Home Page

20.07.13

repubblica genova Diaz, polizia nel mirino della Corte dei Conti

Repubblica Genova

Diaz, polizia nel mirino della Corte dei Conti
Il Viminale ha già pagato due milioni alle vittime. E ora si rivarrà sui
funzionari
MARCO PREVE

LA PROCURA della Corte dei Conti, dopo una lunga attesa, ha finalmente
ricevuto dal ministero dell’Interno una prima voluminosa spedizione di
faldoni relativi alla tranche iniziale dei risarcimenti pagati dallo
Stato, ovvero da tutti gli italiani, alle 93 parti offese della scuola
Diaz.
Con l’arrivo degli atti parte così concretamente l’inchiesta che il
procuratore capo Ermete Bogetti aveva formalmente aperto già mesi fa, per
contestare a funzionari di polizia e agenti condannati (o prescritti) per
le violenze e i falsi della Diaz il danno erariale e quello d’immagine.
La prima tranche di documentazione certifica il pagamento di circa due
milioni di euro in provvisionali, ovvero gli anticipi di risarcimento,
stabiliti dalla Corte d’Appello di Genova e poi confermati dalla sentenza
di Cassazione del luglio 2012, nei confronti dei 93 manifestanti inermi
che vennero brutalmente aggrediti all’interno della scuola dormitorio del
G8. Oltre alla “macelleria messicana” come venne definita dal vicecapo
della celere Michelangelo Fournier, i no global, per la maggior parte
stranieri, dovettero subire anche l’arresto e la detenzione - nel carcere
lager di Bolzaneto - e attendere mesi per essere completamente scagionati
da quelle accuse della polizia diventate poi calunnie dalle quali gli
imputati si sono salvati grazie alla prescrizione. La sentenza definitiva
ha portato alla condanna per falso di 15 funzionari tra i quali i vertici
della polizia italiana dell’epoca rimasti in sella fino alla Cassazione
(Francesco Gratteri, Gilberto Caldarozzi, Gianni Luperi) e di due
sottufficiali, mentre per otto agenti del reparto mobile di Roma accusati
di lesioni è scattata la prescrizione ma non la responsabilità civile.
Complessivamente tra provvisionali (alcuni dei ragazzi pestati rischiarono
la vita e subirono danni fisici permanenti) e pagamento delle spese legali
degli avvocati il ministero dell’Interno avrebbe sborsato circa 6 milioni
di euro.
La cifra che però continua a restare un vero e proprio mistero è quella
relativa agli anticipi pagati agli avvocati degli imputati dopo le
assoluzioni eccellenti del primo grado di giudizio. Né il ministero né
l’Avvocatura di Stato hanno mai voluto svelare la cifra esatta, nonostante
siano soldi
pagati dai cittadini italiani. C’è chi parla di svariati milioni, e poi
c’è un altro punto oscuro: non si sa se il ministero ne abbia chiesto la
restituzione agli imputati condannati.
L’azione della Corte dei Conti potrebbe servire a diradare una
cortina fumogena di silenzi che assomiglia molto a quella alzata dal
Viminale rispetto alle sanzioni disciplinari, che non sarebbero neppure
state avviate nei confronti degli agenti prescritti ma colpevoli della
“macelleria”.

.
.