aspettiamo il "regalo" di Natale, la
sentenza, e incrociamo le dita».